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Ancora troppe le lacune nel rientro a scuola in Ticino

Le modalità del rientro a scuola odierno non soddisfano il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), che già alcune settimane fa aveva indicato alcune chiare lacune nei piani illustrati dal DECS per il ritorno sui banchi. Nonostante le diverse rivendicazioni avanzate dal sindacato in merito alla riapertura delle scuole, il Dipartimento ha proseguito sulla strada già delineata senza considerare le richieste del movimento studentesco. 

La scuola è dunque ripartita oggi (fortunatamente in presenza), ma ben poche sono le misure volte a sostenere ed accompagnare le studentesse e gli studenti dopo il difficile periodo del lockdown. Sul fronte delle mascherine, è stato oggi distribuito ad ogni studente del secondario superiore un “set” da 10 mascherine, che secondo le indicazioni d’uso delle autorità cantonali dureranno verosimilmente 2 settimane: data l’obbligatorietà dell’uso delle stesse qualora non venga rispettata la distanza di sicurezza (situazione che concerne un gran numero di studenti del post-obbligo), ci sembra assurdo che esse non vengano fornite gratuitamente. Si rischierà pertanto di vedere una parte del corpo studentesco (specialmente coloro che provengono dalle fasce di reddito medie-basse) riutilizzare in maniera controproducente le stesse mascherine per settimane, al fine di alleggerire le spese domestiche, compromettendo sia la loro che la salute altrui: ci pare dunque assurdo che lo Stato non intervenga al fine di evitare che un tale scenario possa realizzarsi. 

Ma l’immobilismo dell’autorità cantonale non si limita alle mascherine. Nonostante una parte consistente dell’anno scolastico passato sia stato caratterizzato dall’acuirsi delle diseguaglianze sociali e del correlato aumento del divario scolastico viste la diversità delle condizioni di studio della scuola “a distanza”, il DECS ha fatto ben poco per compensare eventuali problemi di questo genere. Ciò rappresenta un’ingiustizia che il SISA non può accettare. Se infatti coloro che dal profilo scolastico hanno più sofferto l’assenza della scuola sono le classi più svantaggiate, a subire ulteriormente il peso di condizioni di studio meno favorevoli saranno le stesse classi sociali che non potranno permettersi serenamente di pagare dei corsi di recupero privati (neanche se “sovvenzionati” dallo Stato, come pare che si voglia procedere). In questo senso è importante che nel corso del primo mese di scuola “in presenza” ci si concentri a colmare le lacune accumulate, evitando perciò ogni attività valutativa, affinché le studentesse e gli studenti non vengano penalizzati per una situazione di cui non sono responsabili. Ci teniamo d’altronde a precisare la nostra opposizione alle pratiche di “esternalizzazione” dei corsi di recupero cui si sta prestando il DECS coinvolgendo associazioni private e soggetti esterni al mondo scolastico: le ripetizioni devono essere assicurate dalla scuola pubblica e dai suoi docenti, il cui organico – se insufficiente – può e deve essere potenziato allo scopo.

Da ultimo, ma non meno importante, il posticipo degli esami di maturità professionale ci pare nella sua attuale modalità decisamente assurdo. Si intende infatti recuperare questi esami nel mese di ottobre, giustamente preceduti, come da noi più volte rivendicato, da appositi corsi di recupero. Il problema è tuttavia rappresentato dal fatto che questi corsi verosimilmente si terranno durante il weekend: per molti studenti delle scuole professionali che vivono nelle zone discoste del Cantone, raggiungere la propria scuola con gli orari dei trasporti pubblici del fine settimana, può risultare fortemente problematico. Chiediamo pertanto al Dipartimento e alla Divisione della formazione professionale di posticipare gli esami alla fine del semestre autunnale, in alternativa all’inizio del semestre primaverile, di modo da poter spalmare i corsi di recupero, tra lunedì e venerdì, nell’arco del semestre ed a settimane alterne (ovvero una settimana si svolge il recupero, la settimana successiva è libera): in questo modo, oltre ad andare incontro agli studenti delle zone più discoste, si permetterebbe agli studenti di rientrare a scuola nel primo mese con più serenità, facilitando l’acquisizione dei saperi necessari per svolgere la prova di esame. 

Il SISA si aspetta dunque che il DECS risolva al più presto i problemi segnalati e che agisca tempestivamente affinché a pagarne le spese non siano sempre gli stessi: è impensabile pensare di ripartire come se nulla fosse accaduto, occorre agire con decisione ed occorre farlo subito.

Rudi Alves

Rudi Alves, classe 1998, è coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA). E' attivo anche nell'Associazione in difesa del servizio pubblico del Canton Ticino.