Argentina campione del mondo, Mbappé capocannoniere e migliore giocatore

I quarti paiono destinati ai più prevedibili esiti, Argentina – Olanda sembra un placido trionfo sudamericano, ma gli europei agguantano all’ultimo minuto, il centesimo, il pareggio, per poi soccombere dopo il 2 a 2 dei tempi regolamentari solo ai rigori, quindi saranno vergognosamente irrisi dalla sbeffeggiante maleducazione degli albicelesti che non verranno però sanzionati dalla FIFA per eccessiva indulgenza. La Francia regola 2 a 1 l’Inghilterra con una rete di Giroud a un quarto d’ora dalla fine, i bolsonaristi auriverdi impattano per 0 a 0 con i croati nei tempi regolamentari e 1 a 1 in quelli supplementari, per poi naufragare malamente ai rigori, deludendo solo coloro che avevano riposto esagerate speranze nelle loro possibilità e nelle funambolerie di Neymar, il vero avvenimento storico e inaspettato è il trionfo del Marocco che con un golletto e un poderosissimo catenaccio liquida il Portogallo in cui la polemica intorno all’arrogante Cristiano Ronaldo, finito giustamente in panchina per limiti tecnici e relazionali, oscura il vero clamoroso errore dell’allenatore Santos, ovvero non aver puntato, facendogli solo giocare minuti insignificanti, su Rafael Leão, il quale avrebbe potuto dimostrare il suo valore e portare lontano i lusitani. I marocchini sono i primi arabi e i primi africani ad arrivare in semifinale, ovvero tre le prime quattro nazionali del calcio mondiale, questo loro meritorio primato, che ha scatenato un festoso entusiasmo in tutte le comunità marocchine e arabe europee, così come un’ondata di solidarietà da tutta l’Africa e da tutto il mondo arabo, certo altrimenti non immaginabile, è stato conseguito dalla stessa nazionale che per prima ha ottenuto la qualificazione ai mondiali quando per l’Africa da Mexico 1970 è stato finalmente riconosciuto un posto per le nazionali di quel continente, così come la prima africana a superare il primo turno, impresa riuscita a Mexico 1986. Certo va ricordato che la prima apparizione arabo – africana risale al mondiale italiano del 1934, quando a Napoli l’Egitto debutta perdendo 4 a 2 con doppietta di Fawzi con i maestri magiari.

Le semifinali vendono il prevalere delle formazioni più esperte, i bicampioni del mondo argentini regolano 3 a 0 una Croazia spentasi nel momento più importante, con il solito rigore di Messi, che in ogni caso ha finalmente offerto una prestazione brillante, e doppietta del giovane Julián Álvarez astro nascente del City, i bicampioni del mondo francesi si impongono per 2 a 0 contro un Marocco limitato dalle molte assenze, in particolare dei brillanti difensori centrali protagonisti delle partite precedenti, pregevole la rovesciata di Theo Hernández dopo pochi minuti, chiude a dieci minuti dalla fine Kolo Muani entrato da una manciata di secondi, capace di finalizzare una prepotente incursione di Kylian Mbappé per molti aspetti il migliore giocatore del torneo.

Nel frattempo i servizi segreti emiratini girano a quelli belgi un po’ di documenti su come alcuni parlamentari europei abbiano ricevuto generose sovvenzioni dal Qatar e dal Marocco per ammorbidire la propaganda dirittoumanitarista occidentale, tutta la vicenda è di per sé tragicomica, con le mazzette nei cassetti insieme alle canottiere e alle mutande. Il dato rilevante resta piuttosto come gli statunitensi siano così preoccupati del fatto che i loro precedenti alleati arabi, a partire dai sauditi e dai qatarini, stiano orientandosi verso l’alleanza eurasiatica russo – cinese, da spingere gli ultimi amici della NATO in Medio Oriente, ovvero gli emiratini, a tirar fuori un po’ di cianfrusaglie sperando di spaventare con scandali e scaldaletti gli ex alleati, in ogni caso troppo poco per convincerli a tornare sui loro passi.

Marocco e Croazia si sono sfidate per il terzo posto.

