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Una domanda alla storia svizzera sulla situazione in Corea

Sarebbe utile che in Svizzera ci si ponga una domanda, che gli storici e/o i borghesi filoamericani taccerano certamente d’eresia aborrendo l’unica risposta possibile, ovvero se Pilet-Golat ed il generale Guisan, che col Popolo svizzero erano accerchiati dalle forze dell’Asse ancor peggio di quanto lo sono attualmente i Nord Coreani dagli stati filoamericani, se ne avessero avuto la possibilità si sarebbero dotati dell’arma nuclare? Chi vi scrive pensa di si. Tutto quanto abbiamo letto della storia di quegli anni ci dice che chi ha salvato il Popolo svizzero dalla barbaria e dalle miserie della guerra, arrivando sino a teorizzare l’estremo sacrificio del ridotto militare in assenza di altre opzioni, se gli fosse stato possibile si sarebbe certamente procurato un deterrente tanto potente quanto terribile.

Una giustificazione questa per le armi nucleari? Nient’affatto. Chi vi scrive le considera putrido frutto d’una fetta immonda della scienza, che troppo sovente si è prostituita e si prostituisce alla ragion di Stato ed al vil denaro, dimenticando etica e buon gusto. Gli armamenti, nucleari e non, vanno aboliti, punto. Su questo non ci piove.

Mettetevi però un attimo nei panni dei governanti del Nord Corea, che si ritrovano alle frontiere l’esercito più potente del mondo che preme e stuzzica. Uomini di stato che ovviamente ben sanno del disastro iracheno, innescato delle menzogne di americani ed inglesi, e dunque hanno paura che il loro popolo venga portato da una situazione già non facile, ma stabile, alla barbaria. Cosa fareste voi? E soprattutto chiedetevi cosa farebbero Pilet-Golat ed il generale Guisan? Si lascerebbero invadere? Lasciatecelo dubitare.

Non è una questione ideologica, si tratta di garantire la libera sopravvivenza d’un popolo che vuole autodeterminarsi, tanto quanto lo voleva la Svizzera dei tempi di guerra, non dimentichiamocelo mai.

Efesto

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