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Elezioni presidenziali in Brasile: Secondo turno, una lotta di significato storico

I comunisti brasiliani del PCdoB, nella coalizione che sostiene Dilma Rousseff e protagonisti di uno splendido successo alle elezioni politiche del 10 ottobre, in cui, con 12.561.716 voti (7,37%) per il Senato, sono diventati il quarto partito del grande paese sudamericano, invitano a intensificare gli sforzi in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali

Le elezioni presidenziali saranno decise nel secondo turno, il 31 ottobre 2010. Con un alto indice di partecipazione popolare – 111 milioni i voti validi – Dilma Rousseff, della Coalizione Per il Brasile Continuando a Trasformare, ottiene il 46,91%, José Serra, del PSDB, il 32,61% e Marina Silva, del PV, il 19,33%. Gli altri candidati sommati hanno raccolto poco più dell’1%.

Il risultato non sorprende, dal momento che negli ultimi giorni di campagna sono arrivati segnali di lieve erosione nelle intenzioni di voto di Dilma, e di crescita di Serra e Marina, soprattutto di quest’ultima. Ciò ricorda lo scenario delle elezioni precedenti, nelle quali Lula ha dovuto passare la prova del secondo turno per essere eletto (2002) e rieletto (2006).

Ovviamente, il risultato contrasta con le aspettative delle forze democratiche e popolari, la cui parola d’ordine era vincere già al primo turno.

Il vantaggio di Dilma Rousseff, di più di 14 punti percentuali sul suo avversario, corrisponde ad una vasta base di appoggio popolare alla sua candidatura ed è una chiara espressione dell’esistenza di una maggioranza a favore della continuità delle trasformazioni iniziate in Brasile a partire dal 2003. Ci sono tutte le condizioni perché, nel secondo turno, si trasformi nella maggioranza assoluta e per conferire al nuovo governo il necessario appoggio per la realizzazione del suo programma democratico e patriottico.

Le forze progressiste e del movimento popolare impegnate nella campagna di Dilma dovranno affrontare il secondo turno, come ha detto la candidata, con gli artigli e l’energia.

Nelle prossime settimane sarà necessario intensificare il dibattito politico e la mobilitazione popolare. Non si vincono le elezioni anticipatamente, solo attraverso la lettura dei sondaggi e il buon utilizzo delle tecniche di “marketing politico”. Una battaglia politica del calibro dell’elezione presidenziale può essere vittoriosa solo con un comportamento politico all’offensiva. La vittoria nelle urne deve partire dalle strade, dal contatto diretto con gli elettori, dalla discussione franca, semplice, diretta e profonda con il popolo, toccando nel profondo la sua mente e il suo cuore.

Ora più che mai, è necessario avere acuta consapevolezza di ciò che è in gioco. Due progetti diametralmente opposti sono in gioco ed è attorno ad essi che si deciderà il destino del paese. Da un lato, c’è la possibilità per il Brasile di continuare a percorrere la strada del rafforzamento della democrazia, della sovranità nazionale e dell’affermazione dei diritti del popolo. Questa bandiera è nelle mani di Dilma Rousseff e delle forze che l’appoggiano, che possono e devono allargarsi ancora di più nel secondo turno. Dall’altro c’è la sottomissione del paese all’imperialismo, la restrizione della democrazia, l’attacco ai diritti del popolo, la criminalizzazione dei movimenti popolari e la degradazione delle condizioni di vita di milioni di brasiliani.

E’ uno scontro politico in campo aperto, una lotta di significato storico in cui l’immensa legione dei militanti delle forze progressiste e di sinistra non si farà sconfiggere.

(Fonte: www.lernesto.it)

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