Abusi e omertà: il servizio militare sempre più diseducativo. I giovani comunisti durissimi contro l’esercito!

Il portale Ticinonline e il quotidiano “20minuti” hanno dato risalto alla vicenda di un giovane coscritto ticinese oggi 22enne aggredito durante la scuola reclute di Elm (Glarona) da sette suoi commilitoni. Era il 2014 e i sette soldati di leva avevano sequestrato il ragazzo, immobilizzandolo e malmenandolo, arrivando a puntargli un fucile contro con il mirino laser attivato arrecandogli persino danni agli occhi. Il diretto interessato non ne vuole parlare e anzi ha continuato a fare il militare comunque e i suoi genitori tendono a gettare acqua sul fuoco: si tratta di “scherzi” anche se qui “si è andati oltre” e negano “danni psicologici”. Un’altra vittima di quella scuola reclute, legato al letto con un sacchetto in testa e sottoposto al pratica di iniziazione conosciuta come “battesimo del pene” ha invece ammesso alla redazione del Blick di aver “sofferto attacchi di panico anche successivamente”. Insomma forse qui, più che banalizzarli come “scherzi eccessivi”, è il caso di parlare di crimini!

gioco_guerraSempre il portale Ticinonline ha fatto un veloce sondaggio fra i suoi lettori: il 7% sostiene di aver subito atti gravi di nonnismo e il 28% di atti lievi durante il loro periodo di leva in caserma. Il punto è che in pochi ne vogliono parlare e ancora di meno voglio denunciare i fatti.

A confermarlo è Massimiliano Ay: il deputato comunista da anni si occupa di assistere i coscritti e ammette di essere venuto a conoscenza di abusi importanti commessi in primis dagli ufficiali, come visite mediche negate a soldati febbricitanti, incontri con gli psicologi rimandati alle calende greche di fronte a situazioni oggettivamente di crisi, ecc. Eppure molti giovani, dopo essere riusciti a abbandonare la divisa, preferiscono non denunciare i fatti e in questo modo l’esercito continua a tollerare ufficiali e sottufficiali rambo, funzionali peraltro al clima di oppressione che deve regnare nelle caserme.

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La Svizzera costringere ragazzi appena usciti dall’adolescenza ad arruolarsi

Ay dichiara infatti che “non ci si deve stupire di fronte a queste storie: sono i graduati i primi a non rispettare la legge, a volte sembra che le caserme non siano su territorio svizzero e la certezza del diritto sia andata in fumo”! Nell’esperienza del granconsigliere comunista vi sono stati casi in cui ufficiali hanno negato fino all’ultimo un conflitto di coscienza per impedire di aderire al servizio civile, l’alternativa al servizio militare prevista dalla Costituzione: “sembra quasi che vogliano spingere i coscritti a rifiutare gli ordini per sbatterli in prigione, quando invece è un diritto lasciare il servizio militare!”.

La Gioventù Comunista, attiva nel 2013 per rivendicare la fine della leva obbligatoria e la parificazione fra servizio militare e civile, su Facebook commenta il clima di omertà: “Non si racconta nulla perché l’esercito resta troppo spesso una ‘vacca sacra’ anche fra le mura domestiche, nella scuola, nella società. Eppure gli abusi esistono: non sempre sono gravi come quelli descritti (e ci mancherebbe) ma sono continui e sono tollerati perché utili al controllo sociale delle nuove generazioni. A tutto ciò occorre opporsi con fermezza, perché le alternative esistono!”.

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Il movimento giovanile più critico nei confronti dell’esercito

I giovani comunisti hanno elaborato anni fa un documento politico molto chiaro sull’esercito in cui si legge che esso “promuove fortemente dei valori a noi avversi (nazionalismo, ubbidienza sociale, conformismo, ecc.) ed è inoltre una delle istituzioni statali meglio controllate dalla classe dominante. Non si tratta perciò di migliorarlo partecipandovi, poiché, oltretutto se ne legittimerebbero gli obiettivi di fondo. La Gioventù Comunista lotta quindi per l’indebolimento, fino alla scomparsa, di questa istituzione di classe, e si impegna a favore della pace, della neutralità, dell’internazionalismo. Primo obiettivo strategico dovrà essere l’eliminazione della leva obbligatoria, ciò comporterà una diminuzione drastica dei giovani svizzeri che subiranno la nefasta influenza culturale e dottrinaria del militarismo elvetico”.