I Verdi ticinesi rompono coi socialisti e aprono agli sgravi fiscali

Si sono riuniti allo Spazio Aperto di Bellinzona nel tardo pomeriggio di giovedì 9 giugno 2011: i Verdi del Ticino in assemblea erano una sessantina e hanno approvato all’unanimità la lista degli otto nomi che il partito presenterà per l’elezione del Consiglio nazionale in ottobre. La capolista sarà Greta Gysin, politologa 28enne di Rovio e attualmente deputata al Granconsiglio e sarà accompagnata da Elena Bacchetta (presidente dell’associazione degli utenti dei trasporti pubblici), Matteo Bizzozero (psicologo), Claudia Cappellini (farmacista), Claudio Zanini (imprenditore nell’ambito delle energie rinnovabili), Jessica Bottinelli (studentessa in scienze ambientali), Samuele Comandini (gestore immobiliare delle ferrovie) e Pierre Zanchi (imprenditore nel settore dell’artigianato alimentare biologico).

La linea strategica del partito ecologista è stata chiarita senza più ombra di dubbio: completa e totale autonomia dal Partito Socialista e costruzione di una propria identità di partito indipendente e di opposizione. Concretamente ciò si traduce nella mancata congiunzione delle liste, nonostante il rischio che – così facendo – il secondo seggio socialista, dato ormai per perso da tanti osservatori, possa passare all’estrema destra piuttosto che a loro: “è una partita difficile ma ce la possiamo giocare fino in fondo. Abbiamo delle possibilità concrete”, si è affrettata a dire Greta Gysin. In sala erano presenti anche Carlo Lepori per il Partito Socialista (PS) e Massimiliano Ay per il Partito Comunista (PC) che hanno dovuto prendere atto della linea “indipendentista” degli ecologisti. Lepori ha lasciato la sala poco dopo l’inizio, mentre Ay – che di recente ha spinto il suo Partito a una cosiddetta “svolta eco-sociaista” – ha assistito ai lavori sino alla fine, scambiando poi delle opinioni con i delegati verdi.

L’assemblea si è aperta con la relazione politica del coordinatore Sergio Savoia, che non si candiderà alle elezioni federali per far spazio ai giovani. Sensibilità verso le nuove generazione che è stata esplicitata anche nel discorso di Savoia, che ha sottolineato le incertezze che i giovani devono subire oggi a livello di occupazione, di incertezza per il futuro, ecc. Non sono evidentemente mancate frecciatine all’indirizzo della Socialdemocrazia ticinese, Savoia si è infatti riferito all’iniziativa “per un’AET senza carbone” da poco bocciata in votazione popolare: “ho provato una grande delusione e una grande rabbia per quella parte del PS che ha sabotato la nostra iniziativa, schierandosi con il controprogetto” – ha spiegato – “ma questa rabbia e questa delusione conferma la bontà della scelta di autonomia che i Verdi hanno preso nei confronti dei socialisti. Perché noi siamo diversi da un gruppo dirigente che calpesta i più fondamentali principi etici e fondanti del progressismo, schierandosi con il carbone. Un gruppo dirigente, quello del PS, che, accanto ad alcuni funzionari della VPOD, spesso sono disposti a tutto per salvaguardare il pubblico. Se ci fosse un’azienda pubblica che produce mine anti-uomo, la VPOD e una parte del PS la difenderebbe!”. Una critica insomma neanche troppo velata al corporativismo “laburista” a cui è rimasta ancorata una certa burocrazia sindacale legata alla socialdemocrazia svizzera.

Savoia ha pure affrontato il tema fiscale e ha chiesto al governo di accelerare la presentazione di un controprogetto sull’iniziativa leghista che chiede sgravi alle imposte. “Noi siamo disponibili ad affrontare questo tema, senza pregiudizi” ha detto il coordinatore del partito lasciando aperte le porte a una fiscalità più snella per le aziende e discostandosi dalle tipiche posizioni della sinistra, ribadite ancora durante la campagna elettorale dai comunisti: “l’iniziativa fiscale della Lega serve solo alle aziende di Bignasca”, ossia ai ricchi, aveva tuonato il segretario del PC in un’intervista prima di aprile. Ciò non può però bastare per sostenere che i Verdi siano ormai di destra, sarebbe una fin troppo facile analisi: durante l’assemblea, al contrario, si è ribadito il ruolo di opposizione che il partito deve avere, si è preannunciato che sugli appalti pubblici i Verdi saranno molto duri ed è stato garantito che “non ci sarà una carta sospetta, di cui veniamo a conoscenza, che non verrà resa pubblica, per ipocrite questioni di riservatezza e collegialità”. Quella collegialità che già i comunisti avevano esplicitamente condannato durante il loro ultimo congresso ma che i socialisti invece rispettano nel modo più assoluto favorendo il perdurare di un sistema politico immobilista e borghese. Altri interventi hanno sottolineato l’importanza dell’imprenditoria ecologica, chiarendo la presenza di sempre più esponenti ecologisti ma con sensibilità economicamente liberali, anche se non è mancata una dichiarazione critica nei confronti della globalizzazione e una richiesta a battarsi per una certificazione di qualità dei prodotti importati dall’Unione Europea (e non solo) nell’ottica della difesa delle produzioni che non danneggiano l’ambiente e soprattutto che non prevedono lo sfruttamento della manodopera. Ad ogni buon conto, quello che appare ormai chiaro, è che i Verdi non sono più un partito monotematico, al contrario stanno dimostrando un’apertura su tanti altri temi con una visione riformista di un vago centrosinistra più moderna rispetto a quella del PS. Non a pochi, infatti, sembra chi Verdi stiando tentando di diventare il vero partito social-liberale in Ticino a scapito di un PS ormai invecchiato, troppo isitituzionalizzato e colluso con la partitocrazia dominante che lottizza i posti pubblici.

