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Verdi e Partito Comunista uniti in vista del 5 giugno per un’AET senza carbone. Lega e PS si spaccano..

I Verdi dettano l’agenda politica, la Lega si spacca

L’Azienda Elettrica Ticinese (AET), azienda del Cantone, ha deciso di investire nella centrale a carbone di Lünen in Germania. Il carbone, materia fossile molto inquinante, abbandonato da gran parte delle agenzie energetiche europee, viene visto invece come grande opportunità dai manager dell’AET. Il partito ecologista guidato da Sergio Savoia non ci sta e chiama a raccolta tutti coloro a cui questa scelta strategica non piace per lanciare un’iniziativa popolare che chiede che l’azienda elettrica si tolga dall’investimento nell’ambito carbonifero: rispondono all’appello la Lega dei Ticinesi, il Partito Comunista (PC), i troskisti di MPS e il Partito Socialista.

I Verdi spiegano che “il carbone emette grandi quantità di sostanze pericolose per la salute, come le polveri fini e i metalli pesanti ed è la fonte energetica che emette più anidride carbonica per unità di energia prodotta – quasi il doppio rispetto al gas! La scelta d’investire nel carbone va quindi contro ogni logica di riduzione dei gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici. Anche da un punto di vista economico le incognite non sono poche a causa dell’aumento delle tasse sul CO2 e della crescente domanda di paesi come Cina e India che stanno facendo lievitare i costi del carbone”.

La Lega dei Ticinesi dal canto suo dimostra poca coesione interna: i suoi due consiglieri di Stato, infatti, nonostante venissero dipinti – solo poche settimane fa – come il “cambiamento” dal movimento populista di Giuliano Bignasca, nuova forza di maggioranza relativa del Cantone, seguono invece i dictat dell’amministrazione precedente e sosterranno il controprogetto borghese favorevole ai manager dell’AET. A dimostrazione che la Lega non è affatto un partito di vera opposizione e che, al contrario, rappresenta solo un modo per ingannare i ceti popolari che continuano ad essere succubi di un medesimo progetto politico, ossia quello borghese.

 

I Comunisti continuano nella loro svolta eco-socialista

Unire i temi sociali tipici del movimento comunista con quelli ambientali: è questa la sfida che l’ex-Partito del Lavoro ribattezzato in Partito Comunista (PC) nel 2007 ha deciso di intraprendere con l’elezione di Massimiliano Ay alla direzione. Niente di nuovo, in realtà, se si pensa che già Marx nel XIX secolo metteva sullo stesso piano i danni causati dallo sfruttamento capitalistico dei lavoratori con quelli causati dallo sfruttamento delle risorse naturali. Totalmente nuovo, invece, se si pensa all’apertura che il Partito Comunista sta compiendo in questi ultimi tempi per coinvolgere i più giovani e per aprirsi alle nuove istanze della lotta che non è ormai più solo di tipo laburista.

E così la “svolta eco-socialista” – come la chiamano in casa PC – prende forma anche nella lotta contro il carbone e la centrale di Lünen: se già pochi mesi fa il giovane Gianfranco Cavalli, esponente comunista di Muralto aveva invitato i vertici dell’AET a dimettersi (vedi articolo), ora l’attacco è ancora più netto. Nel comunicato stampa diramato dalla Segreteria del PC, infatti si legge: “In un chilowattora d’energia elettrica prodotta dalle centrali a carbone si nascondono infatti 950 grammi di CO2. Il progetto per la nuova centrale prevede che tutto l’agente inquinante venga mischiato con il vapore della torre di raffreddamento per poi cadere sotto forma di pioggia sui cittadini di Lünen. Più del 50% dell’energia prodotta andrà inoltre persa, visto che l’impianto non sarà dotato di un sistema di cogenerazione (accoppiamento forza-calore), e così una parte importante dell’energia liberata finirà col riscaldare i fiumi circostanti, siccome le loro acque verranno utilizzate per il raffreddamento della centrale. Dal punto di vista sociale, poi, il carbone utilizzato arriva dalla multinazionale RBS Sempra Commodities, che lo fa estrarre in Colombia e in Indonesia, senza alcun riguardo per le denunce circa i diritti sindacali negati in tali paesi e il lavoro minorile”.

