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Il Papa, la Cina, il Manifesto e …il pensiero unico

Il giornale italiano “Il Manifesto”, che ancora si autoidentifica come “quotidiano comunista”, vorrebbe dettare la linea politica a papa Francesco ed è indispettito che il pontefice non si ponga al servizio dell’imperialismo occidentale che fomenta il separatismo etnico ad Hong Kong. I giornalisti “comunisti” scrivono infatti: “L’equilibrismo del papa: «dimentica» Hong Kong per non indispettire Xi.”

Poi, sempre “Il Manifesto” aggiunge una doppia stupidaggine: “Pechino potrebbe aver esercitato qualche pressione sulla Segreteria di Stato affinché il Papa non presentasse, in mondovisione, il dramma democratico che i cittadini di Hong Kong stanno vivendo”. Potrebbe? Quale sia la fonte non è dato saperlo!

In buona sostanza, inventandosi di fatto le pressioni ed anche il presunto dramma democratico che riguarda in ogni caso solo una piccolissima minoranza di Hong Kong, quella più succube al pensiero liberal, la redazione si schiera con il campo atlantico, contro la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.

Ai giornalisti de “Il Manifesto” segnalo che papa Francesco non è un uomo culturalmente organico all’Occidente: egli è un argentino che conosce bene l’imperialismo statunitense, il quale per indebitare il suo Paese ha cacciato Juan Domingo Peron e imposto il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, rovinando la vita di milioni di persone. Il papa in egual modo conosce anche il colonialismo britannico che si vuole tenere sotto occupazione le isole Malvinas rivendicate dall’Argentina.

Insomma al netto di tutto, questo pontefice è sensibile al tema dell’imperialismo, cosa che la redazione de “Il Manifesto” invece dimostra ritenere non più al primo posto nell’analisi. Chi dimentica questi fatti concreti, passa con una certa evidenza dal giornalismo al surrealismo, travisando la realtà: spiace che un quotidiano “comunista” si unisca così platealmente al coro del pensiero unico occidentale.

Davide Rossi

Davide Rossi, di formazione storico, è insegnante e giornalista. A Milano dirige il Centro Studi “Anna Seghers” ed è membro della Foreign Press Association Milan.