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No all’intervento neo-coloniale della Francia in Mali e al coinvolgimento “logistico” dell’Italia

Siamo nettamente contrari all’intervento militare francese in Mali e alla decisione del governo italiano di dare supporto “logistico” alle operazioni belliche, anche con l’invio di militari sul campo.
La decisione assunta dal presidente “socialista” Hollande (che aveva avallato la decisione di Sarkozy di fare guerra alla Libia) si allinea al tradizionale interventismo neo-imperialista delle classi dominanti francesi, e smentisce una vocazione progressiva che troppo affrettatamente e incautamente gli è stata attribuita da ampi settori della sinistra italiana ed europea.
Ci associamo alla critica netta rivolta al presidente Hollande dai comunisti francesi e dal Front de Gauche. L’intervento militare francese non corrisponde in alcun modo all’orientamento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed è destinato ad estendere, non già a risolvere, le contraddizioni acute e le conflittualità politiche e militari di cui è colma la regione (come si vede dagli scontri militari connessi alla cattura di centinaia di ostaggi e al massacro che ne è seguito: episodi che già coinvolgono l’Algeria, e rischiano di estendersi anche ad altri paesi circostanti, come il Niger).
Il Mali è oggetto da tempo di una guerra civile dove al Nord del paese agiscono componenti islamiche radicali, che sono anche una conseguenza della destabilizzazione regionale provocata dalla guerra contro la Libia di Gheddafi, e che sono state alimentate dal recente golpe in Mali che ha diviso il Paese e ne ha radicalizzato le fazioni in lotta.
In questa situazione l’Onu ha autorizzato un intervento pacificatore di caschi blu composto esclusivamente da contingenti inter-africani; viceversa, l’intervento unilaterale francese – che ha già ricevuto il sostegno della NATO – si inserisce arbitrariamente in tale contesto con finalità meramente neo-coloniali, volte al controllo della regione e delle ricchezze (oro, pietre preziose, petrolio, uranio) di cui il Mali è dotato. Persino l’ex Presidente francese gaullista Valéry Giscard d’Estaing, in un’intervista del 13 gennaio a Le Monde, denuncia i rischi dell’intervento e afferma di voler “mettere in guardia contro un’evoluzione dell’azione francese in Mali, che sarebbe di tipo neocolonialista”. Anche i principali giornali algerini accusano Hollande di rinfocolare l’antica velleità coloniale della Francia.
La decisione del governo italiano di dare supporto politico e militare “logistico” all’intervento francese – governo dimissionario che per fortuna dovrebbe essere in carica solo per l’ordinaria amministrazione! – viola l’art.11 della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. E’ grave che non solo il PdL e il polo centrista, ma anche il vertice del PD – consultati da Monti – abbiano avallato le scelte del governo, mentre non ci risulta fino ad ora alcuna netta dissociazione di Grillo. Un motivo in più per convincere l’opinione pubblica che si ispira ai valori di pace della nostra Costituzione di quanto sia importante dare forza politica – ed una consistente presenza in Parlamento – alle forze comuniste, di sinistra e democratiche che oggi si raccolgono nella lista Ingroia. La quale, anche da questi eventi, non potrà che trarre impulso per un consolidamento politico e programmatico del proprio orientamento contrario alla guerra e per una politica estera di pace dell’Italia, nello spirito e nella lettera della nostra Costituzione.

 

Fausto Sorini, responsabile esteri del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI)

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