Da mesi il Moesano sta vivendo un’evoluzione politica decisamente fuori dagli schemi: la fondazione a destra della “Lega dei Mesolcinesi” accompagnata a sinistra dal sorgere di un gruppo di giovani promotore di una sezione grigionese del Partito Svizzero del Lavoro (i comunisti svizzeri) ha senza ombra di dubbio caratterizzato tale situazione.
Sin dai primi annunci provenienti da Fausto a Marca, ex-consigliere comunale di Bellinzona nonché padre fondatore della Lega dei Mesolcinesi, circa un’espansione leghista dal Ticino verso la Mesolcina vi è stata una serie di “botta e risposta” tra lo stesso a Marca ed il giovane Janosch Schnider di Mesocco nonché membro del Comitato centrale del Partito Svizzero del Lavoro.
Qualche tempo dopo i riflettori sono stati poi puntati sulla sezione del Partito Socialista di Mesocco, la quale ha pubblicamente annunciato l’espulsione di Davis a Marca, municipale “socialista” mesoccone eletto presidente della Lega alla sua assemblea costitutiva senza neppure presentare la dimissioni dal partito socialdemocratico.
La situazione non si è di fatto ancora calmata: oggi la Lega ci stupisce ancora e comunica di essere arrivata a degli accordi con la sezione retica dell’Unione Democratica di Centro, il partito nazionalista e liberista della destra radicale. Fausto a Marca si sarebbe infatti recato a Coira per stipulare un accordo che comprenderebbe l’inglobamento delle sezioni democentriste presenti nel Moesano nella struttura organizzativa della Lega. Tale accordo deve ancora essere ratificato dall’assemblea cantonale dell’UDC retico, ma i giochi sembrerebbero fatti.
Resta quindi da chiedersi il motivo per cui l’UDC abbia stipulato un simile accordo con i leghisti mesolcinesi, anche se con molta probabilità potrebbe trattarsi puramente di questioni elettorali. In questo modo la Lega avrebbe infatti la ghiotta opportunità di radicarsi in Bassa Mesolcina – specialmente nel capoluogo distrettuale, Roveredo – ed accentuare la propria presenza nelle istituzioni di tutta la Mesolcina. Dal canto suo, l’UDC retico potrebbe contare sul forte appoggio della Lega nelle questioni cantonali e regionalistiche, confidando nel fatto che il bacino elettorale dei leghisti – congiunto a quello dei democentristi vallerani – possa accrescere con il passare del tempo, godendo di un trend che si è visto con la Lega nel vicino Canton Ticino (dove è riuscita a scalzare l’egemonia ultra-secolare del Partito Liberale-Radicale) e con l’UDC a livello nazionale, dove il partito di Blocher ha un’influenza sempre più grande.
Nel frattempo il giovane deputato nel legislativo roveredano Mattia Antognini – membro del Partito del Lavoro ed eletto sulla lista dei Giovani di Sinistra – si chiede se le dimissioni del collega Roberto Keller – eletto tra le fila dell’UDC – inoltrate la scorsa settimana alla cancelleria comunale siano dovute alla strategia adottata dal proprio partito nei confronti della Lega.
Ad ogni buon conto la situazione politica nel Grigioni italiano appare evidente: si sta creando una disaffezione verso la partitocrazia storica e i soliti nomi che speculano sulla politica retina. Questo clima potrà favorire un radicamento sul territorio del movimento operaio di tradizione marxista con i giovani del neonato Partito del Lavoro, che potrebbe – se decidesse di candidarsi alle elezioni cantonali e federali – creare problemi a un Partito Socialista già abbastanza invecchiato e poco attrattivo, e a un movimento populista valleranno e tradizionalista che potrebbe smuovere un elettorato conservatore, contadino e popolare stanco delle burocrazie liberali e democristiane che hanno reso il Grigioni un cantone immobilista e al traino di altri.
L’importante è che il Partito del Lavoro abbia il coraggio di presentarsi alle elezioni e non portare acqua al mulino del Partito Socialista un partito di liberali anche un po’ nazionalisti che si chiamano socialisti solo per divertimento.