Espulsione di criminali stranieri? Dal Ticino un doppio No il 28 novembre

In un’autunnale mattinata bellinzonese si è presentato ai media il comitato ticinese che chiede di votare due volte no alla votazione del 28 novembre, la quale sottopone alla popolazione l’Iniziativa popolare «per l’espulsione degli stranieri che delinquono» lanciata dall’UDC ed il controprogetto formulato dal Parlamento (con il decisivo sostegno della maggior parte dei deputati socialisti). Come spiegato dai presenti, è dovoreso sia rifiutare un’iniziativa, quella dell’UDC, che é pienamente definibile come razzista, sia respingere un controprogetto parlamentare che presenta lievi differenze per quanto riguarda la forma con cui è stato redatto e presentato, in particolare in rapporto all’attenzione rispetto agli accordi biliterali stipulati con l’UE, ma che nel contenuto più concreto non é che una copia dell’iniziativa UDC. Si pensi al fatto che il Presidente del Comitato di sostegno al Controprogetto ha dichiarato che “le due iniziative vogliono la stessa cosa”.
Insomma, due progetti con gli stessi principi, ovvero il trattamento diseguale davanti alla legge che si tramuta in pura discriminazione. Oltre a ciò si é ricordato come queste proposte si concentrano sul concetto della cosiddetta «doppia pena», cioé l’infliggere una pena non solo per il reato commesso, ma anche per la provenienza nazionale. Secondo i membri del Comitato questo tipo di formulazioni sono pericolose e certamente riferibili a periodi storici non certo edificanti, in cui la discriminazione in termini di origine etnica, poteva sommarsi a quella per convinzioni politiche o orientamento sessuale. Esse sono altresì oltraggiose nei confronti della nostra Costituzione, dei diritti umani e indegne di una società democratica.
Giuseppe Sergi (MPS), presente alla conferenza stampa, ha del resto ricordato come già oggi, mediante un provvedimento amministrativo che revoca il permesso di soggiorno, la legilslazione svizzera può indicare l’espulsione di uno straniero delinquente. Ciò che la destra vuole fare accettare alla popolazione svizzera non è che un inasprimento dell’attuale legislazione. Se l’Iniziativa o il controprogetto venissero approvati, ha inoltre affermato Aris Della Fontana (Partito Comunista), il diritto farebbe un ulteriore passo verso l’istituzionalizzazione del razzismo. È stato messo in evidenza quanto questa iniziativa, come del resto anche il più ampio progetto di generalizzazione della xenofobia che da tempo l’UDC porta avanti con periodiche campagne politiche, mediatiche ed in genere cartellonistiche (l’Iniziativa sui minareti ne é un esempio), distolga la popolazione dalle reali problematiche che attanagliano la società e che non sono in nessun modo imputabili alle comunità straniere. Si é ricordato come anche a livello ticinese si assista ad infime campagne, proposizioni e dichiarazioni di stampo razzista, quali per esempio la campagna Balairatt, la politica editoriale del Mattino della Domenica e le uscite di Giuliano Bignasca sulla popolazione Rom.
Gioca un ruolo decisivo l’opportunismo di determinati partiti politici (non generalmente collegabili al panorama della xenofobia), i quali, fiutando i vantaggi del mostrarsi securitari e velatamente razzisti, hanno svenduto i propri fondamenti ed i propri valori, andando a proporre un controprogetto che come ricordato è quasi identitico all’iniziativa dell’UDC.
Si sono infine ricordate le conseguenze che un’espulsione potrebbe avere sul nucleo famigliare, andando a colpire non solo colui che commette il reato , ma, anche, coloro che gli stanno intorno. In questo senso potrebbero facilmente mancare i mezzi finanziari per il sostentamento del resto della famiglia, unitamente al fatto che per i famigliari non vi sarebbe alcun permesso di soggiorno disponibile.

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