Il Grand Hotel Locarno, progettato da Francesco Galli e costruito fra il 1874 e il 1876, è un gioiello architettonico e storico in stato di abbandono nell’indifferenza delle istituzioni di Locarno e di Muralto, nonché degli stessi proprietari.
Lo storico edificio – che domina ogni veduta di Locarno – primo simbolo del turismo internazionale locarnese è noto, oltre che per i personaggi come l’attrice Marlene Dietrich che vi sono passati, anche per gli eventi storici che vi trovarono sede, senza contare che lì vi alloggiarono le delegazioni alla Conferenza di pace del 1925 cui partecipò anche il futuro dittatore italiano Benito Mussolini. L’edificio è peraltro anche uno dei pochi baluardi rimasti dell’architettura liberty ticinese. L’albergo chiuse i battenti nel 2006 per poi essere acquistato da cinque persone. Ed è qui che inizia il calvario, in cui la ricerca del massimo profitto è stata di ostacolo.
La struttura può essere un importante opportunità per il turismo ma anche per la popolazione locale e per l’atrattività della regione locarnese stessa. Per dimostrare che l’interesse tra la popolazione è vivo ho creato una pagina facebook chiamata “Salviamo il grand hotel Locarno” che in poco tempo ha raggiunto i 650 “likes”. Sono convinto che qualcosa si possa fare per risollevare la struttura in decadimento ormai da un decennio, vittima di giochi speculativi e di avidità, evitando che ancora una volta l’economia privata asfalti ogni valore storico ed artistico.
L’appello è quindi non solo alle autorità affinché riprendano in mano l’iniziativa in quanto si tratta di un bene di interesse collettivo, ma anche agli attuali proprietari e al loro senso civico, affinché concedano almeno la riapertura del parco al pubblico e, autorizzando la gestione dei saloni al pianterreno ad associazioni culturali no-profit per realizzare mostre fotografiche, dibattiti e concerti, ridiano dignità alla struttura.