Sciopero dei dipendenti pubblici ticinesi. Pause in ospedali e case anziani. Anche gli studenti in piazza.

Mercoledì 5 dicembre è stata una giornata di sciopero in Ticino per tutto il settore pubblico e para-pubblico contro i tagli previsti dal Preventivo 2013 del Cantone, in particolare la misura inerente la decurtazione salariale del 2%. Una mobilitazione promossa dal sindacato VPOD e rifiutata invece dal sindacato cattolico OCST che, all’ultimo, ha voluto però comunque aderire; non all’astensione dal lavoro ma alla sola manifestazione pomeridiana, riuscendo così ad invadere la piazza con le sue bandiere distribuite anche ai bambini da addetti che più che sindacalisti sembravano venditori. Ci mancava poco che, per assurdo, il sindacato del PPD risultasse quello più rappresentato in piazza nonostante non avesse indetto la protesta… ma si sa, gli “uregiatt” sono fatti così!

Una prima prova

L’adesione nel settore sociosanitario è stata discretamente alta, considerando anche la delicatezza di un settore che non può evidentemente bloccarsi del tutto. Molto più debole la partecipazione nel settore amministrativo, l’ambito di lavoro più controllato dal governo e lottizzato pariteticamente. Il segretario della VPOD Raoul Ghisletta ammette, in un’intervista a TicinoLibero, la “debolezza organizzativa del personale” in questo settore, dove i dipendenti sono spesso isolati e non hanno diritto d’assemblea. Molto buona l’adesione dei docenti: in varie scuole le lezioni non si sono svolte e molti istituti erano deserti. E questo in buona parte anche grazie al lavoro svolto dal SISA, il sindacato studentesco, che ha dichiarato lo sciopero anche degli allievi.

La mattinata

Dalle 9.00 alla Casa del Popolo di Bellinzona è iniziata ad arrivare gente: sindacalisti, docenti in sciopero totale, e persino un drappello di liceali di Locarno. Fra i politici si sono visti Massimiliano Ay, segretario del Partito Comunista e Saverio Lurati, presidente sia dell’Unione Sindacale Ticino e Moesa sia del Partito Socialista. Intanto nelle case anziani, così come davanti agli stabili amministrativi, i lavoratori inscenavo pause prolungate di protesta. All’OSC di Mendrisio si è tenuta una folta assemblea seguita poi da un pranzo in comune. Nei licei sono stati invece soprattutto gli allievi i protagonisti: il loro sindacato, il SISA, ha organizzato in alcuni istituti dei presidi permanenti fin dalle 8 del mattino con bancarelle gestite a turno dai ragazzi. In altri ordini di scuola vi sono stati plenum dei docenti con discussioni e alle Scuole medie di Bellinzona 2 ha fatto loro visita il leader operaio delle Officine FFS Gianni Frizzo. Intanto il furgone delle “Colonie dei Sindacati” guidato da Mattia Antognini faceva il giro delle scuole superiori del Cantone supervisionando la situazione con Janosch Schnider e Francesco Vitali, coordinatori del SISA.

Una piazza gremita

In piazza governo dalle 15.00 si sono riuniti circa duemila persone. E ciò nonostante il disfattismo sindacale dell’OCST e le pressioni (esplicite o velate) dal governo e dei dirigenti (lottizzati) del Cantone. Poco più tardi si è congiunto ai presenti in piazza anche un folto corteo di poco più di mezzo migliaio di persone guidato dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) a cui si era aggiunta una cospicua delegazione del sindacato dei ferrovieri SEV. In coda al corteo anche un piccolo gruppo dei Verdi, che non senza distinguo e con qualche scetticismo, alla fine si sono uniti alla protesta. In piazza vi erano anche le bandiere del Partito Comunista, del PS e uno striscione della Gioventù Comunista, i cui ragazzi per tutta la mattinata avevano lavorato nelle scuole per preparare gli studenti all’azione pomeridiana.

