La Neue Zürcher Zeitung (NZZ) è uno dei più prestigiosi quotidiani svizzeri in lingua tedesca. Siamo ben consapevoli che non esiste un giornalismo neutrale, nemmeno questo portale lo è, poiché il conflitto di classe riguarda tutti gli ambiti di una società liberale. Tuttavia guai ad accusare la redazione della NZZ si essere di parte …si offenderebbero tutti!
Eppure chiediamoci: quanto di quello che la NZZ propina quotidianamente ai suoi lettori (che credono di avere di fronte un giornale “indipendente”) è una notizia fornita in termini obiettivi e con adeguato distacco critico?
Per rispondere a questa domanda ci siamo riferiti alle analisi – invero risalenti al 2016 – dello Swiss Policy Research, un progetto di ricerca specializzato sulla propaganda geopolitica nei media svizzeri e internazionali e che si può leggere in tedesco qui: link.
Nel caso concreto sono state prese in considerazione le notizie relative alla crisi ucraina e la guerra in Siria attraverso un modello analitico elaborato dalla professoressa Anne Morelli, insegnante presso la Libera Università di Bruxelles, per i casi di propaganda di guerra.
I risultati sono chiarissimi: la NZZ diffonde attraverso i suoi articoli prevalentemente informazioni favorevoli a una sola parte in conflitto e più precisamente gli USA e la NATO.

I commenti e le opinioni degli ospiti contribuiscono quasi interamente a dar ragione al punto di vista del solo campo euro-atlantico, mentre quanto asserisce la parte opposta (ad esempio il governo siriano o i comunisti del Donbass) viene etichettato come “propaganda” e dunque screditata. Anche le fonti di terze parti citate negli articoli sono quasi sempre sbilanciate e, in alcuni casi, non possono essere nemmeno verificate.