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In memoria del compagno Chávez: le vittorie della Rivoluzione Bolivariana in Venezuela

Si celebra oggi l’anniversario della morte di Hugo Chávez Frías, presidente socialista del Venezuela, spentosi prematuramente a causa di un cancro il 5 marzo 2013. Considerando lo spessore della ricorrenza, mi sono sentito in obbligo di presentarvi questo piccolo lavoro, nella convinzione che possa servire a tutti i comunisti e a tutti i socialisti di sinistra per semplificare la difesa pubblica della Rivoluzione Boliviariana in Latinoamerica, e sviluppare i sentimenti progressisti alle nostre latitudini. I media occidentali lo hanno definito un dittatore, un populista, un estremista, un opportunista, spesso addirittura un fascista. Ora vi dimostrerò, con dati concreti e di semplice lettura, che Hugo Chávez non ha fatto altro che portare benefici alla stragrande maggioranza dei venezuelani, come nessun altro è riuscito a fare in nessuna parte del mondo negli scorsi decenni. Chi lo nega, o è in malafede, o è ignorante. Ora sta a voi valutare la portata delle riforme.

Non è mai accaduto nella storia dell’America Latina, che un leader politico abbia avuto una legittimità democratica così totale ed indiscutibile. Dal 1999, in Venezuela ci sono state 16 consultazioni elettorali, e Chávez ne ha vinte 15. Ha sempre battuto gli avversari con 10-20 punti percentuali di scarto e tutti gli organismi internazionali, dall’UE all’Organizzazione degli Stati americani, dall’Unione delle Nazioni sudamericane al Centro Carter, hanno unanimemente riconosciuto la trasparenza nel conteggio dei voti. Secondo Jimmy Carter, ex presidente USA, quello venezuelano è il miglior sistema elettorale del mondo.

Grazie al governo chavista, il diritto all’istruzione è stato assicurato alle nuove generazioni.

Istruzione e sanità: dei progressi incontestabili

L’accesso all’istruzione per tutti, introdotto nel 1998, ha prodotto risultati eccezionali. Circa un milione e mezzo di venezuelani hanno imparato a leggere e a scrivere grazie alla campagna di alfabetizzazione denominata Misión Robinson 1, al punto che nel 2005 l’UNESCO ha dichiarato il Venezuela territorio libero dall’analfabetismo. Il numero di bambini che frequentano la scuola è stato portato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011, e per portare tutta la popolazione adulta al livello di istruzione secondario (in Ticino licenza di scuola media), è stata lanciata la Misión Robinson 2. In questo modo, la scolarizzazione nell’insegnamento secondario, è passata da 53,6% nel 2000 a 73,3% nel 2011. Per quanto riguarda le università, sono stati molti i nuovi stabilimenti costruiti dal Governo Bolivariano, e per mezzo delle Misiones Ribas e Sucre, si è data la possibilità a centinaia di migliaia di giovani di intraprendere studi universitari. Dagli 895’000 studenti universitari del 2000, si è arrivati a 2,3 milioni nel 2011.

Per quanto riguarda la salute, è stato creato il Sistema Nazionale Pubblico che garantisce il libero accesso alle cure sanitarie per tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012 sono nati 7’873 centri medici in Venezuela, e il numero di medici è passato da 20 ogni 100’000 abitanti nel 1999, a 80 ogni 100’000 abitanti nel 2010, si tratta quindi di un aumento del 400%. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, con una riduzione del 49%. Nello stesso periodo l’aspettativa di vita è passata da 72,2 anni a 74,3 anni. Grazie alla Operación Milagro nata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta o da altre patologie oculari hanno riacquistato la vista.

Riduzione della povertà e sovranità alimentare al centro delle politiche sociali di Chavez

Dopo l’istruzione e la sanità passiamo alla povertà. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato da 42,8% al 26,5%, e il tasso di povertà estrema è passato dal 16,6% nel 1999 al 7% nel 2011. Il coefficiente di GINI, che serve a calcolare la disuguaglianza economica tra diversi soggetti di un Paese, è passato da 0,46 nel 1999 a 0,39 nel 2011, quello venezuelano è il coefficiente di GINI più basso dell’America Latina. Il tasso di malnutrizione infantile è stato ridotto del 40% dal 1999 ad oggi, ed ora il 95% dei venezuelani ha l’accesso all’acqua potabile, nel 1999 la percentuale era dell’82%, non a caso durante l’era Chávez le spese sociali sono aumentate del 60%. Prima del 1999 solo 387’000 anziani percepivano una pensione. Ora sono 2,1 milioni. Dal 1999 ad oggi sono state costruite 700’000 nuove case in Venezuela, e il governo ha donato più di un milione di ettari di terreno alle popolazioni aborigene del paese.

