//

L’embargo contro Cuba indigna la Svizzera: lanciata una petizione.

“Cuba ha preso le misure necessarie per proteggere il nostro popolo e ha anche teso la mano dell’amicizia e della solidarietà per affrontare la pandemia, inviando 24 brigate mediche in 22 Paesi, il che è motivo di orgoglio per noi, cubani di tutto il mondo”. A dirlo in una nota stampa del 30 aprile scorso è Mixaris Gerosa Pérez Concepcion, presidente dell’Associazione dei cubani residenti in Svizzera e nel Liechtenstein ‘Somos Cubanos’. Nel contempo, però, questo impegno è ostacolato dalle sanzioni economiche, commerciali e finanziarie che il governo degli Stati Uniti continua a imporre ai danni di Cuba e di altre nazioni sovrane rendendo così molto più difficile affrontare la pandemia.

Vietato vendere ventilatori medici a Cuba

L’embargo contro Cuba – continua sempre l’Associazione dei cubani residenti nel nostro Paese – rende più difficile “l’acquisizione e la donazione del materiale medico e delle attrezzature necessarie per combattere il coronavirus. Questa politica imperiale si sta diffondendo in tutto il mondo, cercando di impedire alle imprese e alle banche di altri paesi di fare affari e di operare con Cuba e di soffocare qualsiasi tentativo di appoggiare la nostra Patria”.

Bisogna infati sapere che i fornitori abituali di ventilatori polmonari erano le due aziende svizzere IMT Medical SA e Acutronic Medical Systems SA, le quali però hanno cessato le loro vendite a Cuba dopo essere state acquisite dalla società americana Vyaire Medical Inc. Persino organizzazioni umanitarie attive in ambito medico come mediCuba Europa e mediCuba Svizzera sono state ostacolate perché molte banche elvetiche si sono rifiutate di effettuare transazioni finanziarie verso l’Isola per paura di rappresaglie da parte di Washington.

Il Partito Comunista scrive a Ignazio Cassis

In una lettera indirizzata il 27 marzo al consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri, il Partito Comunista svizzero aveva chiesto al governo di Berna di esercitare, tramite i propri canali diplomatici, un’adeguata pressione nei confronti del governo degli Stati Uniti, principale promotore dell’embargo verso Cuba, affinché proceda perlomeno a sospenderlo. Una richiesta rafforzata da un appello del 24 marzo dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, che aveva denunciato le gravose implicazioni negative che l’embargo comporta per il sistema sanitario nazionale cubano.

Nella missiva rivolta a Palazzo Federale, il segretario politico dei comunisti svizzeri, Massimiliano Ay, ha rimarcato: “ci auguriamo che la Svizzera neutrale e dalla tradizione umanitaria possa dare il buon esempio operando attivamente affinché il bloqueo sia superato. L’intera umanità si infatti trova confrontata con una pandemia di enormi dimensioni che sta portando al proprio limite interi sistemi sanitari nazionali, con pesanti implicazioni negative sia per la salute pubblica sia la situazione socioeconomica dei paesi più colpiti dal nuovo Coronavirus, soprattutto per quelli appartenenti alla fascia dei paesi in via di sviluppo”.

Sempre Ay informa che il ministro degli esteri Cassis ha risposto al Partito Comunista il 9 aprile scorso ricordando la decisione della Confederazione di votare a favore della risoluzione presentata all’ONU per porre fine al blocco economico contro Cuba.

Lanciata una petizione al Consiglio Federale

Occorre però fare di più, non basta ricordare il voto della diplomazia svizzera all’ONU per pulirsi la coscienza: questa è l’opinione dei comunisti svizzeri che hanno infatti lanciato una petizione on-line. Samuel Iembo, membro della Direzione del Partito Comunista svizzero, che ha curato il lancio della stessa spiega: “con questa petizione chiediamo che il Consiglio Federale faccia pressioni sugli Stati Uniti per eliminare le sanzioni su Cuba soprattutto in questo momento di grande emergenza sanitaria in cui tutte le risorse devono essere a disposizione per sconfiggere la malattia”. Nel testo della petizione si specifica infatti come “il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba dura da 58 anni e impedisce ai cubani non solo di sviluppare al meglio la propria economia ma provoca carenze a livello di cibo, carburante, infrastrutture, ma anche farmaci, ecc.”. Conclude Iembo: “le sanzioni rappresentano lo strumento con cui gli USA tentano di distruggere economicamente e di destabilizzare socialmente quei paesi che, come Cuba, non vogliono allinearsi al modello capitalistico atlantico”.

L’invito che come redazione di Sinistra.ch avanziamo è naturalmente di firmare massicciamente e di far circolare la petizione che trovate al sito: http://chng.it/hXxphvvh