Nei Comuni ticinesi, i comunisti avanzano proposte contro il carovita

Nei Comuni ticinesi, la fine dell’anno coincide come di consuetudine con la discussione dei conti preventivi dell’anno successivo. In questo 2022 segnato dall’intensificazione del conflitto in Ucraina e dal drastico ritorno dell’inflazione, il dibattito nei consigli comunali del Cantone si è concentrato proprio sul tema del carovita e dell’aumento dei costi energetici. Il Partito Comunista (PC), che dispone di una dozzina di consiglieri comunali nei principali centri e in vari Comuni di taglia media, si è fatto promotore di varie iniziative per potenziare l’aiuto sociale alle fasce meno abbienti ed al ceto medio, particolarmente toccati dal rincaro che rischia di ridurne sostanzialmente il potere d’acquisto.

Lugano: fondo sociale bocciato, ma adeguati al rincaro gli aiuti sociali

Nella più grande città del Cantone, il consigliere comunale comunista Edoardo Cappelletti con il Gruppo PS-PC aveva sollevato la questione già in settembre, quando aveva richiesto al Municipio di versare i dividendi dell’azienda elettrica cittadina in un fondo di sostegno per famiglie e PMI. Richiesta cui l’esecutivo luganese aveva risposto negativamente, sollevando però l’interesse del gruppo del Centro, in collaborazione col quale Cappelletti (che siede anche in Commissione della gestione) ha elaborato con il Gruppo PS-PC una proposta d’emendamento al preventivo 2023 volta a costituire un fondo contro il rincaro dal valore di 5 milioni di franchi, con cui finanziare un aiuto economico straordinario (una tantum) per le economie domestiche in difficoltà a causa dell’inflazione. In aula, durante la seduta del 19 dicembre, il consigliere comunale comunista ha così motivato la richiesta presentata congiuntamente al gruppo democristiano: “a fronte del rincaro generalizzato, che ha interessato le tariffe dell’energia ma anche altre voci di spesa come i premi di cassa malati, la Città ha il compito di fornire un sostegno concreto, mirato e tempestivo alle persone maggiormente in difficoltà. Il contributo da noi proposto, che intende essere versato in maniera proattiva, ai ceti medio/basso e limitatamente al 2023, permette di andare in questa direzione. Si tratta di una proposta socialmente necessaria, finanziariamente sostenibile e tecnicamente fattibile”. Una proposta bocciata però dal plenum: solo 18 i voti favorevoli all’emendamento (quelli di PC, PS, Verdi e Centro), insufficienti di fronte ai 30 voti contrari di PLR, Lega, UDC e MTL/Più Donne. Malgrado la bocciatura, la proposta di un fondo sociale sembra aver comunque smosso qualcosa in riva al Ceresio: all’indomani della seduta del consiglio comunale, il sindaco leghista Michele Foletti ha dato la sua disponibilità ad un potenziamento degli aiuti ordinari previsti dal Regolamento sociale comunale, estendendone la cerchia di beneficiari. Un provvedimento, questo, che era stato sollecitato sempre da Cappelletti con un’altra interrogazione presentata lo scorso mese di luglio e che è stato quindi finalmente recepito dal Municipio.

Edoardo Cappelletti ha promosso la costituzione di un fondo sociale contro il carovita a Lugano.

Anche in Capriasca il centro-destra rifiuta un aiuto sociale straordinario

Molto simile il dibattito che ha avuto luogo nel comune di Capriasca, dove anche il comunista Zeno Casella (presidente del legislativo comunale) ha avanzato – congiuntamente a Verdi e PS – la proposta di costituire un fondo sociale contro il carovita. I 150’000 franchi del fondo avrebbero dovuto essere raccolti in parte tramite misure di risparmio sospendendo alcuni interventi non urgenti di manutenzione e in parte aumentando (di 65’000 franchi) le spese totali del Comune. Se a Lugano il Centro ha aderito alla proposta proveniente da sinistra, nella pieve poco distante quest’ultima ha condotto in solitaria la battaglia per un aiuto sociale straordinario, andando incontro anche in questo caso ad una bocciatura: solo 11 i voti favorevoli, a fronte di 16 contrari (Centro, PLR, Lega e UDC). La questione pare però essere tutt’altro che archiviata: il gruppo “Onda rossa” (che riunisce PS, PC e indipendenti) ha già annunciato di voler proporre l’istituzione di un Regolamento sociale comunale, simile a quello già esistente a Lugano e recentemente introdotto anche a Bellinzona su proposta del consigliere comunale comunista Alessandro Lucchini.