Nella finale per il terzo posto, tra due squadre che già avevano impattato 0 a 0 in apertura del mondiale, essendo nello stesso girone, il Marocco, come in semifinale, si trova costretto a dover costruire gioco, non dovendo difendere il risultato, ma provare a ribaltarlo e in entrambe le occasioni ho offerto sprazzi di grande qualità agonistica, purtroppo però i croati portano a casa il terzo posto con un 2 a 1 maturato nel primo tempo, in ogni caso a premio di un gruppo di grande qualità a partire dal capitano Modric.

Domenica 18 dicembre 2022: le due squadre che avevano dato vita nell’edizione russa alla partita più bella e importante, ancorché giocata agli ottavi e vinta dai transalpini per 4 a 3, si incontrano per il titolo. I francesi nel primo tempo sono stati annichiliti nel gioco e nel ritmo dagli argentini impegnati nella partita da loro meglio giocata in tutto il mondiale. Il primo tempo pare sufficiente, il solito rigore di Messi e una splendida realizzazione di Di Maria, giunta dopo sei passaggi di prima iniziati nella metà campo albiceleste, inchiodano sul 2 a 0 l’incontro fino all’80 minuto. Tra fine primo tempo e inizio secondo a fianco di Lloris, Varane, Kounde, Rabiot, Upamecano, Tchouameni, Mbappé, l’allenatore Deschamps decide di mettere in campo Thuram, Kolo Muani, Coman e Camavinga al posto di T. Hernandez, Dembele, Griezmann, Giroud e proprio Coman e Camavinga, cambiano il corso della partita, dando al centrocampo quello spessore che mancava, poi Mbappé in due minuti pareggia i conti, appunto all’80 e 81 minuto, con un rigore e una fenomenale rete al volo di destro quasi rasoterra, negli ultimi dieci minuti l’arrembaggio transalpino viene malamente contenuto dai sudamericani, che anche per la generosità del pur bravo arbitro polacco Szymon Marciniak riescono a reggere fino ai supplementari. Al 108 minuto Messi riporta in vantaggio gli argentini, ma ancora Mbappé, segnando la terza rete personale, primo nella storia di una finale mondiale, perché l’inglese Hurst nel 1966 di tre reti una non l’ha siglata, ancorché convalidata, non essendo mai entrato il pallone, e unico nella serata a superare in altra occasione tre avversari scartandoli, riporta la parità per il definitivo 3 a 3, solo gli errori francesi e la bravura del folle e maleducato portiere albiceleste Martinez chiudono ai rigori, anche con una marcatura del romanista Dybala, il torneo qatarino, restituendo a Buenos Aires una coppa che mancava dall’impresa messicana di Diego Armando Maradona nel 1986. L’Argentina ha schierato inizialmente Emiliano Martinez, Molina, Romero, Otamendi, Tagliafico, Di Maria, De Paul, Fernandez, Mac Allister, Messi, Alvarez, guidati in panchina da Lionel Scaloni, già capace di condurre gli argentini alla vittoria della Coppa America nel 2021. Angel Di Maria e gli assenti nell’esordio disastroso con i sauditi, ovvero Enzo Fernandez, Mac Allister e Julian Alvarez, hanno certamente fatto la differenza, ma in egual mondo Lionel Messi ha risolto a trentacinque anni le sue amletiche complicazioni esistenziali. I media internazionali e la FIFA che non hanno onorato la memoria dello jugoslavo Siniša Mihajlović, serbo di Vukovar, scomparso negli ultimi giorni del mondiale, hanno iniziato invece il panegirico di Messi, ma chi ha visto giocare anche Maradona, sa che nessun paragone è possibile. Il duopolio mediatico – economico Messi/Cristiano Ronaldo da un quindicennio tiene in ostaggio il calcio mondiale, ad esempio non avendo ancora riconosciuto un Pallone d’oro a Mbappé, il quale non solo con otto realizzazioni, seppur seguito a quota sette da Messi, è capocannoniere del torneo, ma il francese con soli due rigori e l’argentino ben quattro, dietro loro a quota quattro realizzazioni Julián Álvarez e Olivier Giroud, ma ha dimostrato di essere il miglior giocatore del mondiale, nel complesso un torneo più modesto, ancorché più equilibrato, rispetto all’edizione russa di quattro anni fa.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.