Fra il “Caro Leader” coreano e il “Calvo Leader” ticinese. Scambio di battute fra ecologisti e comunisti ticinesi.

Nel contesto di crisi militare fra le due Coree, gli atteggiamenti alle nostre latitudini sono quasi unanimemente orientati a sostenere la posizione degli Stati Uniti. Il nostro portale ha più volte dato spazio a riflessioni di altro genere (leggi), dove si invitava a maggior senso critico e a una visione meno manicheista del problema: non risulta infatti che sia Kim Jong Un ad aver fomentato guerre e colpi di stato in giro per il mondo negli ultimi tempo, ma proprio il Barak Obama ipocritamente onorato con il Premio Nobel per la Pace. In questo senso chi è che sta provocando degli scontri sulla penisola coreana?

Avanti Savoia!

Il coordinatore del Partito dei Verdi ticinesi, Sergio Savoia, sulla propria bacheca Facebook dà la risposta: gli USA hanno ragione! E lancia il sasso attaccando i comunisti ticinesi: “Credendo di fare cosa utile, scrivo già il comunicato stampa per il Partito Comunista ticinese nel caso si arrivasse a una guerra tra Corea del Nord e gli Stati Uniti. Gli amici comunisti possono usarlo senza costi a carico: ‘L’eroico popolo nord coreano resiste come un sol uomo all’ennesima aggressione imperialista nordamericana. Le contraddizioni del capitalismo stanno finalmente esplodendo di fronte alla risolutezza rivoluzionaria della giovane democrazia nord coreana. Lo stato lacché e satellite del Sud non ha esitato a trasformarsi nella più servile delle piattaforme militari. Inutile dire che i Comunisti condannano anche l’atteggiamento ambiguo della Cina, le cui derive revisioniste e pseudo-capitaliste sono ben note. I comunisti invitano tutti i progressisti ticinesi alla mobilitazione a favore delle autorità e della popolazione nord-coreana’. Come detto il PC può usare questa bozza di comunicato a proprio piacimento sapendo di essere sempre dalla parte giusta della storia”. Il segretario del Partito Comunista ticinese Massimiliano Ay non ha risposto alla provocazione, se non pubblicando anch’egli sulla propria bacheca Facebook un laconico: “La situazione in Corea è grave e pericolosa, eviterei di ironizzare come fa qualcuno per ragioni elettorali di fronte al rischio di una guerra nucleare”. Savoia continua poi invitando i comunisti a lasciare la Svizzera e a vivere a Cuba o in Corea. Un invito che solitamente viene espresso dagli esponenti di destra quando non hanno più argomenti contro la sinistra, di colpo entra a far parte del lessico del leader ecologista che ha dato ordine ai suoi di rompere ogni fronte unito con socialisti e comunisti anche alle elezioni comunali.

Il Calvo Leader

E se in Corea del Nord Kim Jong Il veniva chiamato “Caro Leader”, in Ticino c’è invece un “Calvo Leader” proprio nella persona di Sergio Savoia. La pensano così i giovani comunisti in un comunicato ironico diramato dal coordinatore Aris Della Fontana che premette: “da sempre la pace sia uno dei valori imprescindibili del nostro fare politica e, di conseguenza, ci auguriamo che nessuna guerra scoppi in nessuna parte del mondo: quelle in
corso sono già troppe”. Ma poi il movimento giovanile continua: “La Gioventù Comunista (GC) apprende con grande gioia del contributo lanciato tramite Facebook dall’infallibile calvo leader ecologista Sergio Savoia. Tramite il
social network, il già fondatore del PCUS (quello dei rutti e del braccio di ferro) – il riferimento qui è al Piccolo Coordinamento Uomini della Sinistra,formazione goliardica fondata da Savoia una decina di anni fa, NdR – ha fornito al Partito Comunista un prezioso comunicato stampa da diramare nel caso in cui dovesse scoppiare un vero e proprio conflitto tra la Corea del
 Nord e gli Stati Uniti. In virtù del nostro altruismo, tuttavia, non possiamo che sentirci costretti a ritornare il favore, preparando un comunicato stampa che segnali – dopo il lungo letargo – il risveglio dei Giovani Verdi, ovvero il virtuale movimento giovanile del Partito di Savoia (PdS). Il comunicato: ‘I Giovani Verdi (GV) – virtuale movimento giovanile del Partito di Sergio Savoia (PdS) – riuniti entrambi in una cabina telefonica biodegradabile, hanno convenuto che l’operato dal Calvo Leader, nel dirigere il suo Partito
(PdS), non è sufficientemente democratico e pluralista. Chiediamo quindi – in base a quanto già realizzato dal PC – di dare maggiore spazio alle proposte provenienti dai giovani (il solo esempio del lavoro della GC ci
ricorda la svolta eco-socialista, la proposta dei mezzi di trasporto pubblici gratuiti ai giovani in formazione, gli standard minergie negli edifici pubblici e come fondamento nell’educazione professionale, ecc.). Savoia, inoltre, dovrebbe abbandonare il proprio percorso di prostituzione elettorale verso Marco Borradori, uomo della Variante 95 e del Raddoppio del Gottardo’”.

Che senso ha tutto ciò?

Perché un attacco, per quanto ironico, di questo genere ai comunisti su un tema, quello coreano, su cui peraltro il Partito Comunista non aveva nemmeno preso posizione? Il monito è probabilmente squisitamente politico: non è un mistero che Savoia voglia portare i Verdi (se non lui direttamente) in Consiglio di Stato nel 2015. E per farlo necessita di un bacino elettorale più ampio di quello attualmente ricoperto dagli ecologisti. Per farlo da tempo la sua strategia consiste nello smarcarsi nettamente dalla sinistra e ricercare consensi nel centro-destra. I Verdi dovrebbero peraltro cambiare nome già nei prossimi tempi e gli occhiolini verso la Lega ormai non si contano più. Savoia con queste provocazioni prima contro i socialisti poi contro i comunisti, esaltando di tanto in tanto il sogno americano, cerca di denigrare la sinistra e farsi riconoscere dai settori moderati. Non a caso il nuovo corso ai piani alti dei Verdi ticinesi si sta studiando il movimento italiano di Beppe Grillo.

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