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Austria: i giovani contestano i vertici del Partito Comunista

All’interno dei partiti comunisti europei il dibattito non manca e a volerlo sono i giovani. Come in Italia sono i giovani a spingere per l’unità fra i due partiti comunisti esistenti, così nella Confederazione elvetica sono le nuove leve a voler abbandonare il riformismo che caratterizza il Partito Svizzero del Lavoro e ora in Austria è la locale Gioventù Comunista (KJÖ) a guidare l’opposizione interna ai vertici “liquidazionisti” del Partito Comunista Austriaco (KPÖ) che ha tenuto lo scorso mese di febbraio il proprio 35° Congresso Nazionale. La KJÖ si è resa indipendente dal Partito adulto, si è dichiarata marxista-leninista, ma non ha rinunciato alla lotta politica interna al KPÖ per mutarne la linea generale.

Lo stato attuale del Partito Comunista Austriaco non è roseo: secondo i giovani è forse uno dei più difficili nella storia novantennale dell’organizzazione. Il Partito e la corrente sindacale ad esso apparentata, il Blocco Sindacale di Sinistra (GLB) “hanno perso negli ultimi anni tutto il proprio legame con il mondo operaio” – spiegano dalla KJÖ – e persino a livello istituzionali il KPÖ sta perdendo la maggior parte dei suoi eletti persino a livello comunale. Tutto il lavoro politico si limiterebbe, insomma, a lodevoli iniziative di singoli militanti o di sezioni più o meno dissidenti. Questa è in sostanza l’impietosa analisi dei giovani comunisti che descrivono il Partito come “un circolo ristretto di amici uniti nella sofferenza, piuttosto che un partito politico combattivo”.

Piuttosto che valorizzare l’apporto dei giovani, la “vecchia guardia” del KPÖ ha iniziato un processo di epurazione dei marxisti-leninisti a tutto campo. Il metodo adottato è quello delle scissioni in seno al movimento giovanile e dello sfratto dalle sedi del Partito. Un campo d’azione è stato il mondo accademico, dove i giovani comunisti avevano conquistato un margine di manovra: i vertici del Partito, per indebolire i giovani, troppo ribelli per i loro gusti, hanno provocato una scissione nell’Unione degli Studenti Comunisti (KSV) rendendo i comunisti meri spettatori del movimento studentesco di contestazione alle riforme che nel 2009 ha infiammato il paese e creando associazioni “vassalle” del KPÖ, come l’associazione “Junge Linke”, “Junge Liste” e “Young Communists” (in inglese!) hanno tentato, parzialmente riuscendoci, di ostacolare la presenza alle elezioni universitarie della KSV e della KJÖ.

La tendenza della direzione del Partito è quello di liquidare la tradizione marxista per trasformarsi in un partito di centro-sinistra, interclassista, ideologicamente intercambiabile. Finora questa linea – che nelle intenzioni avrebbe dovuto portare a maggiori consensi – ha in realtà portato lo storico KPÖ all’insignificanza politica. Se l’obiettivo del KPÖ non è più la società socialista, ma la semplice solidarietà di fronte agli eccessi del capitalismo, infatti, gli elettori preferiscono votare l’originale, ossia la Socialdemocrazia, e non la copia.

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