/

Cuba incontra la sinistra ticinese. Il sindaco esclude però il gemellaggio fra l’Avana e Bellinzona.

Giovedì 27 settembre la Casa del Popolo di Bellinzona ha accolto una riunione fra i vertici del Partito Socialista (PS) e del Partito Comunista (PC) con due importanti ospiti provenienti dalla Repubblica di Cuba. Invitato anche il Movimento per il Socialismo (MPS), dal quale non è però giunta alcuna adesione. Una scelta non troppo strana: MPS non vede di buon occhio il socialismo cubano (nonostante utilizzi l’effige di “Che” Guevara nella sua cartellonistica). L’incontro, promosso dall’Associazione Svizzera-Cuba (ASC), è stato aperto da Federico Jauch che ha spiegato la storia del sodalizio che conta nel solo Canton Ticino oltre trecento membri ed è presente in quasi una decina di cantoni svizzeri. All’evento erano presenti per il PS il presidente Saverio Lurati, accompagnato dalla delegazione socialista composta da Mario Branda, Marco Marcozzi e Fabio Canevascini; la delegazione comunista era invece guidata dal segretario politico Massimiliano Ay, accompagnato da Mattia Antognini (impegnato nel Comitato ticinese per la liberazione dei 5 cubani prigionieri politici negli USA) e Lino Bosisio. Presenti anche il coordinatore del sindacato SISA, nonché delegato della Federazione Sindacale Mondiale (FSM), Janosch Schnider e alcuni esponenti dell’ASC. L’incontro non era pubblico ma oltre al nostro portale d’informazione, era presente anche “TicinoLibero” (leggi).

Due ospiti importanti

Da parte cubana erano presenti Gabriel Benitez e Arsenio Rodriguez. Due personaggi estremamente importanti per la realtà dell’Isola. Benitez è stato infatti un protagonista della campagna di alfabetizzazione del 1961, diplomato all’Istituto Gorki in lingua tedesca e francese, si laurea poi in scienze politiche nel 1993. Dal 1969 lavora presso il Dipartimento Europea dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP) e dal 2007 al 2009 è stato pure membro del corpo diplomatico cubano a Vienna. Dal canto suo Rodriguez è invece uno dei giornalisti più noti di Cuba: nel 1971 è redattore della cronaca estera per il quotidiano giovanile “Juventud Rebelde”, dal 1972 al 1982 è funzionario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba (PCC) e dal 1982 al 1986 è a Helsinki, in Finlandia, come segretario generale del Consiglio Mondiale per la Pace, il movimento pacifista a egemonia marxista. Per vent’anni e fino al 2005 è cronista presso il “Granma”, quotidiano ufficiale del PCC, nonché commentatore della trasmissione televisiva politica “Mesa Redonda”, e ultimamente è stato nominato vicedirettore della rivista nazionale “Habanera” e conduttore presso l’emittente capitolina “Habana Radio”.

Mario Branda frena sul gemellaggio

Il sindaco di Bellinzona Mario Branda ha portato i saluti della città e ha informato gli ospiti cubani di quanto nel nostro paese vi sia rispetto per le conquiste sociali della Rivoluzione cubana in ambito scolastico e sanitario e ha poi parlato positivamente del “promuovimento della libertà economica” in corso a Cuba, opinione prontantamente corretta dagli esponenti cubani: a Cuba non esiste una riforma economica, esiste un’attualizzazione del sistema produttivo e in ogni caso gli investitori esteri possono solo essere presenti in minoranza e in joint-venture con lo Stato cubano. Si tratta infatti, ha spiegato Rodriguez, di migliorare e non di cambiare il socialismo. Alla domanda circa la possibilità di un gemellaggio fra Bellinzona e una città cubana, proposto da Federico Jauch, il sindaco Branda ha però messo in chiaro che la sua città non è interessata da tempo a gemallaggi internazionali, anche se non esclude iniziative particolari. Branda ha poi fatto capire che i municipali socialisti a Bellinzona sono “solo” tre (ne mancherebbe uno per avere la maggioranza!). Il gemellaggio è invece caldeggiato da Massimiliano Ay, che è pure consigliere comunale della capitale ticinese.

