Ministério da Ciência, Tecnologia e Inovação
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In Brasile scienza e tecnologia finiscono nelle mani del Partito Comunista: “ridurremo la dipendenza dall’estero!”

In Brasile, da quando è stato annunciato il suo nome quale nuova ministra della scienza, della tecnologia e dell’innovazione nel governo di sinistra appena entrato in carica, la presidente del Partito Comunista del Brasile (PCdoB) Luciana Santos è stata sollecitata dai giornalisti e ha concesso numerose interviste. Siamo andati a leggerle e ne riportiamo qui alcuni estratti in sintesi poiché si tratta di un ministero che, forse, viene percepito come apparentemente secondario ma che invece ha una valenza strategica per la sinistra, e non solo in Brasile.

Priorità è riconquistare la sovranità nazionale!

All’agezia stampa UOL, Luciana Santos ha sottolineato il carattere strategico del ministero a lei affidato dal presidente Lula Da Silva poiché “non c’è Paese sovrano che non abbia una vigorosa politica di economia della conoscenza”. E subito ha aggiunto, proprio per rimarcare quanto per i comunisti brasiliani si tratti di un ruolo di prestigio: “è un settore fondamentale per ridurre la nostra dipendenza da prodotti, dai processi e dalla catena globale”. Insomma il PcdoB mira a portare nel governo Lula una chiara linea a favore della sovranità nazionale in ambito tecnico e scientifico. Come esempio più recente dei riflessi della dipendenza estera, Santos ha infatti ricordato alcuni dei gravi problemi affrontati durante la pandemia. In particolare – ha spiegato – “abbiamo avuto enormi difficoltà a reperire i respiratori. E il respiratore è meccanico, non è un’attrezzatura ad alta tecnologia, ma ciò rivela l’alto grado di dipendenza che hanno molte nazioni”. La grande sfida, quindi, ha ancora affermato la presidente del PCdoB “è garantire più autonomia al Paese” poiché, dopo tutto, “la grande disputa geopolitica nel mondo è per il dominio tecnologico”.

Per garantire la sovranità tecnologica del Brasile, Santos ha annunciato un forte intervento nel settore.

Nessuna decrescita, anzi: rilanciare l’industrializzazione!

A Globo News, la neo-eletta ministra ha evidenziato, tra l’altro, che “la sfida è di rimettere l’innovazione, la scienza e la tecnologia al più alto livello è strategico per rilanciare l’industrializzazione brasiliana”. Nessuna tendenza “decrescista”, insomma, come va invece di moda nella sinistra liberal ed ecologista europea… anzi, ben al contrario, Luciana Santos ha già presentato come misura la riattivazione di CEITEC, l’unica azienda di semiconduttori in America Latina messa in liquidazione dal governo Bolsonaro. Da marxista attenta allo sviluppo delle forze produttive, la presidente del PCdoB ha sottolineato che “quello che è successo negli ultimi tempi non può continuare ad accadere. Il Brasile ha ridotto [le risorse], solo nel Fondo nazionale per lo sviluppo della scienza e della tecnologia si è scesi da 5,5 miliardi di BRL nel 2010 a 0,5 miliardi di BRL nel 2021, che è ciò che continua fino ad oggi. Questo non fa parte di un progetto nazionale di sovranità”. Il neoministro ha sottolineato che il suo primo compito sarà quello di negoziare con il parlamento affinché si tornare a sovvenzionare il CNPq (Consiglio Nazionale per lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico) e dei Capes (Coordinamento per il miglioramento del personale dell’istruzione superiore)”.

Aumentare le borse di studio

In questo senso, la ministra comunista ha spiegato in un’intervista a O Globo, il riadeguamento del valore delle borse di master e dottorato: “la percentuale da applicare sarà discussa ma deve essere pari all’inflazione del periodo in cui le risorse erogate agli studenti sono congelate, cioè dal 2013”. Secondo i tecnici che si sono dedicati all’argomento la correzione verso l’alto dovrebbe almeno essere di ben il 40%. Una boccata d’ossigeno che rafforzerà l’innovazione in Brasile e ne favorirà ulteriormente la crescita economica all’interno dei paesi emergenti guidati dalla Cina.