 

E i socialisti che fanno?

Il Partito socialista (Ps) ufficialmente sostiene l’iniziativa contro l’investimento nella centrale a carbone di Lünen. Eppure vi sono esponenti di spicco come il segretario sindacale Raoul Ghisletta, ex-capogruppo socialista in Granconsiglio (e forse candidato al parlamento nazionale), che la ritengono una follia e sostengono tale fonte energetica. Al seguito del dirigente sindacale c’è anche Rezia Boggia, consigliera comunale PS ad Arbedo-Castione ed esponente del Coordinamento Donne della Sinistra (che andrebbe forse ribattezza “Coordinamento Donne Socialdemocratiche”). Boggia, inoltre, è sindacalista presso la VPOD alle dipendenze di Ghisletta.

La scelta di Ghisletta ha creato un certo imbarazzo a sinistra: i Verdi hanno chiesto garanzie ai socialisti e il Partito Comunista ha pubblicamente criticato, con una nota stampa, “il corporativismo settoriale dimostrato da certi esponenti di spicco del sindacato VPOD”.

Negli ultimi giorni si è aggiunto a questo schieramento che – senza paura del ridicolo – ritiene il carbone una fonte energetica capace di futuro, persino il consigliere comunale socialista Pier Mellini che si è schierato “contro l’iniziativa di Savoia”. Non è tutto: il deputato PS Bruno Cereghetti ha preso anche lui le distanze dal suo Partito perché uscire dal carbone come proposto dall’iniziativa costerebbe troppo. Interessante vedere come questi “socialisti” ragionino come dei liberali per quanto concerne il concetto di spesa e di gestione dell’apparato statale.

Ma chissà che non abbia ragione il portale TicinoLibero (vedi: http://www.ticinolibero.ch/?p=67446), secondo cui si potrebbe trattare di una tattica interna al PS per avere sia la botte piena sia la moglie ubriaca, ossia accontentare con una politica qualunquista l’ala ecologista del Partito e nel contempo far capire alla corrente moderata filo-liberale che loro comunque hanno tutti gli spazi che desiderano all’interno del Partito (e conseguentemente nei posti di potere ad esso destinati).

Una linea ondivaga, insomma, che ormai sta caratterizzando da tempo la socialdemocrazia ticinese e che finora ha già portato alla rottura totale dell’alleanza con i Verdi (che hanno persino rinunciato all’apparentamento delle liste elettorali) e che potrebbe portare anche a frizioni con i Comunisti. Insomma: o il Ps sceglie chiaramente una linea oppure la divisione della sinistra voluta dalla dirigenza socialista (che si crede autosufficiente) in Ticino pare ormai definitiva.

 

L’iniziativa è solo di Savoia?

“L’iniziativa di Savoia”: è così che molti socialisti denominano l’iniziativa anti-carbone, misconoscendo il fatto che essa è stata in realtà lanciata da una vasta alleanza che riesce a tenere assieme la Lega dei Ticinesi (perlomeno non quella governativa) di Giuliano Bignasca e la sinistra comunista di Massimiliano Ay. 
Pare insomma che il risentimento personale verso Sergio Savoia, politico di successo (a differenza dell’anziana élite socialista) che prima di assumere la direzione dei Verdi quattro anni fa aveva militato nel PS sia la vera bussola politica della Socialdemocrazia che da tempo ormai dimostra di anteporre gli individui al progetto politico.

