I “volta marsina” non ci sono solo in Ticino, ma anche a Poschiavo!

Dopo i socialisti Giancarlo Seitz e Cleto Ferrari che passano dal PS alla Lega dei Ticinesi e il comunista Rodolfo Pulino che trasloca a casa di Giuliano Bignasca, anche nel Grigioni Italiano, e più in particolare in Valposchiavo, troviamo un transfugo molto strano: Michele Micheli, passa dal Partito del Lavoro (PdL) al Partito Democratico Cristiano (il PPD in Ticino). Una conversione anch’essa piuttosto radicale che lascia stupiti a sinistra come a destra. Abbiamo così deciso di interpellarlo per capire meglio le sue riflessioni, ma finora non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Se nei casi citati in precedenza pare che la motivazione principale del cambio di casacca sia dovuta alla speranza di ottenere (o riottenere) con più facilità un “cadreghino” nel parlamento cantonale, nel caso poschiavino la situazione pare diversa. Stando a voci raccolte nella località grigionese pare che Michele Micheli e la sua famiglia abbiano subito numerose pressioni sull’adesione a un partito non tradizionale per la realtà vallerana. Stando ad alcuni abitanti che hanno voluto mantenere l’anonimato, non sarebbero addirittura mancate le velate minacce inerenti la ricerca di un posto di lavoro per il giovane Micheli, che nel frattempo svolgeva il suo servizio militare nella truppa dei granatieri. Una delle figure che più si sarebbero infastidite per l’arrivo di un nuovo partito in paese, e per di più comunista, pare essere stato il “podestà” – orribile appellativo di epoca fascista che a Poschiavo indica il sindaco.

Che Michele Micheli abbia scelto inizialmente il Partito del Lavoro, venendo eletto addirittura dirigente unitamente ad Arkus Raselli (vedi la nota stampa: http://www.ilbernina.ch/article.php3?id_article=6822) appare per alcuni suoi amici molto strano, non avendo egli mai avuto grandi propensioni politiche e mai si era distinto per il suo anticonformismo. Eppure, ciononostante, Micheli risulterebbe anche essere stato tesserato per il Partito dei Comunisti Italiani: un impegno quindi a tutto campo, con un pizzico di “internazionalismo proletario” che evidentemente a Micheli stava a cuore, tanto è vero che partecipava all’associazione poschiavina “Insieme per domani”, che riuniva alcuni giovani del paese ed era animata proprio da Massimo Tuena, che risulta membro della Direzione del Partito dei Comunisti Italiani all’estero. Un funzionario dirigente del Gruppo Comunista (GUE/NGL) al Parlamento Europeo, Roberto Galtieri, è stato poi addirittura ospite d’onore dell’associazione frequentata da Micheli.

Purtroppo pare che ancora una volta nella piccola Svizzera la repressione anti-comunista, sulla cui utilità visti i risultati elettorali dei comunisti ci si può domandare il senso, va avanti. Ma chissà che Michele Micheli non abbia dovuto piegare il capo temporaneamente per coltivare sotto sotto il suo essere rivoluzionario all’interno dell’affarismo democristiano? Affaire à suivre…

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