In Piazza del Sole a Bellinzona si è tenuto il secondo “botellon”. Il primo, tenutosi nel 2008, nasceva spontaneamente su Facebook come risposta ai prezzi elevati delle consumazioni nei ritrovi pubblici commerciali, e aveva portato in piazza poco meno di un centinaio di persone. In quell’occasione l’allora sindaco della Città, Brenno Martignoni, era sceso fra i giovani a parlare con loro e mettendo loro a disposizione i toi-toi del comune. Quest’anno, invece, le autorità cittadine sono clamorosamente mancante, quasi restie a confrontarsi con le nuove generazioni che tanto si attende dal nuovo esecutivo cittadino dopo il ritorno importante della sinistra in seno ad esso. Se sono mancate le autorità, non sono però mancati i partecipanti: quasi mezzo migliaio di giovani e giovanissimi si sono radunati ai piedi di Castelgrande per protestare contro il “coprifuoco acustico” di 65 decibel imposto dal Municipio uscente ai locali pubblici. Una decisione che ha suscitato la curiosità di tutta la Svizzera (un’altra figuraccia del Ticino, verrebbe da dire!) e che sta appassionando vari giuristi, molti dei quali sicuri che sia addirittura illegale.
I politici stanno o no con i giovani?
La misura del “coprifuoco acustico”, accolto quasi con indifferenza dai partiti storici, è stata fortemente stigmatizzata solo da due organizzazioni politiche attive in città: il Partito dei Verdi e il Partito Comunista. Per il primo partito, il coordinatore cittadino Ronnie David aveva affermato che “tale ordinanza rende di fatto impossibile lo svolgimento di qualsiasi manifestazione serale a livello musicale nei bar e nelle piazze del centro, condannando a morte definitivamente una città già agonizzante sotto l’aspetto del divertimento”. Molto più severi i comunisti, che per bocca del coordinatore cantonale giovanile Aris Della Fontana avevano dichiarato: “il limite di 65 decibel è semplicemente ridicolo: esso è in media il livello di una discussione animata o di un televisore ad alto volume. Ci chiediamo chi sia l’attempato eremita che abbia anche solo avuto la brillante idea di pensare a un tale limite completamente fuori dalla realtà che di fatto vieterebbe ogni tipo di concerto dato che il livello medio raggiunto a questi eventi é di 100 decibel”. I comunisti invitavano per questo la popolazione “a protestare, occupando pacificamente le piazze con feste improvvisate, botellon e quant’altro per rendere evidente alle nuove autorità che una città morta non la vogliamo più”. Molto più orientata alla “mediazione” la posizione del sindaco Mario Branda, memore forse del suo passato come giudice, la cui assenza in piazza ha comunque lasciato perplessi ai giovani più politicizzati.
E botellon è stato!
Alle ore 22:30, l’orario in cui secondo la nuova ordinanza dovrà entrare in vigore il limite dei 65 decibel, dai microfoni allestiti in piazza è partita la sfida: lanciare un urlo collettivo che superasse tale limite e senza dubbio i presenti lo hanno ampiamente superato, sotto gli occhi degli agenti di polizia che, probabilmente, anch’essi non condividono il nuovo regolamento. A sventolare davanti al microfono vi era la bandiera del SISA, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti, rappresentato in piazza da vari militanti guidati dal coordinatore cantonale Janosch Schnider e dai responsabili regionali Lino Bosisio e Francesco Vitali. Il SISA è stato il soggetto giovanile unitario più propositivo in città negli ultimi mesi per richiedere maggiori spazi autogestiti, a partire dall’apertura di un centro giovanile alla Casetta ex-Zoni, minacciata di abbattimento, e ancora di recente si era schierato contro chi intende portare Bellinzona ad essere una città-ospizio lontana dai bisogni della gioventù. Per allietare la serata è arrivata la solidarietà dei giovani di Gordola, che sono intervenuti con una loro band musicale, gli “Unknown”, che ha suonato (e senza compenso, a dimostrazione dello spirito libero dell’iniziativa) suscitando l’entusiasmo dei ragazzi. In Piazza del Sole era presente inoltre – anche lui con una birra in mano – il consigliere comunale Massimiliano Ay, segretario del Partito Comunista, che già nel 2008 si era schierato a favore del botellon, quando non mancavano voci che chiedevano nientemeno che l’intervento della Polizia contro i giovani accusati di dedizione all’alcool. Ay è stato peraltro visto chiacchierare a lungo con Gregory Jörg, funzionario dell’Ufficio della cultura del Comune, presente anche lui alla manifestazione, per quanto la medesima non fosse formalmente autorizzata. La Polizia comunale, in loco con almeno quattro agenti, si è tenuta relativamente discosta e non è stato reso necessario alcun “intervento proporzionale” come preannunciato provocatoriamente sulla stampa dal comandante Ivano Beltraminelli, funzionario in quota liberale. Anche Vinko Bilusic, nella scorsa legislatura consigliere comunale del movimento “Il Noce” e già membro della Commissione Attività Giovanili della Città, non ha mancato all’appuntamento, anzi: ne è stato uno dei più ferventi promotori, tanto da ricordare al microfono le ragioni della pacifica protesta e osservare con soddisfazione i tanti ragazzi che, già durante i festeggiamenti, giravano per la piazza con gli appositi contenitori per gettare l’immondizia.