Rodčenko, Piazza Rossa
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Aleksandr Rodčenko al LAC di Lugano

Poco prima della Rivoluzione d’Ottobre Aleksandr Rodčenko è tra i promotori del Movimento Costruttivista, che rifiuta ogni visione borghese, propugnando un’arte socialmente impegnata e al servizio del popolo. La sua geniale creatività si incontrerà con l’affermazione del potere sovietico, al quale darà il suo straordinario contributo come pittore, grafico, fotografo, progettatore, insieme ad architetti e ingegneri, di ardite costruzioni che hanno modificato in senso socialista l’impianto urbanistico di Mosca, rinnovata capitale dello stato degli operai e dei contadini.

Amico dei futuristi, tra cui Vladimir Majakovskij, e dei suprematisti, tra cui Kazimir Malevič, con la vittoria della Rivoluzione Rodčenko è tra i fondatori dell’Unione degli Artisti e degli Scrittori dell’Unione Sovietica, rappresentandone le istanze più avanzate e progressive, funzionario del Narkompros, il Commissariato per l’Istruzione, docente al VChUTEIN, l’Istituto Statale di Arte e Tecnica, qui sperimenta e diffonde la tecnica del fotomontaggio, con la quale realizzerà molti dei manifesti promozionali per i film del suo amico Dziga Vertov e svariati libri illustrati. Rodčenko porta in Unione Sovietica il fotomontaggio, tecnica che mutua dalle antesignane esperienze promosse nel primo dopoguerra dal comunista berlinese George Grosz.

Rodčenko con la volontà di contribuire in modo decisivo, come avverrà, alla campagna per lo sradicamento dell’analfabetismo, realizza migliaia di cartelloni che associano immagini e parole e verranno portati in ogni landa dagli alfabetizzatori, un potente strumento per aiutare in particolare gli anziani a familiarizzarsi con l’alfabeto. L’Unione Sovietica sarà la prima nazione del mondo a vincere l’analfabetismo, una strepitosa conquista di cui raramente ci si ricorda. Dal 1924 decide di dedicarsi interamente alla fotografia con ardite ed emozionanti geometrie capaci, anche con inquadrature oblique, di restituire per intero l’epicità di una società nuova, fondata sul primato della tecnica e della scienza, il ferro e l’acciaio disegnano così scale e antenne che diventano soggetti di inaspettata bellezza. Sarà poi fotografo dei giovani pionieri del partito, delle parate sulla Piazza Rossa, non solo militari, ma anche ginniche, sportive e popolari, immagini che nel loro insieme restituiscono il vivace e sincero consenso di cui godeva la società sovietica tra i suoi cittadini.

A cinquant’anni, nel 1940, Rodčenko abbandona la fotografia per tornare alla pittura, che lo accompagnerà nel suo ultimo quindicennio di vita. Tutto questo è raccontato da trecento strepitose fotografie in mostra al LAC di Lugano fino ai primi di maggio, una grande occasione per capire e conoscere l’Unione Sovietica, una nazione che nell’entusiasmo per la costruzione dell’eguaglianza ha vissuto anni eroici ed esaltanti, restituiti per intero dalla geniale creatività di Rodčenko.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.

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