Clamoroso a Bellinzona: in sordina è stato privatizzato il Crematorio Comunale! Insorge il Partito Comunista

A Bellinzona non ne sapeva niente nessuno. Al momento della discussione sui preventivi 2024, lo scorso dicembre, nessun consigliere comunale ha sollevato il problema, né il rapporto di maggioranza e nemmeno quello di minoranza. Silenzio – ed è un po’ più grave – anche da parte del Municipio cittadino. A onor del vero un paragrafo, nascosto nelle 126 pagine dei conti, ne parlava, ma il tutto era ancora piuttosto fumoso: si diceva che il forno era ormai vecchio, che spendere qualche milione di franchi per rinnovarlo era molto oneroso e che la presenza sul mercato di crematori privati anche sullo stesso territorio comunale, più precisamente a Carasso, rendeva l’operazione antieconomica. In pratica si prospettava già la sua chiusura: “Sì, quella era la volontà dell’esecutivo, in prospettiva, ma ovviamente non prima di presentare un apposito messaggio municipale che si potesse discutere” protesta Massimiliano Ay, il consigliere comunale del Partito Comunista che, con Alessandro Lucchini,ha scoperchiato il vaso di pandora. E possiamo proprio dirlo, poiché in Città, prima che il Partito Comunista lo rendesse pubblico, la notizia era passata praticamente in sordina e, da nostre informazioni, persino i sindacalisti dei lavoratori comunali non ne erano a conoscenza. A dicembre in consiglio comunale solo i comunisti e la sinistra ecologista avevano evitato di votare a favore del Preventivo 2024 della Città.

L’atto parlamentare in questione – a cui una risposta da parte del Municipio è prevista a breve – ricorda che benché il Dicastero delle opere pubbliche del Comune di Bellinzona abbia fra gli altri suoi compiti, anche quello di occuparsi “dei Cimiteri e crematorio-obitorio comunale”, il sito https://crematoriobellinzonaevalli.ch/ (vedi immagine) riporta che dal 1° gennaio 2024 la ditta Crematario SA Bellinzona e Valli ha ripreso la gestione del crematorio comunale di Bellinzona che fino al 31 dicembre 2023 era gestito dai Servizi Opere Pubbliche (SOP) della Città. Misteriosamente, però, non appena l’interrogazione è stata depositata, qualcuno ha fatto modificare il sito, togliendo quella frase che impegnava il SOP. Gli screenshot però non mentono…

Depositata l’interrogazione, dal sito web del crematorio scompaiono informazioni importanti…

Il Partito Comunista convince l’Unità di Sinistra a chiedere spiegazioni

L’interrogazione che Ay e Lucchini hanno depositato è lunga e articolata. Ma il dato politicamente significativo è che a firmarla è l’intero gruppo della “Unità di Sinistra”: quindi anche i consiglieri comunali del Partito Socialista si sono allineati ai due legislatori comunisti. Persino Martina Malacrida-Nembrini, presidente della sezione e membro della Direzione cantonale del PS è fra i co-firmatari. E questo dato non va sottovalutato visto che il capodicastero responsabile è proprio il socialista Henrik Bang, che ora avrà l’occasione di rispondere formalmente, spiegando quali sono le valutazioni di mercato effettuate dall’esecutivo cittadino per decidere di andare verso una privatizzazione di un servizio pubblico. La privatizzazione in effetti contraddice anche il programma del suo stesso Partito. Perché nemmeno il parlamento comunale è stato informato della situazione? Questo è ciò che infastidisce soprattutto i consiglieri comunali che iniziano col chiedere al Municipio, capitanato dal sindaco Mario Branda, se sia consapevole che “esternalizzare ad un’azienda privata un servizio pubblico consista in una forma di privatizzazione”.Nel Preventivo 2024 si parlava solo di ‘locazione degli spazi’ e di ‘gestione ad interim’,  e allora – appunto – “per quale ragione questa decisione, che appare ora come definitiva, non è stata oggetto di dibattito pubblico e non è passata con un apposito Messaggio municipale dal Consiglio Comunale?”. Sempre nel Preventivo 2024 si parlava di una modifica del Regolamento dei Cimiteri e del Crematorio comunali, una modifica di cui però il legislativo comunale non ha saputo più nulla. Nel frattempo, quindi, il Partito Comunista ravvisa una violazione del regolamento in vigore, poiché l’art. 6 dello stesso affida infatti al solo Municipio “la gestione, sorveglianza e manutenzione di tutte le strutture funerarie”.