6 Comments


  1. Warning: Attempt to read property "avatar_manager_avatar_type" on bool in /home/clients/102fa14672b3d0d530963f9ed8aac667/sinistra/www.sinistra.ch/wp-content/plugins/avatar-manager/avatar-manager.php on line 1092
    metallicaro ha detto:

    Comunque bisogna fare attenzione sia ai Verdi che a Savoia, perché a volte hanno delle derive tutt’altro che socialdemocratiche, vedi quando hanno chiesto uno statuto speciale per il Ticino, o come a volte si aprono di più a discorsi liberali.
    La divisione tra PS e Verdi è dovuta soprattuto a quest’ultimi, poiché Savoia continua a ripetere che sono una forza autonoma, addirivando a volte a dire che non si collocano sempre a sinistra. Ovvio che pure certe uscite del PS non hanno aiutato nell’ottica di lotta unita….


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      quadroni ha detto:

      Lo statuto speciale per il Ticino non è necessariamente una cosa di destra, a Ginevra sono stati i comunisti a richiederlo ad esempio negli anni ’90 e in vari parti del mondo sono le amministrazioni socialdemocratiche a imporlo in certe aree. Pensando che il Ticino è una regione periferica, con problemi di frontalierato e in cui l’impianto produttivo è a rimorchio e nel contempo l’impianto finanziario parassitario dipende dalla mafia italiana non è del tutto fuori luogo quanto dice Savoia. E’ chiaro che i Verdi vogliono recuperare il voto moderato, ma la critica di Savoia sul PS che va a leccare il sedere al PLRT con l’associazione “Incontro Democratico” è molto valida: per me i Verdi sono il vero partito socialdemocratico riformista in Ticino, mentre i comunisti sono la vera forza di trasformazione socialista e marxista. Il PS è solo un partito con una solida cultura liberal-democratica (basti vedere le dichiarazioni di Pesenti, Mariolini, Sandrinelli, ecc.), per questo il suo obiettivo è spaccare la sinistra e tenere a bada i sindacati. Vai vedere i risultati di Adriano Venuti (capo della corrente di sinistra nel PS) alle elezioni cantonali: ha fatto un risultato così negativo che è chiaro che il PS ha dato l’ordine di boicottarlo per distruggere “Prospettive Socialiste”.


  2. Warning: Attempt to read property "avatar_manager_avatar_type" on bool in /home/clients/102fa14672b3d0d530963f9ed8aac667/sinistra/www.sinistra.ch/wp-content/plugins/avatar-manager/avatar-manager.php on line 1092
    quadroni ha detto:

    Lo statuto speciale per il Ticino non è necessariamente una cosa di destra, a Ginevra sono stati i comunisti a richiederlo ad esempio negli anni ’90 e in vari parti del mondo sono le amministrazioni socialdemocratiche a imporlo in certe aree. Pensando che il Ticino è una regione periferica, con problemi di frontalierato e in cui l’impianto produttivo è a rimorchio e nel contempo l’impianto finanziario parassitario dipende dalla mafia italiana non è del tutto fuori luogo quanto dice Savoia. E’ chiaro che i Verdi vogliono recuperare il voto moderato, ma la critica di Savoia sul PS che va a leccare il sedere al PLRT con l’associazione “Incontro Democratico” è molto valida: per me i Verdi sono il vero partito socialdemocratico riformista in Ticino, mentre i comunisti sono la vera forza di trasformazione socialista e marxista. Il PS è solo un partito con una solida cultura liberal-democratica (basti vedere le dichiarazioni di Pesenti, Mariolini, Sandrinelli, ecc.), per questo il suo obiettivo è spaccare la sinistra e tenere a bada i sindacati. Vai vedere i risultati di Adriano Venuti (capo della corrente di sinistra nel PS) alle elezioni cantonali: ha fatto un risultato così negativo che è chiaro che il PS ha dato l’ordine di boicottarlo per distruggere “Prospettive Socialiste”.


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    metallicaro ha detto:

    È comunque una richiesta un po’ estrema lo statuto speciale, soprattutto per la sua applicabilità e per via del sistema federalistico svizzero.

