La malasorte è una forza che si immagina regolare in modo imprevedibile le vicende umane, senza che la volontà degli uomini possa nulla contro di essa. E’ anche il complesso delle vicende e delle condizioni materiali e morali che essa distribuirebbe a ciascuno degli uomini. La determinano persone di semplicità d’animo e d’inesperienza con l’innocenza e il candore nativi, estranei dal pensare il male e di supporlo in altri. L’apparizione sugli schermi della manifestazione di due giovani straniti sul palco di Piazza Grande, trattati paternalmente dal Presidente Solari e da lui difesi dalla minaccia della “sicurezza” (quando mai la sicurezza si trasforma in un pericolo?) è stata rappresentata sotto il grande schermo di Piazza Grande, come un film mal diretto con attori inadeguati come erano i due giovani straniti. Quanti a Locarno hanno dubitato che la sceneggiata fosse l’opera conclusiva del Presidente uscente? Sinceramente non aveva bisogno di simili trucchi per consolidare la sua popolarità e il consenso nei suoi confronti, ottenuto grazie a un operato ineccepibile dalla Città e dall’intera Confederazione.
Tuttavia, nel retropensiero negativo di molti, sta il macigno che a guidare la più “importante manifestazione culturale” del nostro piccolo paese e sostituire Solari sia stata chiamata una miliardaria che trae i suoi profitti dalla fabbricazione di farmaci. In particolare chi soffre e“lotta” contro un tumore, non dubita dell’efficacia del medicameno ma teme che il suo prezzo stratosferico induce le casse malati, già con l’acqua alla gola, a rifiutarne il pagamento. Ciò sta a dimostrare l’ assurdità del sistema delle multinazionali di far soldi sulle sofferenze degli infermi. E ciò è ampiamente dimostrato dalla sentenza del marzo 2014 quando l’Antitrust italiana ha affibbiato una multa di 180 milioni di euro a Roche e Novartis. Le due aziende farmaceutiche con sedi a Basilea si sono divise i proventi miliardari della vendita di due medicinali (Avastin e Lucentis) dall’identica efficienza terapeutica ma dai prezzi molto diversi: 80 euro dell’una contro 900 euro a dose dell’altra, danneggiando così i pazienti, il servizio sanitario nazionale e le assicurazioni private.
L’azienda, della quale la signora basilese è in possesso di una parte, è nota anche per la sua schiacciante responsabilità nel disastro di Seveso. Il 10 luglio 1976 la fuoriuscita di diossina tossica dagli impianti di una filiale chimica di Roche in Italia, provoca una estesa contaminazione della zona. La responsabilità dell’azienda è schiacciante: durante i procedimenti penali la Roche è accusata di avere ignorato le pessime condizioni in cui l’impianto versava, di non avere portato i sistemi di sicurezza a condizioni accettabili e di non avere informato subito del disastro le autorità. La Signora, nuova Presidente della più importante manifestazione culturale della Svizzera italiana, che neanche parla l’italiano, ad Arles si conforta delle disavventure della ditta di cui lei ha una partecipazione del 5%. Nella piccola città francese erige alcuni palazzi disegnati dal creatore di sogni Frank Gehry. E’ un architetto canadese, ebreo, che ha cambiato il cognome da Goldmann in Gehry per amore della figlia alla quale vuole evitare in futuro seccature e irritazioni.
La ricchissima signora basilese è stata proposta dal signor Mario Timbal, Direttore della RSI e coordinatore della Commissione cerca. Il Consiglio d’amministrazione del Festival ha omesso l’istruzione di un serio esame d’identificazione che di solito si fa per accertare la validità e l’idoneità di una candidata, già criticata aspramente in ambienti politici della svizzera tedesca. I 150 milioni di Euro spesi ad Arles dalla mecenate Maja Hoffmann per la torre di Gehry, anche se, secondo lei, non è da considerare una costruzioni ma un’ opera d’arte, potevano essere destinati, ad esempio, alla costruzione di scuole del 3° mondo o alla riduzione dei premi ai meno abbienti delle nostre boccheggianti casse malati. La nuova presidente del Festival di Locarno, per la sua agiatezza, ha confuso, accecato la mente e tolto il discernimento, abbagliando i nostri più importanti operatori culturali, riclassati oramai dal Rigoletto di Verdi nell’ambito provinciale della …vil razza dannata di cortigiani dei superricchi.