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Solari a Berset: “Voi non ci regalate niente!”: inizia il 68° Festival del film di Locarno

Si è aperto oggi la 68esima edizione del Festival Internazionale del Film di Locarno. Una Piazza Grande gremita ha accolto il discorso del presidente della kermesse locarnese Marco Solari, che ha tenuto a ringraziare il Consigliere federale Alain Berset per l’appoggio che il governo nazionale concede al Festival. Ringraziamento che, poche ore prima, durante la cerimonia d’apertura per i professionisti, i giornalisti e gli invitati speciali svoltasi alla ex-Scuola Magistrale, aveva assunto un tono a dire il vero un po’ particolare: Solari aveva infatti esplicitato in faccia al ministro socialista che: “voi non ci regalate niente”. Un’affermazione che, in politichese, non lascia spazio a troppe interpretazioni sul clima con cui a Berna si pensa alla manifestazione cinematografica ticinese per antonomasia.

Alla ex-Magistrale si sono visti anche alcuni voti noti della politica: l’ex-consigliere nazionale PS Franco Cavalli, il coordinatore della Gioventù Comunista Samuel Iembo, il consigliere agli stati PLR Fabio Abate, il municipale PPD di Locarno Giuseppe Cotti, il consigliere comunale PC di Locarno Nicolas Fransioli, il direttore dell’Istituto di Storia e Filosofia del Pensiero Contemporaneo (ISPEC) Davide Rossi, il deputato PLR in Gran Consiglio Nicola Pini, il promotore del Centro Culturale Il Rivellino Arminio Sciolli, il capo della cineteca di Stato del Cremlino Nikolaj Borodachev, ecc.

Ma, come sempre, il Festival si apre con alcune polemiche. Se già qualche mese fa aveva fatto discutere la decisione di collaborare con l’Israel Film Fund (IFF), la cineteca sionista legata al regime israeliano, ora la situazione sembrerebbe addirittura peggiorare. Se il Partito Comunista – che per primo aveva criticato le scelte di politica estera dei vertici del Festival – ha mantenuto un atteggiamento tutto sommato equilibrato anche in Granconsiglio, dove il deputato Massimiliano Ay, pur rimarcando i problemi, aveva votato il credito a favore della manifestazione cinematografica; ben più netta è stata la regista tunisina Raja Amari, che ha ritirato il suo film in programma negli “Open doors” come forma di protesta per il legame che il Pardo ha deciso di stabilire con la cineteca sionista vincolata a quel regime che reprime culturalmente (e non solo) il popolo palestinese. Da qui l’idea di Sciolli, Rossi e altri esponenti del mondo politico e culturale di proiettare due film palestinesi nell’ambito della rassegna indipendente “L’altra faccia del Pardo”.

Oltre all’apertura israeliana, le altre polemiche ai danni di Solari riguardano il fatto che alcuni sponsor abbiano offerto un pernottamento a Locarno ad alcuni politici federali: chi lo vede come un investimento per far conoscere la nostra realtà anche ai politici di milizia degli altri cantoni, chi addirittura lo interpreta come una forma di corruzione. Da ultimo il film sulla repressione dei cristiani in Irak: bloccato dal direttore Carlo Chatrian per motivi artistici suscitando l’indignazione – fra gli altri – del deputato PPD Giorgio Fonio, la pellicola sarà proiettata proprio dal Centro Culturale Il Rivellino.

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