    Per me non sono il vero partito socialdemocratico che c’è in Ticino, perché, ripeto, sono socialisti realmente fino a un certo punto. Secondo, i comunisti sono l’unica vera forza? Non ne sarei così sicuro. Quelli dell’MPS che sono? Socialdemocratici? Comunisti legati ad interessi economici? Non mi pare.
    È brutto rendere tutto in termini assolutistici: questi sono i veri, quelli sono i brutti ecc…. Per me ogni partito di sinistra ticinese ha delle belle e brutte qualità, PS compreso.
    Non sarei così sicuro sulla volontà di distruggere Prospettive Socialiste, anche perché sono poco influenti e non giova alla vita del partito una mossa del genere, anche se Venuti si è già lamentato della poco ascolto dell’area più a sinistra del partito. Il cattivo risultato di Venuti è causato, inoltre, dalla sua poca famigliarità con l’elettorato ticinese. Non è famoso quanto un Lurati o una Mariolini, ad esempio.
    Condivido, comunque con riserva, l’affermazione che i piani alti del PS siano ormai relegati a una liberalismo sociale.


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      quadroni ha detto:

      Il PS è talmente contraddittorio, inserito nel sistema che è sempre più difficile definirlo socialdemocratico, mentre i Verdi sono riformisti e fanno ancora un po’ di opposizione, per questo mi sembrano loro i veri socialdemocratici. Alla loro sinistra vedo il PC – come prima vedevo il PDL – che ha una storia di grandi battaglie da settanta anni nel nostro Cantone. Mentre l’Mps è una tipica scissione massimalista come ce ne sono fin troppe a sinistra. L’Mps è stato dentro il PS fino al 2000 circa e poi è uscito perché il suo solito leader Sergi decise di rompere le scatole a PS e al PdL che stava risorgendo dopo anni di crisi. Il loro comportamento ambiguo non mi piace per niente e senza i voti del PC col cazzo che eleggevano un deputato.


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    donato ha detto:

    Per essere precisi l’MPS è un partito troschista che nasce come Partito Socialista dei Lavoratori (PSL), sezione del “United Secretariat”, una delle cinquanta “4e Internazionali” in odio fra loro. E’ sempre stato nei miei ricordi un partitino minoritario ed estremista il cui obiettivo era attaccare i comunisti del Partito del Lavoro (PdL) e i socialisti marxisti del Partito Socialista Autonomo (PSA) che collaboravano assieme in Granconsiglio e fuori. Loro erano sempre i più rivoluzionari di tutti, settari e pronti a dar lezioni dall’alto. Il PSA poi si unisce – a tappe prima con la CST – col PST, mentre il PdL si allea nel 1991 con il PSL e forma la “Alternativa” che farà un solo deputato. Ad essere eletto è Sergi che però poi entrerà nel PS e volterà le spalle ai comunisti. Poi nel 2003 Sergi rompe coi socialisti e fonda MPS tanto per il suo solito fare disfattista. Il PC è molto ringiovanito in questi ultimi anni e ha fatto un errore di gioventù in buona fede: ha creduto che unire la sinistra significa rafforzarla, ma così facendo ha permesso di far eleggere il figlio spirituale di Sergi, Pronzini, in Granconsiglio (quando l’MPS da solo non ce l’avrebbe mai fatta). Se si va a fare la somma fra i voti ottenuti nel 2007 da MPS e PC separatamente si vede come l’unità abbia fatto perdere diverse centinaia di voti perché qualche comunista di vecchia data non dimentica come il PSL/MPS truffò il PdL nel 1991, ma soprattutto molti troschisti pur di non votare comunista si astengono perché sono incapaci di far politica e sono chiusi nel loro recinto ultra-ideologico. A sinistra del PS ci sono i Verdi e questi giovani comunisti ben preparati che hanno l’onore e l’onere di rinverdite lo storico PdL, rispettato anche dai socialdemocratici e che devono imparare a non farsi influenzare dal Sergi.

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