I socialisti ticinesi fra Lurati e… Craxi!

Strano ambiente, ben poco “operaio”, quello in cui, sabato 3 marzo 2012, il Partito Socialista ticinese ha deciso di riunirsi a congresso (il quarto in undici mesi!): è stata infatti la sala teatrale del Kursaal, il casinò di Locarno, a decretare la nomina di Saverio Lurati quale nuovo presidente del partito. Una scelta per acclamazione, visto che il sindacalista di Canobbio era l’unico candidato in lizza, dopo la rinuncia, poche settimane fa, del giovane politologo Nenad Stojanovic.

Lurati va a sostituire la direzione collettiva composta dalla capogruppo in Granconsiglio Pelin Kandemir-Bordoli, dall’ex-consigliere nazionale Fabio Pedrina e dall’esponente dell’ala destra del partito luganese, Alberto Leggeri. Tale triumvirato ha guidato il PS dall’aprile scorso, quando l’allora presidente Manuele Bertoli era stato eletto ministro dell’educazione nel Consiglio di Stato ticinese.

I nostalgici di Craxi

Kandemir e Pedrina con il PSI

Oltre a Francesco Maggi per i Verdi e a Massimiliano Ay con Simone Romeo per il Partito Comunista, fra gli ospiti al Congresso del PS vi erano anche, questa volta dall’Italia, i “nipotini” del pregiudicato Bettino Craxi: unica delegazione estera era infatti il rinato – si fa per dire – “Partito Socialista Italiano” di Riccardo Nencini. Il “PSI” è il frutto di una parziale riunificazione della diaspora della socialdemocrazia più a destra d’Europa, quella che considera Craxi un grande statista (anche se corrotto) e che per anni – almeno una parte di essa, il cosiddetto “Nuovo PSI” di Gianni De Michelis – è stata addirittura parte della coalizione di centro-destra guidata dall’ex-premier italiano Silvio Berlusconi. Pare insomma che per il PS le relazioni internazionali siano a geometria variabile: dopo aver invitato, l’anno scorso, il dirigente del Partito Democratico Piero Fassino, ora si passa infatti direttamente ai nostalgici craxiani.

Presenti al congresso, infine, anche gli esponenti dell’alta finanza come il manager bancario in quota PS, Alberto Di Stefano, dirigente della “Compagnie Bancaire Monegasque”. Ci chiediamo a questo punto se Di Stefano abbia apprezzato il discorso a favore dell’indebitamento keynesiano pronunciato sul podio da Leggeri, il quale – per superare la crisi – ha riproposto una ricetta tipica della socialdemocrazia europea degli anni ’70.

Il nuovo presidente

Lurati, 62 anni, già dirigente cantonale del sindacato UNIA, assume la guida del PS per i prossimi quattro anni, dopo un periodo travagliato per il partito, che ha incassato una sconfitta elettorale pesante alle elezioni cantonali dell’aprile 2011 e che lo scorso ottobre ha perso pure il suo secondo seggio al parlamento federale. La linea politica espressa da Lurati pare essere caratterizzata da una più marcata retorica anti-capitalista (“il capitalismo non è in crisi è in agonia”) e da un ritorno alla centralità del lavoro (e non poteva essere diversamente per un sindacalista proveniente dal settore dell’edilizia), anche se ai più malevoli il suo è sembrato, più che altro, un retaggio “operaista”. Per un partito la cui base sociale è composta essenzialmente dal ceto medio intellettuale e dai pubblici funzionari, c’è da chiedersi se sia questa la strategia vincente. In merito all’Unione Europea, tema che a sinistra continua a dividere, il nuovo presidente socialista pare nel segno della continuità: “non bisogna abolire gli accordi bilateriali, solo estendere le misure di accompagnamento!”.

La rinuncia di Stojanovic

Il contendente di Lurati era il deputato Nenad Stojanovic. Favorito dall’ala sinistra del partito e visto come un ringiovanirsi di un PS che altri avevano definito “un partito col rigors mortis”. Stojanovic ha però deciso di ritirarsi dalla corsa e a qualcuno fra i più critici, sottovoce, potrebbe commentare che il PS, probabilmente, risulta l’unico partito al mondo in cui i presidenti invecchiano invece di ringiovanire.

Nel suo discorso al Kursaal, Stojanovic ha spiegato questa sua scelta per evitare conflitti (“tragedie”) nel partito. L’intervento ha tuttavia lasciato trasparire elementi perlomeno ambigui: tutto improntato su una metafora teatrale, l’intervento di Stojanovic ha descritto a tinte cupe un sistema politico ticinese ben poco trasparente. “Spesso mi è sembrato di vedere un copione già scritto” – ha affermato – ammettendo di seguito come sia triste vedere dei socialisti partecipare a questo “teatrino”. E infine è stato sferrato un attacco alle sezioni comunali del PS colluse con i Municipi a maggioranza borghese: “sono attente solo all’ordinaria amministrazione dei comuni” ha tuonato! E dopo che la sala gli ha tributato l’applauso forse più convinto, è stata l’ex-presidente del PS fino al 2004, Anna Biscossa, a dirsi “preoccupata” per la rinuncia di Stojanovic in quanto sembrerebbe che nel partito non vi sia un clima tale da favorire il confronto.

Le correnti si sciolgono

Le correnti interne del PS pare abbiano definitivamente sepolto l’ascia di guerra: “Prospettive socialiste”, la corrente di sinistra ispirata da Franco Cavalli e coordinata da Adriano Venuti, pare infatti voler concludere la sua esperienza. Venuti ha infatti esplicitamente affermato di voler “mettere da parte le divergenze” e, con una metafora, ha invitato a voler chiudere in una “grande scatola dei chissenefrega” le differenze politiche e strategiche degli ultimi anni. E in merito al fatto che Saverio Lurati sia stato colui che nel sindacato era riuscito a silurare il leader operaio dello sciopero delle Officine, quel Gianni Frizzo, a difesa del quale “Prospettive socialiste” non solo si era schierata, ma aveva di fatto iniziato la sua stessa lotta politica, Venuti ha concluso: “la questione delle Officine non mi compete”!

I giovani si allineano

Contr’ordine, compagni! La Gioventù Socialista (GiSo) pare aver definitivamente chiuso la parentesi “contestatrice” che ne caratterizzava l’essenza sotto la guida di Egon Canevascini. Quest’ultimo, coordinatore del movimento per meno di un anno, aveva pubblicamente criticato il partito “adulto”, presieduto da Manuele Bertoli, per essersi “chiuso negli uffici” allontanandosi dalla base. Di tutt’altro avviso la nuova segretaria di GiSo, Denise Maranesi, che a Locarno ha lodato Bertoli, “la cui elezione in Consiglio di Stato ci riempie d’orgoglio” e ha continuato facendo un appello ad “aiutare” il nuovo presidente Lurati. Evaristo Roncelli, il neo-coordinatore del movimento giovanile, dopo un riferimento alla città congressuale (“Locarno è debole economicamente, anche se piace ai turisti”) e dopo essersi fatto immortalare con la bandiera dei giovani craxiani della FGS italiana, ha assicurato di fatto l’allineamento della GiSo al nuovo corso.

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