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Basta con il mito del cittadino-soldato! Se ne è parlato a Locarno e a Roveredo.

Anche a Roveredo Grigioni si è discusso sulla proposta in votazione il prossimo 22 settembre di abolire la leva militare obbligatoria e di rendere volontaria la milizia.

Schnebli e Schnider a Locarno
Schnebli e Schnider a Locarno

Dopo l’assemblea organizzata il giorno prima a Casa Gabi, a Locarno, dalla Gioventù Comunista assieme a Tobia Schebli del Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE), a Janosch Schnider del Sindacato degli Studenti (SISA) e all’obiettore Andrea Ghisletta che ha raccontato il perché della sua decisione di abbandonare l’esercito a favore del servizio civile, la campagna anti-militarista si è spostata, lunedì sera, un po’ più a nord, sconfinando nel Cantone dei Grigioni.

Ad organizzare la conferenza roveredana è stato Mattia Antognini, locale consigliere comunale dei “Giovani di Sinistra”, membro del Partito del Lavoro dei Grigioni e attualmente impegnato proprio nel servizio civile nell’ambito della protezione dell’ambiente.

Il relatore della serata è stato Massimiliano Ay, segretario del Partito Comunista ticinese, che sta scrivendo un libro proprio sul tema del servizio militare come elemento di controllo sociale da parte della borghesia svizzera.

Nella sua relazione Ay ha voluto sottolineare come la scuola reclute sia uno strumento di controllo sociale e una “fucina del consenso” con cui indottrinare le giovani generazioni che aspirano a una società più equa. Il relatore ha inoltre insistito sulla necessità di smitizzare la milizia svizzera come elemento di democrazia o di presunto cameratismo, poiché l’esercito resta uno strumento di classe con cui reprimere la conflittualità sociale. Ay ha quindi raccontato la sua esperienza a contatto con il Doktrinstelle, l’ufficio dell’esercito svizzero preposto alla “dottrina” da trasmettere alle reclute, un’istituzione che pochi presenti conoscevano e che smaschera il ruolo fazioso di un esercito presuntamene super partes e “di popolo”.

La copertina della rivista #politicanuova
La copertina della rivista #politicanuova

Con citazioni di vari pensatori progressisti, da Engels che nel 1891 immaginava che la leva obbligatoria potesse trasformare gli eserciti in apparati in mano ai socialisti a Liebknecht che invece vedeva tutti i rischi degli eserciti borghesi di massa nell’era della contraddizione inter-imperialista, Massimiliano Ay ha citato anche lo scrittore Max Frisch che denunciava il carattere classista delle forze armate svizzere che sono state finora impiegate solo contro operai in sciopero e contro manifestanti di sinistra no-global.

Senza scordare Lenin che affermava: “gli operai si farebbero uccidere in questa guerra non per i loro interessi o per la democrazia, ma per gli interessi della borghesia imperialista”, il relatore ha pure tracciato un breve istoriato sulle differenti strategie della sinistra di classe nel corso del ‘900 in relazione alla questione militare, arrivando a spiegare come il Partito Comunista opti oggi per abolire la coscrizione obbligatoria. E proprio la rivista teorica dei comunisti ticinesi “#politicanuova” si occuperà nel suo prossimo numero che uscirà nei prossimi giorni della questione militare, così sentita in Svizzera.

Fra i presenti si sono riconosciuti anche alcuni voti noti della valle: come la deputata al Granconsiglio grigionese Nicoletta Noi-Togni e il municipale di Roveredo Giovanni Gobbi.

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