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Borodachev difendendo l’URSS, ribadisce la volontà di aiutare il Festival e dare contenuti al PalaCinema

Si è svolta ieri presso il Centro Culturale “Il Rivellino” di Locarno la conferenza stampa di Nikolai Borodachev, direttore del Gosfilmfond, la cineteca statale russa (e prima sovietica: la più grande cineteca al mondo).

In sala, oltre a Riccardo Carazzetti, direttore dei musei cittadini di Locarno, erano presenti anche Massimiliano Ay, deputato del Partito Comunista e Alberto Togni, responsabile regionale del Partito Comunista, insieme ad Aris Della Fontana, direttore di #politicanuova e a Francesco Vitali, coordinatore del SISA.

È stata – questa – l’occasione per trattare varie questioni, non solamente di carattere artistico: ed è proprio tale aspetto che, delineando una visione più complessiva, incentrata sostanzialmente su una lucida analisi della situazione internazionale, ha consentito di meglio comprendere i temi considerati.

Nonostante le sanzioni, i Russi vogliono cooperare

Massimiliano Ay, Nikolai Borodachev e Aris Della Fontana
Massimiliano Ay, Nikolai Borodachev e Aris Della Fontana

Malgrado l’affermarsi di un contesto internazionale alquanto instabile e, soprattutto, malgrado le sanzioni emesse ai danni della Russia da parte di Stati Uniti ed Europa, Borodachev ha voluto sottolineare che il Gosfilmfond rimane fermamente intenzionato a concretizzare i molti progetti che sono in cantiere con la città di Locarno e con quella di Lugano. Il direttore ha riferito che, nell’ambito di un colloquio con il rettore di una famosa e molto importante scuola di cinematografia moscovita, è stata seriamente valutata la possibilità di aprire un polo accademico in Ticino oppure quella di strutturare programmi di studio a distanza e di interscambio al fine di preparare registi, sceneggiatori e critici cinematografici. E sarà alquanto importante, secondo Borodachev, il fatto che la Casa del Cinema svolga un ruolo da protagonista all’interno di questi progetti. Il Gosfilmfond, in linea a ciò, nutre nei confronti della Casa del Cinema molta speranza e soprattutto è intenzionato, malgrado le sanzioni europee e statunitensi, a partecipare attivamente al suo sviluppo.

Con il cinema, oltre la propaganda

Il cinema, e chi lo produce, può essere considerato un utile specchio del contesto nazionale in cui la genesi artistica ha luogo. A partire da tale considerazione Borodachev ha voluto dimostrare l’inconsistenza delle accuse che i Media occidentali e buona parte delle classi politiche euro-americane rivolgono alla Russia odierna, nei confronti della quale viene esteso lo stesso giudizio negativo – ossia il leitmotiv relativo del regime liberticida e totalitario – con cui il pensiero unico occidentale descrive la fase sovietica.
In tal senso, secondo il direttore del Gosfilmfond, questa netta condanna da parte occidentale cozza sostanzialmente contro un dato di fatto incontrovertibile. Se l’Unione Sovietica fosse effettivamente stata un regime totalitario, al suo interno non sarebbe in nessun modo potuto nascere quel gran assortimento di opere che hanno fatto la storia della cinematografia sovietica. Sono molti i nomi dei grandi registi provenienti dal Paese della Rivoluzione d’Ottobre che si sono imposti a livello mondiale nel Novecento: Ėjzenštejn, Aleksandrov, Pudovkin, e tanti altri. Borodachev ha concluso l’argomento con una battuta alquanto emblematica: «se quello in cui questi artisti hanno svolto la loro attività è un paese totalitario, allora vorrei che dappertutto nel mondo vi fossero questo tipo di governi, cosicché la cultura si possa sviluppare rigogliosamente».

La Russia, garante della stabilità internazionale

Il direttore del Gosfilmfond, durante il suo intervento, ha sollevato in diversi frangenti una questione a parer suo di centrale importanza: le informazioni che le popolazioni occidentali ricevono circa le dinamiche internazionali sono ben poco aderenti alla realtà, poiché vengono prodotte e diffuse secondo un’ottica strumentale e non quindi obiettiva. E sono proprio occasioni quali i Festival cinematografici – necessariamente indipendenti e liberi dalle infiltrazioni dei poteri forti come quelli rappresentati dal gruppo Bildeberg a parer di Borodachev, che ha invitato Solari ad essere forte nell’imbrigliarli – a dover svolgere un’azione finalizzata a contrastare tale disinformazione: mostrare la verità, insomma.

I media europei e statunitensi, per esempio, sono stati molto impegnati nel trattare il caso dell’aereo della Malaysia Airlines schiantatosi al suolo in Ucraina lo scorso 17 luglio. Essi sostengono con decisione che dietro a tale fatto vi sono i ribelli filo-russi o la Federazione Russa stessa. Ma, secondo Borodachev, il popolo ucraino e quello russo conoscono il colpevole di questo accaduto e, soprattutto, sono più che consapevoli del ruolo centrale svolto dagli Stati Uniti nella genesi della crisi ucraina. Il Gosfilmfond, peraltro, ha organizzato dei Festival cinematografici nel Donbass e a Lugansk e dunque ha potuto osservare da vicino come realmente si sono svolte le dinamiche.

Borodachev si è felicitato per il Premio alla Carriera che il Festival di Locarno ha conferito al regista georgiano (sovietico di nascita) Marlen Khutsiev. Ed è ancor più importante e significativo, secondo il direttore di Gosfilmfond, il fatto che tale premio sia giunto proprio in corrispondenza dei 70 anni dalla vittoria dell’Unione Sovietica e degli alleati sulla Germania nazista. Per Borodachev è fondamentale che si mantenga viva la memoria di questo evento storico, soprattutto nella fase odierna, ove si sentono non poche voci a proposito della possibilità che inizi una terza guerra mondiale. Su tal punto Borodachev è stato molto chiaro: coloro i quali hanno l’obiettivo di scatenare un nuovo conflitto mondiale, non riusciranno nei loro intenti. Ciò perché la Russia è uno Stato solido e forte che farà di tutto per impedire l’affermarsi d’un simile scenario; la Russia resisterà anche e soprattutto alle varie forme di pressione che gli Stati Uniti – «l’aggressore attualmente più potente, che ha disturbato la tranquillità di molti Stati come l’Iraq, la Siria e la Libia, e che non ha esitato, in passato, con un Giappone ormai sconfitto, a bombardare senza alcuna necessità Hiroshima e Nagasaki», parole di Borodachev – metteranno in atto.

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