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DPD, Smood, Divoora… fra precariato e ricatti, il PC vota una risoluzione di sostegno ai driver

Dopo il caso dei corrieri di DPD denunciato dal sindacato UNIA (leggi qui) si registrano ultimamente quasi una decina di scioperi in diverse località della Svizzera romanda, tutti riguardanti lavoratori della stessa ditta. Stiamo parlando dei “driver” di Smood, l’azienda di consegne a domicilio controllata per il 35% da Migros e nel cui CdA siede il direttore generale di Migros Ginevra, che rivendicano condizioni di lavoro meno precarie. In Ticino la medesima lotta riguarda la ditta Divoora dove il nuovo contratto imposto ai lavoratori è peggiorativo e introduce salari al minuto che però non riconoscono il tempo in cui il collaboratore è effettivamente a disposizione dell’azienda.

Il Partito Comunista sostiene la lotta dei drivers

In un comunicato stampa, la Direzione del Partito Comunista afferma che “la lotta dei corrieri è molto importante soprattutto perché stiamo parlando di un ambito in cui l’organizzazione sindacale non è affatto cosa semplice: al di là dei ricatti da parte padronale, nemmeno ci si conosce fra i colleghi non essendoci un banale comune luogo di incontro”. Ecco perché il Partito Comunista ha voluto testimoniare la sua piena solidarietà ai lavoratori coinvolti sostenendo le azioni promosse nei giorni scorsi nei cantoni di Friburgo, Ginevra, Vaud e Neuchâtel da varie sigle politiche, studentesche e sindacali che hanno deciso di mobilitarsi in solidarietà ai drivers.

Il sindacato UNIA ha organizzato e mobilitato i driver di Smood per rivendicare migliori condizioni contrattuali.

Secondo il PC, “l’arroganza e il cinismo della parte padronale, che rifiuta di prendere sul serio le legittime richieste dei driver, e il cui modello aziendale si dimostra essere sempre di più una forma di moderna schiavitù, necessita una risposta più ampia da parte del Paese”. Il Partito Comunista ha dunque inviato una propria delegazione alla manifestazione di Friburgo “dove la Polizia, presente in forze non ha avuto di meglio da fare che schedare gli animatori della piazza e fermare un funzionario sindacale di UNIA per aver tenuto aperta la porta di un negozio McDonald’s”.

Il Congresso comunista ha dichiarato la sua solidarietà ai fattorini

Per il Partito Comunista, “il tema dei drivers è talmente urgente che è stato pure affrontato dal nostro recente 24° Congresso svoltosi lo scorso fine settimana (leggi qui) dove non solo abbiamo ascoltato alcune informazioni da parte del segretario di UNIA Ticino, Giangiorgio Gargantini, ma abbiamo pure votato all’unanimità una risoluzione sul tema proposta dal nostro compagno Samuel Iembo che in questo settore ha operato e ha tentato di organizzare un primo nucleo di lavoratori tramite un canale WhatsApp e ha toccato con mano il livello ridotto di diritti sindacali e di precarietà”.

Samuel Iembo alla tribuna del 24° Congresso del Partito Comunista a Bellinzona.

Nel documento approvato dal Congresso del Partito Comunista, già consegnato a UNIA e ai lavoratori coinvolti, si può leggere che “questi settori lavorativi in espansione sono la nuova frontiera del mercato del lavoro precario, della gig economy e del ritorno ad un capitalismo ottocentesco”. Ricordando che “la Gioventù Comunista aveva già iniziato una campagna sul precariato giovanile nel 2018, incontrando vari sindacati e trattando la tematica” (leggi qui), la risoluzione congressuale dichiara che “questa necessaria campagna deve ora prendere degli sbocchi concreti e la lotta al precariato deve diventare uno dei perni di lavoro del Partito Comunista”.

Oltre a sostenere la petizione “Smood, ascolta il tuo personale!” lanciata da UNIA (vedi qui), il Congresso ha impegnato il Partito a sostenere l’organizzazione dei corrieri e a solidarizzare con la loro lotta, affermando la necessità di lottare per un salario dignitoso, un rimborso adeguato per l’utilizzo del veicolo privato, il rispetto delle pause e degli orari di lavoro e per la conclusione di un CCL nel settore delle consegne a domicilio.