I socialisti ticinesi condannano la satira troppo “osé”. I comunisti: “basta moralismo!”

“Patty non viene più” questo il titolo volutamente ambiguo con cui apre l’ultimo numero della rivista satirica “Il Diavolo” diretta da Corrado Mordasini. La vignetta raffigura infatti l’ex-ministra socialista (o “socialdemocratica” come le piace definirsi) Patrizia Pesenti – che ha ritirato di colpo la sua candidatura al Municipio di Lugano in piena campagna elettorale. La Patty cantonale è però dipinta sulla copertina del giornale satirico con in mano un vibratore tolto da una valigetta con l’indicazione “sexy toys”. Apriti cielo, ne è nato un pandemonio! Vallo a spiegare ai compagni che la sessualità esiste anche per i Consiglieri di Stato e che i vibratori sono in commercio da anni in modo perfettamente legale. Anzi: il 52% degli svedesi (un paese a tradizione socialdemocratica) ammette di averne uno in casa e di usarlo con libidinosa voluttà, così come il 50% dei norvegesi, e il 49% dei sobri inglesi. Milioni di persone che evidentemente per certa sinistra ticinese sono solo dei volgari sporcaccioni. L’anti-leghismo in Ticino sta diventando come l’anti-Berlusconismo in Italia: al posto di progettare delle prospettive strategiche di sinistra, ci si concentra solo ad attaccare l’avversario senza a volte capire quale siano le reali contraddizioni della società. Certo il partito di Bignasca è di destra e va contrastato dalla sinistra, ma il potere politico ed economico del Cantone ce l’hanno ancora saldamente in mano gli storici partiti borghesi! Quando l’anti-leghismo diventa poco politico e quasi solo “morale” produce effetti imbarazzanti, con una sinistra che si manifesta in una versione casta e bigotta, una sinistra perbenista che non dice parolacce e non accetta la satira troppo spinta. In pratica una sinistra che ha perso del tutto il suo essere ribelle e di opposizione, assimilando di fatto concezioni piccolo borghesi e una forma mentis immobilista e … “pallosa”.

Una svolta catto-socialista?

Il Partito Socialista per bocca del suo presidente Saverio Lurati ha diramato un comunicato stampa in cui si leggeva: “Volgare, squallida, maschilista: così è la copertina del numero de Il Diavolo, che con un greve gioco di parole a sfondo sessuale si prende gioco della compagna Patrizia Pesenti”. Il PS “si dissocia da questo modo di fare ‘satira’ che non ha rispetto per le persone”. D’accordo con questa visione anche Gina La Mantia, dirigente socialista ed esponente del “Coordinamento Donne della Sinistra” che, su Facebook, giudica la vignetta di Mordasini un esempio di “maschilismo, sessismo e volgarità”. Sarà il preludio di una svolta cattolico-bigotta nel PS? Sta forse nascendo una corrente catto-socialista in Ticino? Probabilmente ai piani alti del PS si sono risentiti dal fatto che “Il Diavolo” – una rivista che nasce inizialmente come inserto del settimanale edito dall’ex-Partito Socialista Autonomo (PSA) ma che progressivamente si è emancipata dal diktat della socialdemocrazia ticinese – si sia permesso di ironizzare sulla loro beniamina. La Patty, peraltro, risulta coinvolta – non scordiamocelo! – nel gruppo di lavoro “Area” delle FFS con cui si intende smantellare le Officine FFS di Bellinzona licenziando qualche centinaio di operai! Non proprio una santa, insomma, almeno da un’ottica socialista. Eppure la satira è un bene prezioso, di per sé indipendente e non deve risparmiare nessun esponente dei poteri forti, come appunto lo è Pesenti, e se si fa politica bisogna anche saperla accettare.

Ma quale bel Ticino?

