I vertici dei Verdi voltano le spalle ai lavoratori e agli indipendenti?

Si conclude oggi la sessione estiva delle camere federali, la seconda di quest’anno a non svolgersi a Palazzo federale come di consuetudine, bensì nei padiglioni di BernExpo a causa della pandemia di COVID. Se la sessione straordinaria di maggio si era concentrata proprio sulle misure da mettere in campo per fronteggiare la crisi pandemica, quella appena conclusasi ha ripreso la “normale” attività del parlamento, discutendo però ancora di vari aiuti economici per contrastare le conseguenze del lockdown. Fra questi, anche due mozioni della commissione di sicurezza sociale e sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N), volte a garantire oltre i termini previsti dal Consiglio Federale il versamento dell’indennità di disoccupazione in caso di riduzione dell’orario di lavoro e dell’indennità perdita di guadagno ai lavoratori indipendenti. L’obiettivo era dunque quello di assicurare per tutta la durata dell’estate il sostegno ai lavoratori e agli indipendenti toccati dalla crisi, onde evitare più gravi ripercussioni sociali (quali licenziamenti, fallimenti, ecc.).

La notte (non) porta consiglio…

Come talvolta accade nella Berna federale, quanto avviene dietro alle quinte dei banchi del parlamento riesce però a ribaltare la situazione e i più solidi pronostici. Così è stato anche per le due mozioni citate: malgrado l’ufficio presidenziale del Consiglio nazionale avesse proposto (su richiesta del governo) il rinvio alla sessione autunnale di settembre, vanificando dunque l’intento stesso dei due postulati, una mozione d’ordine del deputato socialista Cedric Wermuth (approvata lunedì sera con 2 soli voti di scarto) aveva consentito lo svolgimento del dibattito durante la sessione in corso. Nel corso della notte si registrano però alcuni significativi cambi di fronte: il presidente designato dei Verdi Svizzeri Balthasar Glättli cambia idea, insieme ad alcuni colleghi di partito, e aderisce ad una nuova mozione d’ordine – presentata dal deputato PLR Kurt Fluri – che chiede nuovamente il rinvio a settembre. Martedì mattina, la camera bassa del parlamento si ritrova quindi a ripetere il voto pronunciato il giorno precedente e… sorpresa! Grazie al voto di quattro deputati ecologisti (due astenuti, due favorevoli alla mozione Fluri) le due mozioni della CSSS-N vengono rimandate a settembre, lasciando dunque vari lavoratori senza disoccupazione parziale e gli indipendenti senza IPG per tutta la durata dell’estate. Un colpo decisamente basso agli alleati socialisti e in particolare ai due co-presidenti designati del PSS Cedric Wermuth e Mattea Meyer, al punto che anche il Tages Anzeiger titola: “Glättli distrugge il successo politico del duo PS Meyer/Wermuth”.

Quelle astensioni che pesano…

Tra i deputati ecologisti autori del “voltafaccia” troviamo anche la consigliera nazionale ticinese Greta Gysin (eletta lo scorso ottobre su una lista comune con Forum Alternativo e Partito Comunista), che lunedì sera aveva sostenuto la mozione Wermuth e martedì mattina si astiene invece sulla mozione Fluri, consentendone l’approvazione da parte del plenum e dunque il rinvio del dossier. Una giravolta piuttosto curiosa, visto e considerato come gli stessi alleati dello scorso autunno non abbiano mancato di rimarcare la necessità di fare di più per sostenere lavoratori e tessuto economico messi alla prova dalla pandemia: in una risoluzione del 1° aprile, spedita anche a Gysin, la direzione del Partito Comunista rivendicava il divieto di licenziamento per tutta la durata della crisi, l’obbligo di ricorso all’indennità per lavoro ridotto a parità di salario per tutti i lavoratori toccati dal blocco delle attività produttive e l’aumento al 100% dell’indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti. Ma non solo: proprio per fare fronte alle difficoltà cui dovevano (e devono ancora!) confrontarsi le realtà imprenditoriali più fragili, i comunisti auspicavano la creazione di un fondo pubblico per sostenere PMI e start-up tramite concessione di sovvenzioni o crediti con interessi negativi. Ma anche lo stesso partito di Gysin ha rivolto la sua attenzione alla situazione dei lavoratori toccati dalla crisi: a metà marzo, i Verdi del Ticino chiedevano infatti l’istituzione di un fondo cantonale a sostegno degli indipendenti, mentre a fine aprile il gruppo parlamentare in Gran Consiglio depositava una mozione volta ad introdurre un sostegno transitorio incondizionato che integrasse le insufficienti misure di aiuto introdotte sul piano federale.

Scontenti Partito Comunista e Forum Alternativo

I compagni del Forum Alternativo, anch’essi membri della lista “Verdi e Sinistra Alternativa” che ha portato Gysin a Berna, hanno scritto che “i lavoratori autonomi non lo dimenticheranno. E chi temeva che Glättli avrebbe spostato il partito verso il centro, ora sa di aver quasi sicuramente ragione”. Aggiungiamo noi: oltre a Glättli, anche chi temeva che Gysin avrebbe trascinato a destra i Verdi ticinesi, ora sa di non aver avuto del tutto torto. Del resto non ci vuole certo uno scienziato per scoprire chi fosse la misteriosa ”deputata astenuta”, curiosamente omessa dall’articolo ma citata anche dal Tagi…!