Un’azienda nata alla chetichella?

La Crematario SA Bellinzona e Valli, che ha ripreso la gestione del Crematorio Comunale di Bellinzona, risulta costituita da sei imprese di pompe funebri della regione. “Il Comune vi partecipa? Se sì, in quale forma, con quali rappresentanti e con quale capitale? Se no, per quale motivo? Chi l’ha deciso? Come viene quindi regolata la relazione fra il Comune e la SA: a quanto ammonta l’affitto? È prevista una futura vendita degli spazi comunali? Se sì, a che prezzo? Si tratta di una gestione ad interim oppure si tratta di una scelta definitiva?”. La raffica di domande che i consiglieri comunali pongono di fronte a un’azienda che sembra essere stata fondata in tutta fretta per assicurarsi la gestione dell’ex-servizio pubblico sono effettivamente legittime e richiedono la massima trasparenza. La data di iscrizione a registro di commercio è infatti il 22 gennaio 2024 e gli statuti recano una data di una settimana prima: la cosa ha fatto sobbalzare sulla sedia i rappresentanti del Partito Comunista nelle istituzioni cittadine, che infatti hanno chiesto: “È prassi normale che il Comune affidi la gestione di una sua proprietà a una società anonima privata non ancora iscritta, a quel momento, a registro di commercio? Quale concorso pubblico è stato aperto per la concessione della gestione del Crematorio comunale?”.

Nessuna analisi di mercato è finora disponibile…

Che la gestione di un crematorio comporti costi ingenti e che la sostituzione del forno giunto a fine vita sia onerosa è ovvio. Tuttavia è anche vero che – come sottolineato da Massimiliano Ay e Alessandro Lucchini – “la domanda in questo particolare e delicato ambito è in crescita: di fronte all’incremento del numero di cremazioni per quale motivo il Comune non ha voluto mantenere al suo interno questo settore? Quali sono le dettagliate valutazioni di mercato che suffragano questa decisione?”. Paragonando il consuntivo 2022 e il preventivo 2023 emerge in effetti un servizio pubblico che funziona e produce persino utili. Certamente la nascita, nella frazione bellinzonese di Carasso, della Crematorio Ticino Sagl con un suo forno privato rappresenta una sfida in termini di concorrenza, ma è sufficiente per giustificare la dismissione del crematorio pubblico? L’Unità di Sinistra non ne è convinta: “è comprovato che una struttura pubblica – nel contesto dell’aumento delle cremazioni e tenuto conto del comprensorio regionale che potrebbe coprire – non possa restare sul mercato in un regime di concorrenza? Il Municipio può anticipare il saldo costi e ricavi 2023 del Crematorio Comunale?”. Domande a cui si attende ora una risposta dal rinnovato esecutivo della Capitale.

Il nuovo crematorio di Carasso, in concorrenza con quello comunale.

Chi ha concesso la licenza edilizia per il crematorio privato?

C’è in realtà ancora una domanda da porsi, che Ay e Lucchini hanno effettivamente solo abbozzato nel loro atto consiliare: “Quale è stato l’iter di concessione della licenza edilizia per un nuovo forno crematorio a Carasso?”. Il dato rilevante è questo: come mai alla Casa Funeraria di Carasso è stato recentemente concesso di costruire un nuovo forno crematorio, entrando in aperto conflitto con quello pubblico? Il presidente del Patriziato di Carasso, proprietario del fondo, risulta infatti Mauro Minotti, che è nel contempo Municipale leghista di Bellinzona. Proprio contro il Municipio di Bellinzona il Patriziato si è posto in concorrenza arrivando a determinare lo smantellamento di un servizio pubblico.