La proiezione del film “Diario di una ragazza” di Jang In Hak (Repubblica Popolare Democratica di Corea) non è previsto dal catalogo ufficiale del Festival del Film di Locarno. Un gruppo di cinefili appassionati e indipendenti ha però deciso di offrire presso il “Rivellino” la proiezione della prima svizzera di questo lungometraggio coreano-popolare.
Un pubblico di anziani nostalgici del “socialismo reale”? Tutt’altro: molti i giovani incuriositi di questa nazione asiatica che si sta scoprendo ultimamente per le medaglie ai giochi olimpici. E accanto ai giovani vi erano però alcune personalità con qualche anno in più: se era assente la vecchia guardia della sinistra ticinese, erano presenti invece il noto scrittore ticinese Arnaldo Alberti di fede Liberale Radicale (PLR) e l’ex-deputato italiano al Parlamento europeo Vittorio Agnoletto, proveniente dalla sinistra cattolica e poi approdato a Rifondazione Comunista. C’era anche il giornalista Alberto Castellano profondo conoscitore dei paesi dell’Est Europa (che condividevano in passato ampi mercati con la Corea Popolare) e il critico cinematografico Ugo Brusaporco.
La presentazione della pellicola è stata curata da colui che ha portato il film in Svizzera: Davide Rossi, direttore del Centro Studi Anna Seghers di Milano. Il film, con una trama relativamente semplice, aveva un marcato accento educatore, tipico dell’arte socialista, in cui si elogiavano le virtù della solidarietà, dell’unità famigliare e della necessità di migliorare la produzione per rendere il Paese indipendente economicamente.
Lo stesso Rossi, qualche ora prima, aveva presentato il suo ultimo libro: “Pyongyang, l’altra Corea”, praticamente un diario del suo viaggio nella Repubblica Popolare Democratica di Corea pochi mesi orsono. Il libro di Rossi, dato alle stampe dall’editore “Mimesis” di Milano, gode di una notevole introduzione del professor Maurizio Scaini, titolare della cattedra di geo-strategia dell’Univeristà di Trieste e della postfazione di Flavio Pettinari, esponente della Korean Friendship Association.
Le impressioni di Rossi hanno incuriosito i presenti, i quali hanno poi dato vita a un interessante dibattito con due appassionanti interventi del liberale Alberti, tornato da un viaggio in Vietnam, che ha difeso i paesi socialisti (Corea del Nord compresa) che perlomeno cercano un’alternativa a quello che il 75enne scrittore ha definito un sistema economico “senza valori”, appunto quello neo-capitalista occidentale che, “volto al solo profitto”, non ha nemmeno più il “senso dello Stato” come invece avevano i primi liberali democratici.
Insomma Locarno è anche questa: momenti controcorrente di fermento culturale. Momenti collaterali a un Festival che comunque ha saputo offrire quest’anno pellicole di valore e di riflessione sociale: dal documentario “Capitaine Thomas Sankara” al lungometraggio “No” sulla campagna elettorale cilena che pose fine alla dittatura di Pinochet, passando per proposte come “Gypaetus Helveticus” e “Image problem” di riflessione sull’identità elvetica ad altri film che non mancheremo di discutere su questo portale.