Massimiliano Ay pone l’attenzione sugli esiti del congresso del PCC

Massimiliano Ay ha affrontato invece due temi relativi a come mantenere vivo il legame fra le nuove generazioni di cubani (che non hanno vissuto la Cuba pre-rivoluzionaria) e il processo socialista sull’Isola e a come garantire al meglio la partecipazione operaia nella gestione economica delle aziende. Si sono in questo senso ricordati non solo le numerose proposte di emandamento, sorte dal basso e dalle assemblee dei lavoratori, che il VI° Congresso del PCC ha accolto, ma anche l’elezione di vari giovani nei governi provinciali di Cuba, nonché la decisione di obbligare tutti i dirigenti politici a un massimo di due legislature. Ay ha poi espresso riserve sul persistere della doppia valuta, un’eredità negativa del periodo speciale resosi necessario dopo il crollo del “Comecon”, il mercato socialista a guida sovietica. Benitez ha ammesso questo problema e la difficoltà a superare tale doppia economia, ma ha assicurato che lo sforzo del governo cubano è proprio quello di abolire la valuta convertibile e di tornare ai soli pesos nazionali. Il segretario del Partito Comunista ticinese ha poi concesso un’intervista alla radio dell’Avana in cui ha ricordato le iniziative di solidarietà con la Rivoluzione cubana promosse dal suo Partito e la conferenza di approfondimento sui miglioramenti in atto sull’isola tenuta da Alessandro Lucchini, responsabile economico dei comunisti ticinesi, un anno fa a Locarno (link).

I media raccontano falsità: ex-giornalista dixit

Corrado Barenco, ex-giornalista della Televisione svizzera di lingua italiana (RSI) e attualmente collaboratore personale della Consigliera di Stato liberale-radicale Laura Sadis, è intervenuto nella discussione spostando l’attenzione sui mass-media. Barenco ha ammesso con molta onestà (ma anche clamorosamente) che “la stampa occidentale non è libera”, aggiungendo però subito: “perlomeno quando parla di Cuba”. E’ una ammissione importante da parte di un ex-giornalista di spicco della nostra televisione statale. Arsenio Rodriguez ha dichiarato a sua volta che la stampa cubana è a volte troppo poco critica, ma che lo stesso presidente Raul Castro ha chiesto ai giornalisti di essere più pungenti. Oggi, infatti, su molte testate si leggono lettere dei lettori non sempre tenere verso il governo e spesso vengono pubblicate delle pagine intere sui problemi che la costruzione del socialismo implica, così da favorire un ampio dibattito democratico fra la popolazione. Barenco ha poi affermato che i cubani possono liberamente uscire dal loro paese, smentendo una menzogna che spesso gira contro Cuba dipinta come un carcere da cui è impossibile uscire. Tuttavia esistono prassi burocratiche che possono disincentivare la libera circolazione delle persone, situazione che il governo cubano sta attivamente affrontando. Benitez ha però ricordato che esistono anche molte condizioni sfavorevoli da parte dei governi occidentali: se si invita privatamente un cittadino cubano in Svizzera, ad esempio, occorre depositare una caparra di ben 40mila franchi!

Il PC consiglia Marx al PS

La serata si è conclusa una nota di colore: Branda ha “punzecchiato” Ay sul fatto che Cuba stesse parzialmente abolendo l’egualitarismo, di cui sarebbero invece pieni sostenitori i comunisti ticinesi. Ay ha risposto, un po’ indispettito, affermando che quanto Cuba sta facendo è nel pieno solco del pensiero marxiano che differenzia la fase iniziale del socialismo (retta dallo slogan “a ciascuno secondo il suo lavoro”) dall’ultima fase del socialismo, cioè il comunismo (che si baserà invece sulla massima “a ciascuno secondo le sue necessità”). Fra le righe, insomma, un invito al PS a rileggersi Marx.

Lascia un commento