Interviene nel dibattito anche il presidente dell’associazione “Bel Ticino”, l’organizzazione radical-socialista che monitora con accurata precisione il decadimento del dibattito politico ad opera soprattutto della Lega dei Ticinesi di Giuliano Bignasca. Il leader del sodalizio anti-leghista Marco Mona, con il quale collabora l’ex-comunista Giancarlo Nava, afferma con solennità: “Quelli del Diavolo aggiungono al teppismo mediatico anche il linciaggio sessista”. Lo fa dimostrando quindi “par condicio”, insomma, non solo contro i leghisti: bisogna bacchettare anche chi a sinistra usa toni poco consoni e all’aulico discorrere delle élites. L’associazione “Bel Ticino” non convince però tutti a sinistra: il suo modo di agire è quello di saccenti professori cultori della buona lingua che perdono di vista però gli “enjeux” della politica. Così sembra leggendo ad esempio l’intervista rilasciata il 28 gennaio scorso – ben prima che il putiferio esplodesse – al portale di informazione “TicinoLive” da Massimiliano Ay, il 30enne segretario del Partito Comunista ticinese che così definiva “Bel Ticino”: “è un movimento che tocca temi corretti, ma nel contempo bisogna contrastare il leghismo su basi anzitutto politiche e strutturali, giocare solo sulla morale, sui cattivi costumi e sulla maleducazione del Nano di turno, non servirà assolutamente a niente e si rivelerà addirittura controproducente. Iniziamo piuttosto a non permettere ai leghisti di cavalcare (storpiandoli) temi che dovrebbero tradizionalmente appartenere al movimento operaio e faremmo già un passo avanti notevole! Peraltro se bisogna criticare la Lega nell’ottica di riportare il PLR ad essere il partito di maggioranza relativa del Cantone, beh io non ci sto: la Lega io la contrasto da comunista!”. Insomma fra le righe si legge il timore dei comunisti che i socialisti stiano in realtà dando forza all’anti-leghismo solo nella prospettiva di permettere ai liberali di tornare ai posti di comando e continuare forse così ad assicurare ai socialdemocratici qualche spazio nei poteri para-pubblici.

Volgarità e sessismo?

Il 23enne Janosch Schnider, coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha preso posizione solidarizzando su Facebook con la redazione de “il Diavolo” argomentando in questo modo: “devo dire che quando mi sono ritrovato Il Diavolo sul tavolo non mi ha fatto questa impressione sessista: me la fanno le veline della RAI e di Mediaset, certe pubblicità, e altro ancora, dove la donna è ridotta ad arnese, ma in questa copertina non ci vedo ‘sto granché di discriminatorio. Mi sembra che qui – con il massimo rispetto delle opinioni altrui, dato che il giudizio è molto soggettivo – il confine tra il sessismo e il bigottismo sia labile: è stata costruita un vignetta sulla base di un evento politico, servendosi di un gioco di parole – il cui uso è ben radicato nella società, ed è bipartizan – e attraverso la rappresentazione di giocattoli sessuali, che possiamo etichettare come scandalosi, oppure prendere atto del fatto che semplicemente esistono, e non certo come strumenti di tortura e vessazione. A meno che non vogliamo negare che esista la sessualità, in tutte le sue sfaccettature (che piacciano o meno). A non voler sentir parlare di queste cose una volta erano le frange clericali, non la sinistra, che non ha mai avuto paura di tematizzare la sessualità, che è un dato intrinseco nella società, e che non va né censurato, né inquisito. Se avessero ritratto un uomo in una posa analoga?”. Il sindacalista, da noi contattato telefonicamente, aggiunge inoltre che: “sull’altare di un certo anti-leghismo c’è una parte della sinistra che sta scatenando una vera e propria Santa Inquisizione: e Il Diavolo non poteva che essere la prima vittima. Forse è ora di darsi una calmata e di parlare di temi concreti, terreno sul quale la sinistra può e deve vincere le sue battaglie”. Il comunista Massimiliano Ay su Facebook, in risposta a Schnider, ha scritto: “Quando una società entra in crisi (e tutto parte sempre dall’economia), c’è sempre un processo di irrigidimento spesso di tipo moralistico ma non solo, che a volta può sfociare addirittura in situazioni drammatiche come forme di autoritarismo. In ogni epoca (con varie eccezioni comunque), però, la sinistra ha rappresentato tendenzialmente le istanze più ‘aperte’ del pensiero collettivo, oggi invece vediamo un processo quasi inverso con frange importanti della sinistra che riscoprono un moralismo che proviene da altre culture (anche la morale è di classe!), che cavalcano il proibizionismo, attenti a condannare la volgarità di una vignetta satirica e in prima fila a pontificare sul linguaggio di Giuliano Bignasca senza capire che il vero problema del leghismo è tutt’altro”.

