Il Partito Comunista ticinese raddoppia i propri eletti nei consigli comunali

A fine legislatura erano cinque i comunisti nelle istituzioni comunali. Con le elezioni dello scorso 1° aprile sono diventati una dozzina, e in gran parte giovani e da poco inseriti nell’apparato di quello che è stato per decenni il Partito Ticinese del Lavoro. La nuova dirigenza del Partito Comunista appare oggi tutta orientata a una maggiore consapevolezza e una chiara autonomia dal Partito Socialista, pur dimostrando anche una responsabilità tutto sommato evidente per evitare di avere una sinistra divisa di fronte alla destra: in quasi ogni comune ticinese in cui l’alleanza è stata possibile i comunisti hanno dato la loro disponibilità a correre su liste unitarie e rivendicano delle quote per il PC sulle liste sia per il Municipio sia per il Consiglio comunale, garantendosi così una buona visibilità mediatica per promuovere i propri giovani candidati. Il segretario del PC, peraltro, l’aveva ribadito a chiare lettere di fronte anche alla stampa durante la Conferenza d’organizzazione sulla politica comunale organizzata dal suo partito nel mese di febbraio: “non siamo ospiti dei socialisti, ma coi socialisti abbiamo costruito dei progetti unitari a pari dignità, nel rispetto della reciproca indipendenza partitica per venire incontro alle esigenze delle fasce popolari nei vari comuni”.

Il successo straordinario della capitale

E il successo della Sinistra Unita, perlomeno a Bellinzona, dove per l’elezione dell’esecutivo cittadino vi è stata una crescita straordinaria del 10,8%,  non è solo il programma politico come sostiene il presidente cantonale del PS Saverio Lurati, per quanto esso sia stato elaborato anche con il contributo dei giovani comunisti, ma forse a pesare di più è stata proprio la volontà di costruire un progetto unitario (non per niente la “Lista Socialista” ha cambiato nome in “Sinistra Unita” affianco al logo del PS quello del PC) capace di favorire una mobilitazione di tutto l’elettorato genericamente di sinistra e su parole d’ordine semplici e chiare. Non pochi prospettavano una perdita di voti a causa della “falce e martello” che campeggiava sui manifesti per le vie della città e dalla presenza dei marxisti in lista, ma ciò alla fine non è stato il caso: il primo subentrante in governo è infatti proprio il segretario del Partito Comunista, pur distaccato di circa 600 voti dal municipale uscente Mauro Tettamanti, con alle spalle però già otto anni di municipio.

I consiglieri comunali comunisti

Il coordinatore della Gioventù Comunista Aris Della Fontana come neo-consigliere comunale di Pollegio, riporta in valle i comunisti, i quali – dopo le dimissioni di Saida Cozzaglio Capra dal legislativo di Biasca durante la scorsa legislatura – non avevano più rappresentanti nelle valli sopracenerine. Il segretario cantonale del Partito Comunista Massimiliano Ay riconferma in modo brillante il proprio seggio nel consiglio comunale di Bellinzona, così come accade a Mattia Tagliaferri nel comune di Losone. Anche a Brione sopra Minusio Amedeo Sartorio riconferma il suo seggio. A Locarno il neo-maggiorenne Simone Romeo, liceale e membro da pochi mesi del Comitato Cantonale del Partito Comunista, entra in consiglio comunale con un ottimo risultato personale. Primo subentrante è il 21enne Nicolas Fransioli, studente in storia a Milano, che manca l’elezione per pochissime schede. Il seggio lasciato vacante dopo diversi anni da Rocco Cellina, viene così recuperato sempre da un comunista. Importante affermazione a Gordola dell’ex-coordinatore dei giovani socialisti, di recente passato al Partito Comunista: il 19enne Egon Canevascini ha infatti conquistato un seggio nel comune simbolo dell’ambientalismo. A Minusio è l’assistente universitario Sebastian Pabst a riuscire nell’elezione al consiglio comunale. Primo subentrante è Aliosha Boffa Cabrera, classe 1993, da poco nella Gioventù Comunista che, alla sua prima esperienza elettorale, raccoglie un importante risultato personale.  A Tenero-Contra, dopo aver mancato per un soffio addirittura l’elezione in Municipio, è eletto Giorgio Bomio, postino del paese e membro del Comitato Cantonale del Partito Comunista.  Il 22enne studente in economia politica Alessandro Lucchini, anch’egli membro del Comitato Cantonale del PC, porta i comunisti nel consiglio comunale di Giubiasco, il borgo dove a 16 anni aveva iniziato a interessarsi di politica durante la battaglia contro l’inceneritore dei rifiuti.  Nel Sottoceneri, con solo tre eletti, la situazione è meno rosea: sono infatti due gli eletti comunisti a Sorengo, mentre a Bioggio è stata scelta la più giovane consigliera comunale della storia.

La sinistra radicale non è unanime

A differenza del Partito Comunista (PC), l’altra medaglia della sinistra d’alternativa, ossia il Movimento per il Socialismo (MPS), partito di ispirazione troskista, ha – come da sua tradizione – preferito non partecipare alle elezioni comunali. In una circolare arrivata ai militanti, il coordinatore Pino Sergi ne ha spiegato il motivo: “Il livello povero delle discussioni in atto non fanno altro che confermare la bontà di questa scelta”, probabilmente auspicando una opzione astensionista. Di diverso avviso, naturalmente, il PC – alleato con MPS alle elezioni cantonali di un anno fa – che per l’attuale competizione ha invece schierato  propri candidati, molti dei quali giovani alla prima esperienza comunale. Il segretario politico Massimiliano Ay non concorda infatti con Sergi: “è chiaro che in politica comunale si rischia di finire a parlare di tombini e marciapiedi, ma anche in ciò vi si può nascondere speculazione e clientelismo, compito dei comunisti è quello di essere ovunque e contrastare queste prassi capitaliste e ascoltare la popolazione”.

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