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La scuola è neutrale? Neanche Chuck Norris lo è!

 

L'autore è sindacalista studentesco

Cercare di definire la scuola neutrale, è come cercare di definire il nulla ad una lezione di filosofia: non ha senso. Esiste un motivo per il quale la scuola non è e non sarà mai neutrale. Avendo ognuno le proprie convinzioni, è inconcepibile pensare di poter assistere ad una lezione che non sia condizionata dalle idee del docente: per quanto un insegnante possa cercare di mantanere una minima oggettività, non sarà mai possibile estraniare completamente la parzialità dal discorso. Si tratta per cui di una circostanza inevitabile; non potendo quindi essere la scuola neutrale, occorre concepirla parziale già dal principio.

Il problema è che questa parzialità “naturale” della scuola è gestita e manipolata da coloro che, nella nostra società, detengono il potere, e di conseguenza anche il monopolio del pensiero comune. Queste persone hanno interesse a nascondere i lati oscuri del sistema socio-economico di cui sono a capo, per evitare che le nuove generazioni, cioè le menti del futuro, prendano coscienza di tali lacune e reagiscano di conseguenza. Uno dei mezzi che permette loro di mantenere questa egemonia culturale è, appunto, la scuola.

Come certo sapete la scuola non diffonde in modo esplicito nozioni filo-capitaliste con una frequenza di cinque nozioni al minuto; bastano piccoli interventi ma molto efficaci e l’egemonia culturale continua a dominare sul nostro pensiero: un esempio evidente potrebbe essere la conferenza organizzata in collaborazione con l’ambigua ONG Amnesty International, che alle 10:10 di martedì 11 dicembre occuperà l’aula multimediale del Liceo di Bellinzona. Durante la conferenza è prevista la visione di un film, che ha come scopo quello di diffamare i governi di Cuba, Iran, e Cina, che come sapete sono, guardacaso, alcuni dei paesi che attualmente si oppongono al diktat dei paesi occidentali, interessati a sottomettere anche questi popoli ai loro interessi geostrategici ed economici.

Gli “egemoni” hanno escogitato un metodo furbesco e camuffato per nascondere i lati oscuri del sistema, che consiste nel porre un filtro selettivo attorno alle attività scolastche, conferendo così alla scuola le sembianze di una campana di vetro. Per spiegare cosa intendo dire, cade a pennello la questione delle conferenze di stampo politico alle Giornate autogestite: come raccomanda il formulario da compilare, queste proposte possono essere svolte esclusivamente con la presenza di una controparte. Molti staranno pensando che in una scuola “pluralista” e “neutrale” si debba per forza garantire la controparte, per evitare indottrinamenti (come se gli studenti fossero tutti sprovveduti). In realtà questa non è che un’altra scusa bella e buona, che i soliti egemoni ci fanno bere.

Mentre questi ultimi ci trasmettono quello che interessa loro tramite la scuola e la televisione, si accertano che fonti dal loro punto di vista “pericolose”, non vengano troppo a contatto con la stessa scuola, evitando così che diffondano una coscienza altrettanto pericolosa tra le menti del futuro. Il “bello” della faccenda è che questo ostacolamento delle proposte di stampo politico, viene giustificato con la pessima scusa che gli studenti delle prime annate non hanno ancora sviluppato uno spirito critico… certamente la campana di vetro a cui alludevo prima è una delle cause per il quale la criticità dello studente non viene stimolata. La verità è che lo spirito critico, tanto decantato, è pericoloso. Studenti con uno spirito critico troppo sviluppato vorrebbe dire troppa consapevolezza dei problemi e quindi (uso un eufemismo) la conseguente diffusione di un sentimento di dissenso nei confronti del sistema.

A questa antidemocratica strumentalizzazione della scuola qualcuno dice basta da anni. Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), oltre che a denunciare questa manipolazione della scuola, prendendo atto della situazione, si è prefissato l’obbiettivo di informare gli studenti su cose che accadono fuori dalla campana di vetro. Purtroppo la voce del SISA deve far fronte ad un colosso egemone che a confronto è una scorreggia del ciel, e spesso risulta difficile superare nella scala decibel la risonanza sonora di chi ci nasconde le cose (scuola, quotidiani, network televisivi ecc.)

In conclusione, ci tengo a fissare tre punti che reputo fondamentali in questo articolo, e in merito ai quali spero sia riuscito a farvi riflettere.

  1. La scuola come d’altronde ogni altro elemento della società non è neutreale, bensì parziale, e ciò scaturisce la necessità di consultare fonti alternative per avere una visione a più punti di vista e non un unica visione che l’egemonia ci vende come oggettiva.
  2. I dirigenti del sistema economico si servono anche della scuola per conservare l’egemonia culturale e quindi lo status quo che li rende, appunto, dirigenti.
  3. Questa strumentalizzazione della scuola in funzione dell’egemonia dei valori di chi comanda ostacola lo sviluppo di un vero spirito critico negli studenti.

Forse non sono riuscito ad essere esaustivo o forse non volete credere a queste brutte cose che ho cercato di spiegare. In tal caso vi comprendo in pieno, poiché come dice una bellissima ragazza che conosco “La consapevolezza porta all’infelicità”, e qui l’infelicità è inevitabile.

Stefano Robertini, sindacalista studentesco SISA

Fonte: http://libeblog.ch/wordpress/?p=5109

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