A Bellinzona il PC respinge sia i venti d’austerità che l’opposizione sterile

Proprio nella Capitale, dopo che lo scorso anno i due membri comunisti del legislativo avevano dato fiducia al Municipio, quest’anno sono tornati ad astenersi, lamentando che per quanto la giunta capitanata dal sindaco socialista Mario Branda abbia evitato tagli e abbia dimostrato coraggio nel continuare gli investimenti che la maggioranza borghese avrebbe voluto frenare, non ha risposto concretamente ad alcuni degli auspici che il PC aveva formulato l’anno prima. Premettendo che “l’opposizione non può ridursi a un gioco del ‘tutti contro tutti’ e che i preventivi “non sono dei semplici esercizietti contabili”, nel suo intervento in aula il consigliere comunale Massimiliano Ay – suscitando l’apprezzamento del sindaco – ha bacchettato tutti gli altri partiti, rei secondo lui di non essere coerenti, di pretendere cioè che si risparmi ma nel contempo lamentandosi che il Municipio faccia troppo poco.

Massimiliano Ay, consigliere comunale e deputato, ha bacchettato i partiti bellinzonesi.

Ay ha continuato: “Il rapporto di minoranza di Lega/UDC insiste nell’arrivare al pareggio dei conti senza più né se né ma, cioè impedire di svolgere funzione anti-ciclica e costringere l’esecutivo a una politica risparmista che bloccherà lo sviluppo della Città”. Ma anche l’altro rapporto di minoranza quello di MPS/Verdi è stato giudicato pessimo dal PC, in quanto “sterile”: “insiste su alcuni principi che a tratti esulano dalla politica comunale pur di non riconoscere nulla di positivo alla conduzione della città”. Il rapporto di maggioranza – presentato dal capogruppo liberale Tiziano Zanetti ma sottoscritto con riserva anche dalle commissarie del Partito Socialista – chiedeva al Municipio “di contenere la crescita della spesa” e contestava la mancata applicazione della “spending review” invitandolo addirittura a maggiori esternalizzazioni e a vendere beni pubblici. Si tratterebbe di “un fare minimalista, che azzopperebbe la vivibilità della Città” ha incalzato il rappresentante comunista, che non le ha mandate a dire nemmeno all’Esecutivo per non aver assunto più personale nei servizi sociali nonostante il carico di lavoro in aumento. E anche nella scuola il bilancio è in chiaroscuro: “bene per la settimana verde, meno bene per il fatto che accanto alla positiva reintroduzione della settimana bianca dello scorso anno, resti escluso il pernottamento che ha anch’esso un valore educativo e comunitario che andrebbe valorizzato” ha spiegato il consigliere comunista.

A Morbio Inferiore si presentano due mozioni per contrastare il carovita

Nel Comune di Morbio Inferiore Martino Marconi, consigliere comunale comunista e capogruppo di Morbio 2030 (Sinistra e Verdi), ha presentato invece due mozioni. La prima chiede di aumentare i sussidi comunali all’acquisto degli abbonamenti del trasporto pubblico fino al 50% per i giovani, mentre la seconda mira a istituire un regolamento sociale per permettere al Comune di sostenere puntualmente le persone che si trovano più in difficoltà. Secondo Marconi, ‘‘questo momento è terribilmente difficile per tutti noi, che ci troviamo confrontati con una situazione economica spaventosa. Queste due mozioni vogliono essere un tentativo propositivo di alleviare i rincari che pesano sulle famiglie’’. Le mozioni saranno dunque analizzate prossimamente dalle Commissioni e, in seguito, discusse dal plenum.