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“Fai tacere la tua coscienza!”

Ho personalmente seguito quasi una decina di giovani durante le loro prime settimane della scuola reclute attualmente in corso. Quasi tutti hanno avuto seri problemi nel vedersi garantiti i propri diritti. E’ da circa 12 anni che svolgo questo genere di consulenze, ritengo quindi di conoscere non solo la legge, ma anche la “consuetudine” delle nostre caserme, eppure da qualche tempo denoto un netto peggioramento della situazione, tanto da sentirmi impotente di fronte a certi veri e propri soprusi. Spesso mi sono chiesto dove ci troviamo e se lo stato di diritto, così come la logica, finisca davvero dove iniziano le piazze d’armi.

Visite mediche (necessarie per essere licenziati anzitempo) rifiutate oppure continuamente posticipate nonostante validissimi motivi per richiederle; psicologi che si fanno negare per giorni interi a coscritti al limite del crollo nervoso e con il rischio che non controllino più le loro azioni; reclute in conflitto di coscienza costrette a fare la guardia; ufficiali sbraitanti che umiliano gli obiettori davanti alla truppa invitandoli a “far tacere la propria coscienza” e obbedire agli ordini; ragazzi febbricitanti costretti a marciare; ecc. A ciò aggiungiamo gli incidenti militari di cui la cronaca è sempre più zeppa e molti dei quali evitabili.

Oltre a ciò non si contano i casi di disinformazione al limite del ridicolo, in cui si sbraita alla recluta di turno che se non completa il militare vigerebbe un presunto “Berufverbot” (neanche fossimo nel 1939) o, addirittura, che senza scuola reclute completata gli sarebbe preclusa la possibilità di accedere alla facoltà di diritto nelle università svizzere, ecc. Sembrano frasi senza senso dette in bettola fra avvinazzati (e infatti lo sono, perché si tratta di bugie!), ma quando a pronunciarle sono persone in uniforme da graduato rivolte a ragazzi di 19 anni confusi che chiedono di vedere uno psicologo per poter accedere al servizio civile (garantito dalla Costituzione federale), non aiutano, anzi!

Oggi in Svizzera il servizio civile – con tutte le sue limitazioni di carattere anti-sindacale per renderlo sempre meno attrattivo – è un’alternativa vera solo per chi lo sceglie subito; è un’opzione difficile (anche se legale e possibile!) invece per chi tenta di fare la scuola reclute e poi non se la sente più di continuare e chiede di passare al servizio sostitutivo.

Non si può continuare con questo arruolamento forzato dei nostri giovani e con questo mobbing continuo su chi vuole rendersi utile alla collettività senza per forza imparare a sparare. Per tali ragioni ho deciso di votare Sì con convinzione all’abolizione dell’obbligo di leva! Potremo così liberare un sacco di energie giovani nella società civile e per ben altri valori, di pace e di solidarietà, senza contare tutti i soldi che risparmieremmo.

Massimiliano Ay, obiettore di coscienza e segretario del Partito Comunista

Massimiliano Ay

Massimiliano Ay è segretario politico del Partito Comunista (Svizzera). Dal 2008 al 2017 e ancora dal 2021 è consigliere comunale di Bellinzona e dal 2015 è deputato al parlamento della Repubblica e Cantone Ticino.

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