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Presidenziali portoghesi: avanza l’estrema destra, ma si consolidano i comunisti.

Lo scorso 24 gennaio, si sono tenute in Portogallo le elezioni presidenziali 2021. Nel sistema costituzionale portoghese, il capo dello Stato è rappresentato dal Presidente della Repubblica, che gode di alti poteri costituzionali: egli ha infatti la facoltà di sciogliere l’Assemblea della Repubblica (unico organo legislativo nazionale), di proporre e indicare un governo al parlamento, e di porre il veto sulle leggi promulgate dal legislativo.

Sostenuta dai media, avanza l’estrema destra di André Ventura

Vincitore dello scrutinio col 60.70% dei voti, è stato rieletto per un secondo mandato Marcelo Rebelo de Sousa, appoggiato ufficialmente dai partiti di centro destra, ossia il PSD (Partito Social Democratico, liberale) e il CDS-PP (Centro Democratico Sociale-Partito Popolare, conservatore). Al secondo posto si è piazzata Ana Gomes col 12.07%. Sebbene sia stata fino al 2019 eurodeputata del Partito Socialista ed iscritta ancora al partito, Gomes si è presentata come indipendente. Infatti, i socialisti portoghesi han deciso di non proporre un proprio candidato ufficiale, lasciando così liberi i propri elettori. Si segnala, invece l’exploit di Chega, partito populista di estrema destra: il suo candidato André Ventura ha ottenuto l’11.9% dei consensi, grazie anche alla forte copertura mediatica dei maggiori media nazionali (che possiamo considerare la nuova espressione dell’antipolitica portoghese), che hanno sovraesposto il candidato nazionalista a discapito degli altri e del dibattito costruttivo fra di essi. Guardando alla sinistra del PS, al quarto posto arriva il candidato comunista, João Ferreira, col 4.32% dei voti, che supera di poco la candidata del Bloco de Esquerda (sinistra radicale), ferma al 3.95%. Seguono con percentuali minori il candidato del partito neoliberale, Iniziativa Liberale, Tyago Mayan, e l’indipendente Vitorino Silva.

Il candidato comunista João Ferreira ha raccolto il 4,32% dei consensi.

Nonostante l’astensionismo, si consolida l’elettorato comunista

Osservando più da vicino la prestazione del Partito Comunista Portoghese (PCP), va rilevato come João Ferreira, eurodeputato e municipale di Lisbona, di formazione biologo, sia riuscito a migliorare leggermente la percentuale elettorale, nonostante l’astensione record (dal 52% di cinque anni fa, i non votanti sono cresciuti fino al 60%): dal 3.95% (182.998 voti) di cinque anni fa, il candidato del PCP si è assestato al 4.32% (180.516). Inoltre, il candidato dei comunisti e dei Verdi (uniti nella coalizione della CDU) è riuscito a superare l’altra candidata di area, la bloquista Marisa Matias, che dal suo 10.12% del 2016, è crollata al 3.95%. Va sottolineato, in aggiunta, che al contrario di quanto dicono i media nazionali (ossia che vi sarebbe un continuo crollo elettorale dei comunisti), nei propri bastioni il PCP è riuscito a consolidare se non a migliorare il proprio risultato, e se il candidato di estrema destra, André Ventura, è riuscito a ottenere alti consensi nelle stesse regioni, è perché li ha presi alla destra, non di certo dalla classe operaia che vota comunista. Ma come abbiamo già rilevato in altre occasioni sul nostro portale (leggi qui), l’attacco mediatico verso il PCP non cessa di diminuire.

In conclusione, se è vero che siamo ancora lontani dal 6.33% delle legislative, il risultato di João Ferreira – unico candidato a valorizzare nella propria campagna il valore della Costituzione Portoghese, figlia della Rivoluzione dei Garofani – va considerato in chiave positiva, dato che c’è stato un miglioramento nei consensi, nonostante un’astensione estesa (a questa tornata, ci sono stati 478’741 elettori in meno) e nonostante molti elettori comunisti di una certa età, per motivi legati alla pandemia, non hanno potuto esercitare il proprio diritto di voto.

Stefano Araujo

Stefano Araujo, classe 1993, ha conseguito il diploma di master in scienze politiche presso l'Università di Ginevra. Attualmente lavora come assistente presso il Global Studies Institute della stessa università. E' membro del Comitato Centrale del Partito Comunista (Svizzera).