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Salari equi per una società più fraterna

Il 31 dicembre dell’anno scorso, dopo aver pranzato alla mensa sociale delle ACLI a Porza, mentre stavamo salendo in macchina per far ritorno a casa, la mia bambina di nove anni, dall’alto della sua innocenza cristallina, mi disse: “Papà, quella bambina ha pochissimi giochi!” Si riferiva ad una coetanea, incontrata nel salone del centro Bethlehem, con la quale aveva avuto modo di giocare prima di pranzare. Accarezzandole dolcemente la testa, replicai dicendole che, sebbene i suoi genitori fossero poveri, in un posto come quello la sua famiglia poteva trovare ogni giorno un po’ di prezioso calore umano.

Il calore umano, soprattutto per i bambini,  è sempre stato e sempre sarà un diritto fondamentale. E sono sicuramente molti i genitori che, nonostante vivano situazioni di indigenza, riescono a trasmettere tanto amore ai propri figli. Eppure, lunghi turni di lavoro, magari addirittura irregolari, con salari assai poco dignitosi, impediscono spesso di avere tempo ed energie da dedicare ai bambini. Non parliamo poi della possibilità di acquistare un bel gioco alla moda.

Sandro Pertini, già presidente della Repubblica italiana, durante un’intervista espresse questo concetto: “Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana”.

Io un lavoro ce l’ho, un lavoro interessante, per di più retribuito in modo adeguato. Riesco pure a dedicare quotidianamente un prezioso momento alle mie figlie. Grazie al mio lavoro posso permettermi un’automobile, delle vacanze, addirittura una casa. Nelle giuste occasioni mi è anche permesso di regalare qualche giocattolo alle mie bambine. Ebbene sì, sono proprio fortunato.

Eppure, l’eco delle parole pronunciate da mia figlia a San Silvestro riecheggia forte nel mio cuore. Parole che reclamano a gran voce una vera giustizia sociale in un paese libero e democratico che ha il dovere di lottare con tutte le sue forze contro il fenomeno dei working poors. Certo, bisogna riconoscere che il sistema svizzero, paragonato alle pratiche di altri paesi, è abbastanza attento verso chi è sfavorito. Ciononostante, la povertà, soprattutto quella nascosta, esiste pure nel nostro paese ricco ed opulento. Eccome se esiste!

Dunque, per favorire la giustizia sociale in questa società purtroppo saldamente controllata da un sistema capitalistico sempre più disumanizzante e sempre meno fraterno, che continua a creare miseria ed emarginazione, mettendo addirittura i lavoratori in concorrenza tra di loro, il 18 maggio voterò a favore dei salari minimi. Un’iniziativa da portare avanti ascoltando soprattutto quei cuori puri ed innocenti che battono nei petti dei nostri bambini!

Andrea Pizzardi

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