Le frecciatine di Marco Baudino

Davanti alla Foca di Piazza Governo il presidente degli statali VPOD, Marco Baudino, operatore dell’Ufficio Materanità e Infanzia, ha arringato la folla, facendo anche da moderatore, fra un intermezzo musicale e l’altro. Era un Baudino davvero in forma quello di mercoledì scorso con brillanti interventi politico-sindacali contro gli sgravi fiscali ai ricchi, conditi con quell’infarinatura di provocatoria ironia per cui è noto da anni, essendo Baudino uno dei fondatori della rivista satirica “Il Diavolo”. La parola è passata poi a Werner Carobbio, che anni fa Baudino definiva su “Diavolo” come il “culo di pietra” per antonomasia della sinistra ticinese. Sarà forse per questo che quel “lunga vita a Werner Carobbio!” urlato dal sindacalista al termine del comizio dell’anziano leader socialista, ha suonato un po’ …lugubre. Allo stesso modo a qualcuno non ha del tutto convinto la gaffe di Baudino sulla “scellerata Marina Carobbio” (figlia di Werner e deputata socialista), confusa con un’altra Marina, ossia l’ex-ministra Masoni responsabile delle casse vuote cantonali. Ma al di là delle frecciatine al Partito Socialista e alla famiglia Carobbio, Marco Baudino è stato uno dei protagonisti più convincenti della giornata. Più scialbi altri interventi, come quello di Adriano Merlini, presidente del sindacato docenti, che era riuscito a litigare con gli studenti del Liceo 1 di Lugano nelle settimane precedenti all’agitazione, avendo sostenuto l’idea dello “sciopero dello zelo” abolendo le gite scolastiche come forma di protesta, evidentemente non gradita dagli allievi. Fra le vittime di Baudino e della piazza vi era anche Manuele Bertoli, l’ex-presidente del PS e oggi ministro dell’educazione, che ha approvato i tagli salariali e che aveva tentato di frenare la mobilitazione, ad esempio con un maldestro “precetto” ai danni del direttore della Scuola Media di Losone, Bixio Mainardi, diventato mercoledì 5 dicembre quasi un simbolo dei docenti in lotta e che si è battuto per affermare il diritto di sciopero anche contro il suo capo.

Lo studente incazzato

Un Francesco Vitali, coordinatore del SISA (dal 2003 l’unica sigla studentesca presente in Ticino), particolarmente severo ha tenuto il discorso in piazza a nome degli studenti. Vitali ha contestato l’aumento del 50% delle rette scolastiche per gli studenti-lavoratori delle Scuole Superiori Specializzate, come la scuola infermieri, e ha ricordato come manchi in Ticino un piano per l’edilizia scolastica che inizia ad essere fatiscente in alcune realtà, senza che il DECS intervenga. Il 19enne bellinzonese, con una maturità liceale alle spalle e attualmente impiegato nel servizio civile (sostitutivo al servizio militare) presso l’Ospedale di Locarno, è partito leggendo ma ha poi alzato il tono andando a braccio, dimostrando convinzione e nel contempo un’ampia preparazione politica, attaccando il sistema capitalista e bancario che gestisce le risorse del paese contro l’interesse della collettività. Presente in piazza c’era anche un altro sindacalista studentesco, collega di Vitali e responsabile del liceo luganese,  Edoardo Cappelletti, che aveva gestito in prima persona il conflitto fra studenti e docenti nella sua sede, favorendo in ogni modo un fronte unito fra le varie componenti della scuola pubblica.

Un bilancio

Il sindacato VPOD ha convocato una riunione del proprio comitato di sciopero per i prossimi giorni per tirare un bilancio della mobilitazione e valutare il da farsi, anche in visto delle manovre dei partiti di destra che sembra vorrebbero rimandare il voto sul Preventivo 2013 a inizio dell’anno prossimo, così da poter inserire altri milioni di tagli ai danni dei lavoratori, degli studenti e della popolazione. Stando al segretario Ghisletta, lo sciopero è comunque stato un successo, nonostante il compagno Bertoli. Dal canto loro gli studenti ci hanno detto che una riunione interna al SISA di riflessione su una giornata giudicata comunque positiva, malgrado alcuni insegnanti “crumiri” che avrebbero impedito agli studenti di scioperare e alcuni che si sarebbero macchiati di atteggiamenti anti-sindacali e su cui non dubitiamo che presto arriveranno informazioni più dettagliate. A livello di partiti politici della sinistra, il PS e i Verdi hanno mantenuto un profilo relativamente basso anche se di sostegno alla manifestazione; il trozkista Movimento per il Socialsmo (MPS) ha diffuso un numero speciale del suo giornale in cui si perorava la causa degli scioperanti pur contestando il “ritardo, l’incertezza e la colpevole debolezza ed impreparazione” dei sindacati. Di altro tenore la linea del Partito Comunista: il PC ha messo i suoi militanti a disposizione del movimento, con tanto di coordinatore giovanile, Aris Della Fontana, in visita ai vari picchetti studenteschi nella mattinata. I comunisti hanno diramato addirittura una propria “piattaforma” sui tagli e hanno lodato l’iniziativa sindacale come un “importante primo passo” che va però esteso fino a uno sciopero generale che coinvolga anche il privato.

(Foto di Pietro Sibilio)

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