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Intervista a un dissidente libico: “la rivolta è stata ispirata dagli occidentali”

Il Dr. Rejeb Muftakhov Budabusa, ex-ribelle in una intervista televisiva, a giudicare dalle molte parafrasi e da un approccio più o meno dettagliato, ha impressionato “tutta Parigi.” Infatti, è importante ricordare che ha preso parte, a febbraio e all’inizio di marzo, a “manifestazioni pacifiche a Bengasi”, desiderando ardentemente “la liberazione della Cirenaica.” Economista riconosciuto appartenente alla élite di Bengasi, e stato uno dei dissidenti più in vista. Poi è andato a Parigi, dove è emerso come una delle figure di spicco dei circoli del movimento degli immigrati anti-Gheddafi, fin dall’inizio degli eventi. Il politologo Lev Vershinin lo ha intervistato. Ha detto che è “interessante valutare la situazione negli ultimi mesi.”

 

Lev Vershinin: cosa succede in Libia? Rivolta? Feudalismo? Riflesso di un’aggressione?
Dr. Rejeb Muftakhov Budabusa: Francamente, la rivolta è stata ispirata da alcuni paesi occidentali che hanno, ora, intenzione di cambiare la mappa della Libia e combattono contro la Libia, con i loro bombardamenti aerei. Questa guerra è ingiusta e illogica. Come sapete, inizialmente ero entusiasta. Ho anche accolto con favore l’intervento. Io sono di Bengasi. Prima di emigrare, ero ferocemente contrario alla Jamahiriya. Ero a Bengasi subito dopo l’inizio della rivolta. Ho buoni rapporti con molte persone di lì: i leader (del CNT nota del redattore). Ho amici, i miei ex studenti, molti dei quali hanno partecipato a questi eventi del cosiddetto “17 Febbraio”, ma ora quasi tutti si sono allontanati.
Quello che è successo a febbraio è la giustificazione per l’intervento della NATO. Ma a poco a poco, la gente ha cominciato a pensare che gli stessi eventi sono il risultato di una manipolazione da parte della NATO. Sono state scatenate violenze, con la creazione di gruppi militanti, che avveano la speranza di lottare per un mondo democratico. Ma nessuno dei manifestanti aveva immaginato il momento in cui la NATO ha cercato di intervenire sul nostro suolo. Cerchiamo di essere onesti, c’è un ri-colonizzazione organizzata del nostro paese. Infatti, anche l’opposizione, oggi, è seriamente colpita, l’intervento europeo non è sincero. Ma sembra che alcuni funzionari libici ne fossero stati informati e hanno raggiunto un accordo preliminare con gli europei. Quindi sapevano cosa sarebbe successo.
All’inizio della rivolta, secondo i partecipanti e anche i leader, le manifestazioni sono state pacifiche. La gente veniva a lamentarsi delle autorità, senza alcuna aggressività. Poi la folla, armata, ha cominciarono a bombardare. Così qualcuno ha aperto il fuoco contro una base militare, e un altro ha appiccato il fuoco alla stazione di polizia, e tutto è cambiato. Nella folla pacifica, c’erano persone strane armate, che hanno iniziato le violenze nelle strade, poi i ragazzi hanno iniziato ad aderire ad unità di combattimento. Sono partiti per intraprendere  i combattimenti. Oggi, molte persone lo rimpiangono. La cosa peggiore è che, il giorno in cui la NATO ha cominciato a bombardare Bengasi, non ha fatto nulla di giusto o positivo.

Lev V.: C’è, a Bengasi, una percezione degli “errori della NATO”, dopo la distruzione delle città?
Dr Reje B.: Ebbene, come la gente può percepirlo? A Bengasi, vivono persone normali, che capiscono tutto. In precedenza, la NATO ha letteralmente giocato bene. Ma ora è chiaro che la protezione della popolazione civile, da parte degli europei, è l’ultima delle loro preoccupazioni. Nessuno ha dimenticato il “17 febbraio”, non ci vergogniamo. Ma la gente ha cominciato a vedere il buon grano dall’oglio, e ricordano l’inizio della rivolta. La gente si ricorda questi dettagli, e si rende conto che non c’è stata, precedentemente, una repressione della polizia. Sono consapevoli di averla causata. Sono quelli che hanno attaccato le unità dell’esercito. Ma che cosa può fare un normale cittadino adesso? Ma, non mi fraintendete, penso che Gheddafi dovrebbe ritirarsi dalla vita attiva. Io non vivo in Libia, perché penso che non abbia molto tempo davanti a sè, non c’è bisogno di nasconderlo. Ma io non credo che le disposizioni attuali, con dei generali al potere, saranno più democratiche. Ma, scusate, non voglio che il mio paese sia bombardato, saccheggiato e umiliato.
Anche per me, un Bengasino, nemico giurato e feroce del colonnello Gheddafi, un beduino di Sirte, deve accettare i fatti, oggi, lui è diventato il simbolo dell’unità nazionale, il cui solo nome raccoglie migliaia di persone diverse che sono disposte a lottare contro gli aggressori. Dopo la guerra, vedremo … In questo senso, l’Europa ha sbagliato i calcoli. Noi, libici, simo tranquilli, pigri e di modi semplici. Ma noi non accettiamo di essere umiliati e insultati.  Egli (Gheddafi) giunge quindi a capitalizzarlo. Ma essi (gli europei), con le proprie mani, hanno fatto di Gheddafi il nuovo Omar al-Mukhtar del 2011. E, qual’è lo scopo? Ci stanno rovinando, pensano che se abbandona il potere, è finita. Ma alcune persone non riescono a perdonare o a dimenticare. In molti vedono nell’Europa e nei suoi leader, il futuro compromesso delle loro famiglie. In generale, ci sono quelli che non vogliono combattere. Coloro che restano indifferenti, qualunque sia il governo o che cominciano a simpatizzare per Gheddafi, perché lotta contro gli aggressori, piuttosto che cercare di negoziare. Purtroppo, ora, la sua popolarità sta crescendo ogni giorno di più, più che nei suoi sogni. La politica delle nazioni democratiche non può farci nulla.

Lev V.: Secondo lei, qual è la soluzione?
Dr Rejeb: La NATO ed i ribelli hanno già perso la guerra, e ciò che accadrà domani lo lascio congetturare a Voi.

 

Fonte: Pravda.ru, 11 agosto 2011 (traduzione di A. Lattanzio)

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