La Svizzera contro i rifugiati: la coordinatrice della Gioventù Socialista è felice!

Domenica 9 giugno il popolo svizzero ha approvato la revisione della legge che regola il diritto d’asilo nella Confederazione. Un nuovo peggioramento per chi scappa da condizioni di vita anti-democratiche e repressive salutato dalla destra nazionalista e razzista. Ad esempio oggi chi sarà perseguito a causa del rifiuto di prestare servizio militare per un regime dittatoriale non sarà più aiutato da Berna.

Il referendum era stato voluto dai movimenti umanitari sostenuti dai partiti della sinistra radicale, come il Partito Comunista in Ticino. Molto più ambigua la condotta del Partito Socialista che non ha sostenuto la raccolta di firme, anche se poi aveva dato indicazione di voto assieme al resto della sinistra. Ma non tutti nel PS hanno seguito questa indicazione: ad ammetterlo in un’intervista al portale TicinoLibero.ch Denise Maranesi, membro del Comitato Cantonale del PS e dirigente della Gioventù Socialista (GISO).

La GISO, un movimento la cui presenza effettiva sul territorio cantonale viene da più fonti messa in dubbio, ha da pochi mesi eletto la Maranesi, studentessa di lettere a Friborgo e consigliera comunale a Chiasso, quale propria coordinatrice cantonale. La stessa, senza convocare alcuna riunione dell’organizzazione, ha apertamente sostenuto la necessità di non regolarizzare i sans-papiers e di sostenere assieme a Lega e UDC la revisione della Legge sull’asilo.

Una posizione, come era facilmente immaginabile, che ha suscitato sconcerto a sinistra: anche sui social network alcuni socialisti si sono detti sbigottiti dall’uscita della loro referente giovanile che è riuscita a imprimere la svolta a destra più forte da quando esiste la GISO. Nessun commento ufficiale sembra però essere arrivato dal presidente del PS Saverio Lurati, la cui latitanza è in questo caso evidentemente sinonimo di profondo imbarazzo.

Il coordinatore della Gioventù Comunista (GC) Aris Della Fontana è arrivato addirittura a dichiarare in crisi le relazioni storiche fra il suo movimento e la sezione giovanile del PS. Lo ha comunicato con una risoluzione approvata dall’Assemblea cantonale della GC. La GISO non ha però mai risposto ufficialmente.

I Giovani Comunisti riuniti in Assemblea Cantonale

La risoluzione comunista confutava punto per punto le tesi della Maranesi. Quest’ultima, nella celeberrima intervista, se da un lato rifiutava la possibilità che i docenti si debbano trasformare in poliziotti segnalando i bambini sans-papier, dall’altro – molto ambiguamente – invitava le autorità a vigilare. I Giovani Comunisti (nell’immagine) si sono sentiti in dovere di segnalare alla distratta dirigente socialista che, tradizionalmente, il compito di chi opera a favore del socialismo non dovrebbe essere quello di mettere sotto tutela, quasi fossero delinquenti, persone (che spesso scappano da guerre e persecuzioni) a cui – invece – andrebbero riconosciuti diritti e dignità. Si tratta, proseguono con impeto, “di imporre alle autorità di adottare politiche volte a trovare soluzioni per garantire da un lato i diritti dei migranti e dall’altro per sconfiggere le cause sociali (il neocolonialismo e l’imperialismo) che impongono a tanta gente di lasciare la propria casa”.

Sembra quasi di vivere all’interno di una grande burla quando – alla domanda concernente la regolarizzazione dei sans-papiers – la dirigente della Gioventù Socialista afferma che “se ne potrebbe discutere” e che, inoltre, sarebbe “come buttarli in acqua senza accertarsi che sappiano nuotare”. Tocca ancora una volta ai giovani comunisti ricordare che, da una parte, la regolarizzazione dei sans-papiers (che sono esseri umani, non pesci da trattare con cotali toni umilianti e paternalistici) è una questione di principio per la quale la sinistra ha sempre lottato (un’amnistia per i clandestini andrebbe in questa direzione: nessuno, infatti, è illegale!) e, dall’altra, che in Svizzera – le già esistenti misure e istituzioni che operano a favore dell’integrazione – vanno potenziate.

Lo sconcerto dei giovani comunisti si trasforma in sgomento quando Maranesi, candidamente, afferma – come per rassicurare il lettore circa il proprio indissolubile spirito d’accoglienza – che, nel caso in cui incontrasse un clandestino, gli presterebbe delle cure e gli fornirebbe i viveri necessari. I giovani comunisti – rivolgendosi direttamente alla dirigente della Gioventù Socialista – sono lapidari: “al di là che forse non hai bene in chiaro cos’è un sans-papier (non necessariamente un mendicante!) ci pare una visione del tutto coloniale della serie “io brava e ricca svizzera che aiuta questo povero pezzente dall’alto della mia superiorià”: una prassi che consideriamo missionaria più che socialista!”.

C’è spazio – in questa inquietante raccolta di pugnalate al petto di chiunque creda ancora nei valori dell’accoglienza e della giustizia sociale – per un’ultima stoccata. Infatti, nell’ambito di una domanda concernente l’amnistia fiscale ticinese, Maranesi risponde che, seppur a livello ideologico non si trovi concorde con tale provvedimento, nella concretezza di “cosa si mette sul piatto della bilancia” si potrebbero aprire dei margini di accettazione. Anche in questo caso i giovani comunisti intervengono – forniti di argomenti – con decisione: evidenziano in primo luogo il fatto che è alquanto atipico che “la coordinatrice del movimento giovanile di un partito di governo non conosca cosa si sia messo sul piatto della bilancia (e cioè il fondo per l’occupazione)” e, successivamente, ricordando che l’opposizione all’amnistia fiscale, invece di essere semplicemente ideologica, è anzitutto politica e molto concreta, sottolineano che si tratta di un “regalo ai ricchi evasori” che “umilia l’onesto lavoratore che paga le tasse fino all’ultimo centesimo”. Infine, riferendosi alla creazione strumentale di un vago fondo per il lavoro per far digerire la vergogna dell’amnistia fiscale, chiosano in questo modo: “adesso ci mettiamo a barattare anche sull’onestà e sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge?”.

Lascia un commento