Sergio Savoia ha poi concluso il suo intervento ribadendo la strategia di partito di opposizione dei Verdi e lo ha fatto citando il fondatore della Apple, uno dei pionieri dell’informatica, Steve Jobs che aveva detto: “Noi siamo i pirati; NON siamo la Marina”. I pirati sarebbero infatti un collettivo comunitario, compatto e dinamico, flessibile tatticamente ma con un obiettivo da raggiungere molto chiaro e poco inclini ai compromessi. Ma ai più malevoli non è sfuggita il gioco di parole: con Marina si intende davvero la flotta militare che contrastava i pirati? O forse Savoia ha lanciato una nuova frecciatina, questa volta più nascosta, alla candidata di punta del PS al parlamento, appunto Marina Carobbio? Ma questa è solo speculazione…

4 Comments


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    Giovanni Galli ha detto:

    finalmente … finalmente i verdi mostrano quel che sono, tolgono la maschera e via … si lanciano per gli sgravi fiscali, del resto era il verdissimo savoia che solo qualche giorno fa diceva “noi non dobbiamo spostarci politicamente a sinistra. Dobbiamo anzi coprire lo spazio che in Svizzera viene coperto dai Verdi liberali”. Così non solo guardano al centro ma copulano sempre più con la destra.
    Del resto quando tutti i partiti (o quasi) optano per la fine del nucleare anche loro devono riciclarsi.
    Certamente una tattica utile e furba. Ma che puzza questo riciclaggio.


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      donato ha detto:

      Giovanni Galli, membro del sedicente gruppuscolo “La Sinistra / La Gauche” dovrebbe ricordare prima di tutto che il suo consigliere nazionale aderisce al gruppo dei Verdi in parlamento! Un po’ più di coerenza non guasterebbe! I Verdi sono un partito a sinistra del PS anche se il suo coordinatore ha una strategia di rubare i voti degli ambientalisti moderati. Ma fra i Verdi che sono pronti a valutare degli sgravi fiscali alle aziende della green economy e un PS che favorisce le privatizzazioni, mi dite voi chi è meglio?


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      quadroni ha detto:

      Troppo semplicismo signor Galli: questo livore anti-Verdi è inutile e simile a quello che si respira ai piani alti del PS e che lo porterà allo sfacelo. Savoia però fa un errore a non fare una congiunzione delle liste coi comunisti in funzione anti-PS: i Verdi si prenderebbero comunque i voti moderati perché i comunisti sarebbero comunque su un’altra lista e la collaborazione indiretta sarebbe una mossa vincente contro la partitocrazia di sinistra e attirerebbe enormemente i giovani che non sono mica scemi di andare al PS, il partito dei vecchi e dei giovani carrieristi.


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    Giovanni Galli ha detto:

    Finalmente riesco a vedere i commenti, mi ero allarmato per nulla … ebbene volevo replicare rapidamente che 1) nessun livore anti verde corrode le mie sinapsi, antinuclearista da sempre, uso i trasporti pubblici quotidianamente, faccio la spesa bio nel limite del salario, compro libri usati, uso solo batterie ricaricabili, riciclo i sacchetti, faccio la legna, composto i rifiuti, non faccio le vacanze nei paesi esotici, quando devo usare una automobile e regolarmente occupata per i 4/5, spengo sistematicamente gli apparecchi elettrici, e quant’altro. Quindi nessun livore anti verde. Anzi. Semmai livore anti centrismo. 2) Semplicemente faccio delle osservazioni che credo possano servire a creare una alternativa di classe. 3) Disquisire su chi sia il nuovo centro? Di questo vogliamo occuparci? Quella indicata da Donato, per me, non é una scelta.
    4) quanto al “sedicente” che Donato vuole affibbiare al gruppo La sinistra, vedrà che il suo programma non differisce in quello del Partito Svizzero del Lavoro. Ciò é paradossale. Ma tant’é.
    5) per quanto riguarda Zisiadys invece ha ragione. Faccio però cortesemente notare che comunque alla resa dei conti Zisiadys sembra aver indicato una via – lavorare con i verdi – che molti oggi credono utile tatticamente cavalcare.

    Un saluto

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