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Presidio contro la NATO all’Università di Zurigo. Scontri con la polizia.

Il 22 novembre scorso, si è svolta presso l’Università di Zurigo una manifestazione di protesta contro le azioni belligeranti della NATO. Questo è accaduto contemporaneamente alla conferenza tenuta, in un auditorium dell’ateneo, da Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della NATO (in carica dal 1° agosto 2009) e leader del partito danese ‘Venstre’, letteralmente sinistra in danese, ma incline al liberismo. I manifestanti, un’ottantina, si sono radunati alle 18:00 all’ingresso principale dell’edificio KOL (quello storico e il più grande), dopo aver scandito qualche slogan contro la presenza di Rasmussen e contro l’operato della NATO i manifestanti, universitari ma anche esterni come i membri della Revolutionäre Jugend Zürich (RJZ) – anti-capitalisti zurighesi, sezione giovanile dell’organizzazione di ispirazione maoista Aufbau – hanno marciato attraverso l’edificio andando a presidiare l’ingresso, controllato da un dispositivo di sicurezza e da metaldetector. L’ingresso non è stato forzato ed i manifestati si sono limitati a bloccare l’accesso e chiedere che Rasmussen se ne andasse; nel frattempo un ingente dispositivo di polizia, che già da prima era presente nel perimetro dell’edificio, si è dispiegato in caso di violenze.

Vandalismi controproducenti

A parte una bottiglia d’acqua lanciata verso la sicurezza, i manifestati non si sono resti partecipi di violenze finché i riottosi della RJZ non hanno trovato un varco per accedere alla terrazza della mensa superiore, dove si sarebbe dovuto svolgere un buffet, facendo retrocedere un addetto alla sicurezza ed il suo cane. A questo punto sono iniziati i vandalismi ed un gruppetto di anarchici si è dato alla distruzione di varie tapparelle e di una vetrata, mentre altri manifestanti fischiavano e cercavano di fermare i riottosi. I giovani comunisti zurighesi (Kommunistische Jugend Zürich) e simpatizzanti del Partei der Arbeit (PdA, il locale Partito Comunista), altra forza della sinistra presente alla manifestazione, si sono immediatamente dissociati dalle azioni violente esprimendo il loro dissenso con gli altri presenti nei confronti di metodi giudicati controproducenti e fine a se stessi.

La polizia, che monitorava il tutto con l’appoggio di svariati agenti in tenuta antisommossa, ha preferito contenere e non intervenire fisicamente. Visto che le provocazioni non sono servite a fomentare un intervento con conseguente scontro con le autorità, il gruppetto, ormai rimasto quasi solo visto che quasi tutti i manifestanti che rifiutavano i metodi estremistici e provocatori si sono allontanati all’inizio dei vandalismi, si è dileguato in breve tempo e all’incirca alle 18:35 la situazione è tornata alla calma, con la polizia che ha presidiato ancora per una mezz’ora la zona mentre gli addetti alle pulizie raccoglievano i vetri infranti.

L’ennesima mobilitazione pacifica a Zurigo rovinata dal solito gruppetto di scalmanati che issano striscioni in cui ci si chiede come si possa portare la pace con la guerra, ma che poco dopo pretendono di far passare questo messaggio causando migliaia di franchi di danni all’università e provocando inutilmente le forze dell’ordine, che non attendono altro.

Marin Mikelin, membro del Comitato Cantonale del Partito Comunista

Foto: Marin Mikelin © 2012

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