I “cinque”, quasi 14 anni di abusi giuridici
Nel settembre 1998, cinque cittadini cubani, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González, agenti del servizio di sicurezza di Cuba contro il terrorismo, sono stati arrestati a Miami dall’FBI e isolati in celle di punizione per 17 mesi prima che il loro caso fosse portato di fronte ad un tribunale. La loro missione negli Stati Uniti era il monitoraggio delle attività delle organizzazioni terroristiche contro Cuba. Tutti e cinque sono stati accusati del reato, invero piuttosto nebuloso, di “cospirazione contro gli Stati Uniti”. A tre di loro, Gerardo, Ramón e Antonio, fu aggiunta poi l’accusa di cospirazione per commettere spionaggio. Il governo di Washington non li ha accusati di spionaggio reale, né ha mai potuto produrre la benché minina prova in tal senso. Il processo, durato più di sei mesi (un record per gli Stati Uniti), ha portato alla barra dei testimoni vari militari di alto grado dell’esercito americano, così come l’ex consigliere del presidente Bill Clinton per gli affari cubani: tutti hanno convenuto che non c’erano prove di spionaggio da imputare a quelli che a Cuba sono chiamati “i cinque eroi”. La giuria, contro il parere di giuristi e politici, ha riconosciuto colpevole, sia Gerardo sia i suoi compagni, di tutte le accuse dopo essere stata messa sotto forte pressione da parte dei media locali legati alle organizzazioni della mafia cubana notoriamente anti-castrista. I “cinque” sono così stati condannati ad un totale di quattro ergastoli più 77 anni, facendo diventare tre di loro le prime persone, negli Stati Uniti, a ricevere l’ergastolo in casi di spionaggio, in cui non vi era alcuna prova di ottenimento e trasmissione di un solo documento segreto. Sono stati confinati in cinque differenti istituti carceri di massima sicurezza, distanti tra loro e senza alcuna comunicazione tra loro.
Un comitato ticinese chiede la liberazione dei “cinque”
Il Comitato ticinese di solidarietà ai cinque anti-terroristi cubani si pone come obiettivo la divulgazione della controinformazione solidale nei confronti del caso dei “cinque”. Esso nasce nel 2007 da alcuni giovani legati da un vincolo di amicizia con la Rivoluzione cubana e attivi in quel periodo nel Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), un’organizzazione già allora vicina alla Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC). L’iniziativa parte quindi dal movimento studentesco per approdare poi all’Associazione Svizzera-Cuba (ASC) e all’allora Partito del Lavoro (oggi Partito Comunista), ricevendo in seguito l’appoggio dell’Istituto Cubano di Amicizia fra i Popoli (ICAP). Partito su iniziativa di Giulio Micheli, già coordinatore del SISA e allora portavoce del sodalizio pro-cubano, oggi il gruppo si è esteso anche nel Grigioni italiano grazie alla partecipazione del consigliere comunale di Roveredo Mattia Antognini.
Un’iniziativa a Locarno
Nel mese di ottobre si è svolta a Locarno una serata dedicata a Cuba. Ospite d’onore era l’ambasciatore cubano a Berna, Isaac Torres. Il tema principale dell’evento, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di persone da tutto il Ticino, era proprio un aggiornamento sul caso dei “cinque”. Aperto dal segretario dei Comunisti ticinesi Massimiliano Ay, l’incontro ha visto la presenza anche di Federico Jauch, a capo dell’organizzazione ticinese di solidarietà con il processo rivoluzionario guidato da Raul Castro. L’ambasciatore ha illustrano ai presenti il caso con una veloce cronistoria e in seguito ha presentato l’evoluzione della triste vicenda giudiziaria.
Da Giubiasco a Holguin
A rappresentare la Svizzera a Cuba è stato un 22enne studente universitario di economia politica di Giubiasco, che sarà pure candidato alle prossime elezioni comunali del borgo ticinese: Alessandro Lucchini che oltre a collaborare con l’Associazione Svizzera-Cuba è pure membro del Comitato Cantonale del Partito Comunista del Canton Ticino.
Lucchini si è recato dapprima all’Avana dove ha avuto modo di incontrare degli esponenti di alto rango del Partito Comunista di Cuba, al governo dell’Isola per scambiarsi opinioni sulla situazione globale internazionale e sulle prospettive delle riforme in atto nell’economia cubana. Dopodichè si è unito a oltre 400 delegati di 50 paesi diversi per arrivare a Hologuin, dove si è tenuto il seminario internazionale dedicato alla solidarietà con i cinque cubani. Lucchini ha avuto modo di toccare con mano la realtà dell’isola caribica e ha portato la solidarietà svizzera spiegando come la richiesta di liberazione dei “cinque” non vada ideologizzata ma vada estesa oltre gli steccati partitici, poiché non si tratta in questo caso delle opinioni che ciascuno può avere sull’esperienza socialista a Cuba, ma di una lotta comune a tutte le persone di buona volontà di contrastare sia il terrorismo sia dei processi iniqui basati esclusivamente su motivazioni politiche.
[…] apparso su “sinistra.ch”: https://www.sinistra.ch/?p=1570 Articolo apparso sul sito dell’Associazione Svizzera-Cuba: […]
[…] Massimiliano Ay ha affrontato invece due temi relativi a come mantenere vivo il legame fra le nuove generazioni di cubani (che non hanno vissuto la Cuba pre-rivoluzionaria) e il processo socialista sull’Isola e a come garantire al meglio la partecipazione operaia nella gestione economica delle aziende. Si sono in questo senso ricordati non solo le numerose proposte di emandamento, sorte dal basso e dalle assemblee dei lavoratori, che il VI° Congresso del PCC ha accolto, ma anche l’elezione di vari giovani nei governi provinciali di Cuba, nonché la decisione di obbligare tutti i dirigenti politici a un massimo di due legislature. Ay ha poi espresso riserve sul persistere della doppia valuta, un’eredità negativa del periodo speciale resosi necessario dopo il crollo del “Comecon”, il mercato socialista a guida sovietica. Benitez ha ammesso questo problema e la difficoltà a superare tale doppia economia, ma ha assicurato che lo sforzo del governo cubano è proprio quello di abolire la valuta convertibile e di tornare ai soli pesos nazionali. Il segretario del Partito Comunista ticinese ha poi concesso un’intervista alla radio dell’Avana in cui ha ricordato le iniziative di solidarietà con la Rivoluzione cubana promosse dal suo Partito e la conferenza di approfondimento sui miglioramenti in atto sull’isola tenuta da Alessandro Lucchini, responsabile economico dei comunisti ticinesi, un anno fa a Locarno (link). […]