Conflitto inter-generazionale?

Quello che appare è una sorta di lotta inter-generazionale che sta lentamente prendendo piede: la sinistra attempata ex-ribelle riunita in un PS che ricerca la castità e si riscopre bigotto, che favorisce il proibizionismo e che vorrebbe tenere a bada le pulsioni giovanili con progetti paternalistici fatti passare per “centri giovanili” che sembrano più degli oratori; la sinistra giovane riunita in un Partito Comunista che invece sembra sempre di più il PSA degli anni della Contestazione giovanile del ’68. Già qualche mese un’analisi simile era stata avanzata dagli editorialisti di “TicinoLibero”, un portale molto informato sulle dinamiche interne alla socialdemocrazia: “Il partito di Massimiliano Ay negli ultimi tre anni ha infatti operato un profondo rinnovamento generazionale, tanto che ormai il più vecchio del partito è proprio lo stesso Ay, che per la cronaca ha soltanto 30 anni. Dunque il comitato cantonale del partito è esclusivamente composto da under 30, e costoro si sono schierati per l’antiproibizionismo. Il Partito socialista per contro è praticamente all’opposto, a prevalere sono i pensionati, i giovani si contano sulle dita di una mano. E si esprime per l’integralismo proibizionismo. Due generazioni a confronto, in pratica. Non deve però sorprendere il grande numero di giovani attorno al Partito comunista, proprio perché questo partito è attentissimo a tutte le tematiche che riguardano in un modo o nell’altro i giovani. I comunisti è contro il divieto di fumo, è antiproibizionista, è chiaramente contrario alle assurde misure dei 65 decibel a Bellinzona o alle chiusure anticipate dei locali notturni a Lugano, in campagna elettorale avevano lanciato uno slogan provocatorio come ‘Adesso sesso’. Mentre i socialisti sostengono ‘Bel Ticino’ e le campagne moralizzatrici. È dunque normale che non riescano più a raggiungere i giovani. Pietro Martinelli dovrebbe chiedersi seriamente se fosse riuscito negli anni ’60 a fondare il PSA e di fatto ad aggregare un’intera generazione di sinistra (per poi approdare vent’anni dopo in governo), se avesse propinato ai suoi coetanei il divieto di fumo nei fumoir, il coprifuoco ai giovani, il divieto di ascoltare musica sopra i 65 decibel… . Probabilmente in tal caso il PSA non sarebbe nemmeno entrato in Gran Consiglio. Eppure questa è la linea attuale del PS. Probabilmente anche Martinelli negli anni ’60 e ’70, quando teorizzava ‘l’immaginazione al potere’, se vi fosse stato qualcuno che gli avesse parlato di niente sigarette, tanto meno canne, niente feste e niente vita notturna, niente libertà sessuali e di costume sociale, ma solo un ospizio a cielo aperto, ossia una società pensata a misura di over 60, ecco che quasi sicuramente l’avrebbe mandato a quel paese”.

Implicitamente pure Gina La Mantia lo ammette quando su Facebook critica il PC con queste parole: “il club dei giovanotti sembra molto d’accordo sul fatto che a dissentire su questa vignetta siano solo bigotti moralisti. Andate pure avanti con le vostre teorie contorte, non mi convincono!”. Il “club dei giovanotti” è un chiaro riferimento alla giovane età di molti militanti del PC e dimostra anche un po’ la spocchia di una parte del gruppo dirigente socialista nel considerare i giovani e l’insofferenza nel contempo nel vedere il PS incapace di dialogare con le nuove generazioni, che evidentemente sono più attratte dal modo di comunicare diretto e anche un po’ satirico ma nel contempo pieno di contenuti politici dei comunisti: la loro campagna “Adesso SESSO” (link), ad esempio, che giocava sul doppio senso ne è stato un esempio (che aveva comunque fatto arricciare il naso a qualcuno della sinistra benpensante).

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