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Punti di vista dopo un esperienza quasi decennale quale militare professionista…

L’esercito e la possibilità di decidere… Il 22 settembre si voterà sull’iniziativa che propugna l’abolizione del servizio militare obbligatorio.

Indottrinamento e esperienze di vita. Sono nato nel 43 e ho passato gran parte della mia gioventù  in un ospizio per bambini gracili e poi in Istituti  diretti da religiosi; ambienti nei quali l’indottrinamento risulta quasi inevitabile.

Terminate le scuole e l’apprendistato come meccanico in genere ho iniziato la scuola reclute nel  1963 a Friborgo e l’ho terminata dopo cinque mesi a Wangen an der Aare, ricevendo l’attestato di meccanico di truppa. Uomo ero diventato e anche qua fui indottrinato. Pronto e convinto del dovere, in caso di necessità, di immolarmi in difesa della madre patria.

Rientrato in Ticino, ho trovato  un impiego come guardia delle fortificazioni (GF 18) sul Passo del San Gottardo, nel Forte Sasso da Pigna come meccanico d’armi pesanti e manutenzione generale. Ho passato nove anni nelle viscere del Gottardo,  preparando e ripulendo le armi per ogni evenienza in caso che il nemico rosso fosse apparso all’orizzonte. Col passar del tempo – e tempo ne avevo – mi chiedevo il senso di tutto questo e mi convincevo sempre di più che questo non era mondo da me auspicato. Le montagne svizzere Bunkerizzate per decine di chilometri e in  caso effettivo di conflitto, noi militi rinchiusi là dentro  a difendere le montagne, con il popolo giù nell’altipiano. Le armi appostate e pronte venivano utilizzate dalla truppa per esercitarsi a sparare; era importante utilizzare il più possibile la munizione disponibile per far posto alla nuova munizione da posare nei depositi.

Mi resi conto che il tutto si basava su un costrutto fittizio  con interessi che andavano ben oltre la così detta difesa nazionale. La propaganda sulla difesa inculcatami, non coincideva con l’esperienza che stavo vivendo. Raccolsi informazioni che confermarono i miei dubbi accumulatisi negli anni e mi permisero d’allargare il mio sapere e aprirmi a nuovi  orizzonti. Ho scoperto anche una parte oscura della storia svizzera, che ancor oggi viene sottaciuta intenzionalmente non menzionando l’accaduto nelle scuole.

Gli ultimi colpi con intendimenti difensivi del nostro esercito vennero sparati nel 1847 nella guerra civile del Sonderbund, lasciando sul terreno 86 morti e 500 feriti. Dal  1848 in poi non è stato più sparato un  colpo contro un nemico armato, ma le guerre sono state evitate con altri metodi, per esempio con la diplomazia condiscendente o la così detta neutralità.

Nel 1875 durante il traforo ferroviario del Gottardo, a Göschenen, gli operai scioperano per protesta contro le condizioni bestiali in cui vivevano. La milizia sparò e uccise quattro giovani italiani. Nel 1918 scoppiò lo sciopero generale a Grenchen e la milizia fu pronta col colpo in canna. Sparò e uccise 3 giovani manifestanti. Nel 1932 durante una manifestazione antifascista a Ginevra la milizia sparò e uccise 13 partecipanti.

certificato_frigeriIl pensiero che un giorno avrebbe potuto esserci mio figlio là sulla piazza a protestare ed io indottrinato e stressato avrei potuto sparare su comando,  mi fece rabbrividire e pensare al mio futuro.  All’inizio del 1973  per mia decisione lasciai l’impiego e l’esercito, per altre attività nel settore privato e entrai a far parte nella Protezione Civile.

Negli anni successivi diventai padre 3 volte. Per scelta propria, nessuno dei miei figli ha intrapreso la scuola recluta.

I vertici militari  stanno facendo di tutto per fermare l’emorragia che da anni non riescono ad arginare, indottrinando e cercando un nemico plausibile che non c’è. L’ineguaglianza sociale e il razzismo latente potrebbero rimettere in funzione l’apparato di oppressione come negli anni sopra citati.

Ueli Maurer, Presidente della confederazione, probabilmente vorrebbe cancellare anche da noi il passato oscuro della nostra storia. Infatti, in un suo discorso ai dirigenti Cinesi durante una sua visita, ha fatto l’inchino di rito e ha dichiarato che la protesta del 1989 in Piazza Tienanmen a Pechino è roba da dimenticare.

La Storia non deve essere dimenticata in quanto può aiutarci ad  evitare gli errori del passato.

Spero che il popolo il 22 settembre sappia decidere con cognizione di causa e senza dimenticare il passato.

Eraldo Frigeri

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