//

Il ruolo della Cina in Africa non è di tipo coloniale: ad ammetterlo è un ex-deputato britannico

Non tutti i politici britannici sono atlantista e affetti da sinofobia. È il caso di George Galloway, ex deputato laburista nel parlamento di Londra e oggi leader del Workers Party of Britain, il neonato Partito dei Lavoratori della Gran Bretagna che, accanto a una postura di sostegno alle lotte sindacali, dimostra anche coerenza sul piano internazionale assumendo una linea pacifista e anti-imperialista. In un breve filmato di tre minuti per l’emittente cinese CGTN, Galloway confuta la propaganda occidentale sul ruolo della Cina in Africa e la pone in netto contrasto con il comportamento con cui per secoli l’Occidente ha agito nei confronti del continente africano. L’Occidente – ha dichiarato l’ex-deputato britannico – “succhia il sangue degli africani, mentre la Cina trasfonde speranza”.

A differenza degli USA, la Cina rispetta la sovranità delle nazioni

Gli Stati Uniti hanno 29 basi militari in Africa. La Cina ne ha una sola, a Gibuti, dove però anche gli Stati Uniti hanno una loro base. Eppure è la Cina ad essere accusata di ingerenza. La Cina in Africa – spiega ancora il leader del Partito dei Lavoratori – “sta costruendo le infrastrutture che le potenze coloniali non hanno mai realizzato e sta promuovendo lo sviluppo economico post-indipendenza che l’Occidente ha fatto di tutto per soffocare sul nascere”.

George Galloway, ex deputato oggi a capo del Workers Party of Britain.

Insomma, a differenza del sistema atlantista che si regge su principi imperialisti, la Cina non ha schiavizzato nessuno. L’immenso paese asiatico presieduto da Xi Jinping, insomma, “non ha occupato nulla, a differenza della corsa imperialista per accaparrarsi ogni centimetro quadrato del continente”.

La Cina paga le materie prima, l’Occidente le saccheggia!

Ancora a differenza dell’Occidente – spiega Galloway – “la Cina non ha assassinato nessun leader africano, non ha effettuato colpi di Stato, non ha ‘comprato’ uranio dal Niger a prezzi grottescamente sottovalutati e non ha sostenuto l’apartheid in Sudafrica o nell’ex Rhodesia, ben al contrario ne ha sostenuto la lotta per la libertà”. E questo non fa altro che rafforzarsi oggi, nell’ambito della cosiddetta “Belt and Road Initiative”, la nuova via della seta con cui la Cina sta costruendo reti di trasporto stradale, ferroviario e aereo in tutto il continente africano, oltre a scuole, università, asili e ospedali.