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Da ex-sergente voterò Sì all’abolizione della leva obbligatoria

Quando ero più giovane a chi mi si poneva la domanda sul perché voglio l’abolizione dell’esercito rispondevo semplicemente che le barzellette mi piace raccontarle e non esserne parte. Ora che gli anni sono trascorsi certamente mi si chiede certamente un argomentare meno gogliardico, che però non  era immotivato come vedrete. Vorrei innanzitutto ricordare che al momento in cui ho ricevuto l’ordine di marcia per la visita di reclutamento (inizio anni 80) l’effettivo dell’esercito svizzero era ancora superiore all’assurda cifra di 500’000 unità!  Chi si opponeva alla leva rischiava severe pene detentive, accompagnate da un pesante biasimo sociale e ritorsioni di vario tipo. Per inciso, ai più giovani credo vada ora detto che quella era una fase storica in cui molte banche ed industrie ancora consideravano l’avanzamento militare un presupposto ineluttabile per una brillante carriera interna. L’obiezione di coscienza dei tempi era dunque una scelta per duri e puri dell’antimilitarismo, e molti come me avevano trovato vie alternative di resistenza che, dopo diverse espulsioni da scuole reclute, formalmente per motivi medici, li hanno portati ad essere incorporati una specie di esercito per inabili e di secondo rango chiamato “Servizio complementare”. Uno strano modo di essere nell’armata in cui l’esercizio fisico era quasi bandito (eravamo tutti li per motivi medici…), mentre era presente tutto il resto della formazione del milite. Armi incluse, che però fortunatamente sono riuscito a rifiutare essendo stato incorporato come soldato sanitario (e già, eravamo tutti malaticci, hi). Capirete che questa armata brancaleone di malati disarmati non poteva non suscitare ilarità persino al suo interno, che raggiungeva il parossismo quando ci trovavamo confrontati con graduati sballati che si comportavano con noi come se avessero a che fare con dei granatieri. Ero purtroppo divenuto parte di una barzelletta. Sta di fatto che, pur essendo  visceralmente contrario alle armate ed avendo sempre ricordato apertamente anche ai miei superiori quanto pensavo, al termine di questo servizio sono stato promosso capo-servizio con una motivazione che, quasi letteralmente, suonava “È contrario all’esercito, ma fa sempre tutto e bene quanto gli viene chiesto, e ciò è quanto serve”. Questo soprattutto perchè per difendermi ero diventato un esperto del regolamento militare, e  per assurdo venivo consultato anche dalla gerarchia della caserma…. Questa promozione indesiderata mi è costata 6 settimane di ulteriore servizio per la scuola quadri, sempre in questa armata di mezzi rachitici. Appena finito di pagare l’indesiderato grado è inopinatamente arrivata una vera rivoluzione, che ha dimezzato gli effettivi del nostro esercito, ed il servizio complementare è stato abolito. Grande decisione, non fosse che i soldati sono stati congedati, ma chi come me era in carriera (suo malgrado) è stato incorporato nell’esercito regolare, e nel mio caso sfigato come caporale!!!! Con 9 settimane di servizio avevo raggiunto lo stato di chi aveva passato 9 mesi nell’esercito, tanto per restare nella barzelletta. Ma non basta, per motivi che a tutt’oggi mi sfuggono, sono stato messo a ruolo come caporale auto. Bello, non fosse che non ho mai avuto la patente militare! Sta di fatto che in un corso di ripetizione seguito a questa “promozione”, quando ho fatto notare la mancanza della patente, dopo qualche attimo di scoramento tra i superiori, mi sono stati affidati dei servizi da svolgere con la bicicletta….. Peccato che eravamo a Goschenen e dopo due giorni di salite e discese, non essendo mai stato un fan dei cicli, avevo un male boia alle gambe. Ho dunque marcato visita con l’intenzione di chiedere al medico di truppa un piccolo rimedio. Indovinate! Questo, considerato che provenivo dall’armata brancaleone, mi ha congedato ipso-facto e spedito all’ennesima visita sanitaria per verificare il mio stato di salute.  Consulto da cui sono uscito, e qui si entra nel paradossale, con una nuova incorporazione nel gruppo sportivo della mia divisione. Certo solo come aiuto in ufficio, ma insomma dalla padella nella brace per chi come me sperava di poter uscire finalmente dalla barzelletta. Ebbene in questa posizione sono stato nientepopodimenoche promosso involontario sergente, prima di essere finalmente congedato, e quasi come contrappasso, aver incredibilmente ricevuto di ritorno le tasse militari per i servizi che non avevo prestato in giovane età.

Quello che non posso non dire per onestà intellettuale al termine del mio testo è che durante il mio travagliato e ridicolo servizio militare, oltre ad alcune bestie maledette e va detto chiaramente, ho incontrato anche veri amici e grandi personaggi che, pur sbagliando clamorosamente, credevano sinceramente e senza secondi fini di rendere un servizio al popolo. Ed è questo che  mi rende ancor’oggi immensamente triste, perché la loro grande energia sarebbe stata ben più utile nel preparare la pace che nell’organizzare la guerra.

Efesto

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