Come i mercenari del 1527: arruolate altre nuove Guardie Svizzere al servizio del Vaticano

Come vuole la tradizione il 6 maggio, in ricordo di quel giorno del 1527, quando nel “saccco di Roma” morirono 147 mercenari svizzeri nella difesa del papa, hanno presetato giuramento 26 nuove Guardie svizzere agli ordini del governo (fra l’altro non eletto democraticamente) di quella che resta l’ultima monarchia assolutista (oltre che teocratica) d’Europa, il Vaticano.

Fra le 26 nuove reclute del corpo anche sei ticinesi, che dopo aver ricevuto un addestramento militare di base in una scuola reclute della Confederazione, hanno deciso di servire un altro Paese.

Si tratta di Alvaro Masina, Gabriele Paris, Matthias Zanazzi, Daniele Grandi, Rico Casanova e Tommaso Perugini. Quest’ultimo, per la cronaca, è uno dei figli del procuratore pubblico (aderente all’organizzazione confessionale “Comunione e Liberazione”) Antonio Perugini, noto per la sua crociata contro gli spinelli (che ha di fatto spalancato le porte alle droghe pesanti!) e a favore di politiche giovanili restrittive, anche lui presente a Roma per assistere alla cerimonia.

I nuovi alabardieri svizzeri, militari agli ordini di un governo straniero, vale la pena ricordarlo, hanno prestato giuramento davanti al sacerdote Angelo Becciu, rappresentante di papa Joseph Ratzinger, ad altri esponenti del clero romano e al corpo diplomatico accreditato in Vaticano. Il giuramento di difendere il monarca dello Stato vaticano a costo delle proprie stesse vite è stato solennemente pronunciato anche di fronte al comandante dell’esercito svizzero André Blattmann.

Eppure secondo l’articolo 94 del Codice Penale Militare in vigore in Svizzera si legge che: “se uno Svizzero si arruola in un esercito straniero senza il permesso del Consiglio federale, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria”. Ma per i 26 giovanotti appena arruolatisi al soldo del papa non c’è pericolo: il Consiglio federale dà sempre l’autorizzazione per rafforzare il ridicolo esercito personale di re Benedetto XVI e del regime teocratico e antidemocratico che lui comanda in mezzo all’Europa.

Lascia un commento