1) Quest’anno, sino ad oggi, sono stati sospesi 17 allievi dalla scuola media (vedi ad es. http://www.ticinonews.ch/ticino/192223/ticino-quest-anno-gia-17-allievi-esclusi).
Premessa: la scuola ha il dovere di offrire un insegnamento qualitativo, ha tutto il diritto di difendere se stessa ed i propri utenti. Insomma quando ci vuole, ci vuole. Punto.
Ciononostante, sospendere un allievo dalla scuola è e resta una decisione importante, perché viene a incidere sul percorso formativo del giovane.
Queste sospensioni colpiscono poi al cuore le finalità della scuola dell’obbligo.
Il problema investe la questione della qualità della scuola, le sue finalità educative.
Mi chiedo quanto tempo è stato speso con i 17 espulsi, quanto tempo dedicato a parlare con loro.
2) E’ innegabile che le pressioni del mondo economico si fanno sempre più sentire ad ogni livello. E la scuola media non scappa da queste dinamiche.
Che l’industria cerchi di assumere lavoratori meglio qualificati e più performanti, per certi versi, è plausibile ed adeguato.
Plausibile dal punto di vista padronale, dello sfruttamento e dell’ottimizzazione delle risorse;
adeguato alla formazione di mano d’opera qualificata e performante.
Senza la media del 4,75 l’accesso al Liceo è precluso.
Fare l’apprendista non è più una scelta minore, chi ha voti mediocri non trova un posto (vedi 20 minuti del 12 febbraio). Le aziende si fanno selettive e cercano gli studenti da formare, con i migliori voti.
Del resto, rifare la classe, per ottenere note migliori, è esattamente il contrario della ottimizzazione delle risorse, rifare la classe per migliorare non interessa al mercato, in verità è penalizzante (sono circa un centinaio gli allievi che ripetono la 4a media, vedi 20 minuti del 11 febbraio).
3) Ma che il sistema scolastico (scuola dell’obbligo),
– sistema che si vuole e si dice democratico,
– sistema che dichiara e dice di perseguire le pari opportunità,
debba chinarsi e funzionare ugualmente e specialmente sui modi e sui ritmi del capitalismo (competitività, individualismo, “meritocrazia”), sulle disuguaglianze in genere, non è ne plausibile ne adeguato.
E’ intollerabile.
La formazione dei giovani alla vita, alla partecipazione sociale e attiva nella società, la comprensione delle dinamiche sociali, la fruizione della cultura e così via, sono altrettanti aspetti della scuola, che navigano e sopravvivono più o meno agevolmente in un contesto sempre più competitivo.
La mancanza di risorse della scuola è cronica e notoria. A questo punto è strutturale, strumentale e funzionale.
Il valore formativo dello studio e del sapere è stato sostituito dal suo valore economico (conoscenza = capitale).
Non ne siete convinti? Pensate, cosa misurano le classifiche PISA? A cosa sono finalizzate?
4) Scoprire che 17 allievi sono stati sospesi, è sorprendente. Mi sa quasi del miracoloso. Mi aspettavo cifre maggiori.
Aspetto delle competizioni PISA sulla socialità e l’umanità.
Giovanni Galli, psicologo e psicopedagogista