Bellinzona la rossa: esplodono i consensi per la Sinistra Unita!


Che l’ex-procuratore pubblico Mario Branda potesse riuscire ad entrare nell’esecutivo della capitale ticinese era abbastanza certo, visto l’ottimo risultato personale delle scorse elezioni cantonali che lo ha visto in corsa per il Consiglio di Stato; nessuno però poteva immaginare che la Sinistra Unita, la lista che univa il Partito Socialista con il Partito Comunista, sarebbe riuscita – priva com’era del sostegno dei Verdi – a salire a ben tre municipali, con una crescita complessiva di quasi l’11% rispetto a quattro anni fa, quando il PS, privo dell’apporto di comunisti ed ecologisti, aveva perso un membro nel municipio e quattro consiglieri comunali. L’inversione di tendenza è merito anche dalla nuova presidente sezionale Clio Rossi, che è riuscita a ricucire lo strappo con il Partito Comunista e a promuovere una linea unitaria assieme a Massimiliano Ay che ha avuto il suo coronamento proprio di recente con la vittoria a favore del mantenimento in funzione della clinica dentaria comunale.

Il Noce perde i rami…

Il rimpasto avvenuto nel municipio della capitale riguarda però soprattutto il Noce, il movimento civico fondato dal sindaco estromesso Brenno Martignoni e inizialmente sostenuto anche dal Partito Comunista, che era riuscito a inserirvi un suo consigliere comunale. Nel 2008 il Noce sorgeva su tre questioni fondamentali, tutte condivise dai Comunisti: la leadership di Martignoni contro le privatizzazioni, la sua lotta contro l’inceneritore dei rifiuti di Giubiasco e la posizione netta a favore dello sciopero dei lavoratori delle Officine ferroviarie. Il PS cittadino, guidato allora da Paolo Bordoli, si era invece man mano piegato al diktat dell’egemone Partito Liberale-Radicale (PLR) dei manager Bixio Caprara (direttore del Centro sportivo di Tenero) e Giorgio Krüsi (banchiere), lasciando a Martignoni il ruolo almeno apparente dell’opposizione e dandogli un’immagine di sinistra e popolare. Il Noce – come peraltro Massimiliano Ay aveva pronosticato quattro anni fa creando non pochi malumori anche nel suo stesso Partito – non sarebbe infatti cresciuto tanto a scapito dei liberali, quanto a scapito dei socialisti. E il risultato di oggi, a quattro anni di distanza lo testimonia nella sua interezza. Durante la legislatura la sinistra ha ricomincato intelligentemente a dialogare e il PS bellinzonese ha saputo, come detto, rinnovarsi ed entrare in relazione con i Comunisti.

Addio al sindaco Brenno Martignoni

Il Noce aveva iniziato da tempo a perdere pezzi sul versante progressista, a iniziare da Sidney Rotalinti, direttore della rivista ambientalista “L’aria di domani”, entrato – dopo pochi mesi di matrimonio politico – in conflitto col sindaco. L’estate scorsa, poi, l’annuncio del consigliere comunale comunista Ay che confermava per aprile il suo addio alla formazione del sindaco e seguito dai consiglieri comunali uscenti Vinko Bilusic e Nadia Solari. E ora è arrivato l’impietoso risultato ai danni di un sindaco controverso, che sarà ricordato in ogni caso per aver difeso le Aziende Municipalizzate dalle grinfie liberiste di chi, come l’ex-vicesindaco socialdemocratico Dario Ghisletta, avrebbe voluto privatizzarle, e ad aver messo in discussione la collegialità che troppo spesso è stata una scusa per giustificare immobilismo e spartizione partitocratrica del potere. Si può quindi a giusta ragione classificare di dubbio gusto la presenza alla Casa del Popolo di Bellinzona, domenica al momento dello scrutinio, del sorriso neo-liberista di Caprara, ex-municipale della capitale che aveva mollato dopo essere stato sconfitto alla corsa per la poltrona di sindaco da Martignoni.

La sinistra che farà?

Il risultato conseguito dalla lista Sinistra Unita è storico. Mai socialisti e comunisti nella Turrita erano riusciti a eleggere il sindaco di quindicina e a eguagliare nell’esecutivo il peso del PLR, da sempre padre padrone della città. Una mezza rivoluzione, che fa perdere un seggio su due ai democristiani del PPD e che impedisce alla Lega dei Ticinesi di entrare nella stanza dei bottoni, nonostante la preoccupante ascesa in fatto di consensi. A giocare a favore della Sinistra Unita sono stati vari fattori: da un lato sicuramente la composizione della lista, estremamente qualificata e forte. Mauro Tettamenti, il municipale uscente, aveva accettato di mettere in gioco, rischiando molto, la sua stessa rielezione, confrontandosi con altri due pesi massimi come Branda e il medico Roberto Malacrida. Il segretario comunista, il 29enne Massimiliano Ay, è infine risultato primo subentrante in Municipio con uno scarto dall’uscente Tettamenti di 600 voti, forse uno dei migliori risultati mai conseguiti da un dirigente comunista a Bellinzona. Un altro fattore importante è il forte spirito di squadra dimostrato dai due partiti, sulla base di un programma comune che non aveva paura di mettere al centro temi quali la vivibilità, i servizi, gli spazi sociali e la mobilità. Il contributo del Partito Comunista è stato inoltre probabilmente determinante per catalizzare il voto di protesta giovanile che da tempo chiede uno skatepark, più tolleranza alle manifestazioni ricreative del centro storico e un centro giovanile autogestito presso la Casetta ex-Zoni vicino al liceo e alle piscine, nel mezzo del parco verde che dovrebbe vedere presto la luce. Ora si tratta di non deludere l’elettorato, ad iniziare dalla base tradizionale della sinistra, che non deve sentirsi orfana degli ideali e dei sogni che Branda in primis ha saputo attirare su di sé.

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