Con un’imponente programma edilizio, il governo ha assicurato il diritto alla casa.

Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012, la produzione è stata del 71%, contando che il consumo globale dei venezuelani è aumentato dell’81% dal 1999. Grazie alle nuove catene di negozi statali, 22’000 stabilimenti, con prezzi scontati, in media, del 30%, dal 1999 ad oggi la quantità di calorie consumate dai venezuelani è raddoppiata e il consumo di carne è aumentato del 75%. Circa cinque milioni di bambini oggi ricevono pasti gratuiti a scuola, erano 250’000 nel 1999, e la percentuale di malnutrizione è scesa dal 21% nel 1998 al 3% (!) nel 2012. Secondo la FAO il Venezuela è il paese americano che ha fatto più sforzi per combattere la fame.

Nazionalizzazioni, diritti dei lavoratori e sviluppo tecnologico alla base del successo economico venezuelano

Passando ad altro, grazie alla nazionalizzazione del settore petrolifero, il Venezuela rivoluzionario ha conquistato la sua sovranità energetica. La nazionalizzazione del settore elettrico e delle telecomunicazioni ha messo fino alla situazione di monopolio e ha permesso l’accesso a questi servizi da parte di tutti. Dal 1999, sono state create più di 50’000 cooperative in tutti i settori dell’economia, e il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% del 1998, al 6,4% nel 2012, il che equivale alla creazione di 4 milioni di posti di lavoro. Il salario minimo mensile è passato dall’equivalente di 16 dollari del 1998, a 330 dollari nel 2012, vale a dire un incremento di oltre il 2’000%. Quello venezuelano è salario minimo più alto dell’America Latina. Nel 1999, il 65% della forza lavoro percepiva il salario minimo. Nel 2012 soltanto il 21,1% dei lavoratori è a questo livello di retribuzione. L’orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore giornaliere e 36 settimanali, a parità di retribuzione.

Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011 e il Venezuela si è ritirato dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, trai più alti al mondo, e il PIL pro capite è passato da 4’100 dollari nel 1999, a 10’810 dollari nel 2011. Il Venezuela offre un supporto diretto al continente americano maggiore di quello degli Stati Uniti. Nel 2007, Chávez ha speso 8’000 milioni di dollari in sovvenzioni, prestiti e aiuto energetico, contro i soli 3’000 milioni dell’amministrazione Bush, e la creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 Paesi dell’America Latina di acquistare petrolio scontato fino dal 40% al 60%. Per la prima volta nella sua storia il Venezuela dispone di satelliti propri ed eccelle nel campo della tecnologia spaziale, tutto il territorio è ricoperto da internet e telefono.

I leader dei paesi dell’ALBA guidati dal presidente venezuelano Hugo Chavez Frias.

Una nuova politica internazionale, antimperialista e pacifista

La creazione dell’ALBA ha gettato le basi per un progetto di integrazione e sviluppo sociale in tutta l’America Latina e grazie al CELAC i paesi latinoamericani si sono resi sempre più indipendenti da USA e Canada. Oltre a tutti questi meriti sociali quasi esclusivamente interni al Venezuela, Chávez si è battuto contro tutte le guerre di aggressione imperialiste, dall’Afganistan alla Libia, ed è stato un personaggio cardine nel processo di pace in Colombia, il cui ruolo fondamentale è stato riconosciuto, con tanto di ossequi, dal presidente colombiano Santos.

Mi sono concentrato soprattutto sugli aspetti sociali interni al Paese, non ho citato tutte le vittorie e tutte e riforme, ma solo quelle che mi sembravano più significative o di cui ho trovato dati affidabili. In realtà i successi sono ancora maggiori.

Amedeo Sartorio

Dopo aver frequentato l'Università di Losanna, Amedeo Sartorio è ritornato in Ticino, dove attualmente lavora come giardiniere. Già consigliere comunale a Brione sopra Minusio, è attualmente membro del Comitato Centrale del Partito Comunista.