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La Svizzera guardi ai Paesi realmente solidali

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In queste settimane di pandemia e crisi sanitaria abbiamo avuto modo di osservare le differenze che caratterizzano i Paesi del mondo. Questa pandemia ha mostrato le principali contraddizioni presenti in occidente, rendendo ben visibili a tutti i problemi legati ad esse. Esse hanno causato ai differenti Stati danno reciproco, indebolendoli a vicenda e mettendo in pericolo il benessere della collettività. Francia e Germania hanno ad esempio inizialmente chiuso le esportazioni di materiale sanitario verso l’Italia, mettendo a rischio la sanità della penisola e problemi si sono riscontrati anche alle nostre frontiere.

L’egoismo e l’individualismo tipici dei Paesi neoliberisti si sono tradotti negli Stati Uniti nell’impossibilità per gran parte della popolazione di accedere ai test medici e alle cure ospedaliere per il Coronavirus, questo perché sprovvisti di assicurazione malattia. La solidarietà inesistente in questo modello economico e sociale dominante ha poi fatto sì che gli Stati Uniti tentassero di appropriarsi, in “esclusiva”, di un vaccino sperimentale tedesco, quando invece la cura contro il Coronavirus andrebbe condivisa e non brevettata da parte dei colossi capitalistici delle multinazionali farmaceutiche.

Al contrario abbiamo Paesi dove la salute della società viene messa in primo piano rispetto al profitto, come Cina e Cuba, ma anche il Vietnam che fra l’altro registra zero morti da COVID-19, che sono un’alternativa al modello occidentale e sono state capaci di grande solidarietà a livello internazionale aiutando, sia con personale medico che con materiale sanitario, molti Paesi. Cina e Cuba hanno dato sostegno a chiunque ne avesse necessità nonostante i continui attacchi mediatici e politici e le pesanti sanzioni economiche che questi due Paesi continuano a subire dal campo atlantico. Cuba, in particolare, che da troppo tempo è vittima di un embargo “criminale” da parte dell’occidente, è stato uno dei paesi che più hanno lavorato in modo solidale. Essa infatti, anche se a causa di questo blocco commerciale e finanziario ha continui problemi ad entrare in possesso di materiale sanitario utile alla propria popolazione, ha però donato quanto aveva e ha inviato centinaia di medici in tutto il mondo per aiutare i Paesi colpiti più duramente da questo virus. Per Cuba non è una prima manifestazione di solidarietà internazionale, infatti anche in epidemie passate i medici cubani sono stati tra i primi al fronte.

Non intendo certo proclamare Cina e Cuba quali modelli di assoluta perfezione, perché delle contraddizioni esistono ovunque ed in ogni genere di società, ma occorre comunque riflettere su questa loro grande solidarietà e sulle priorità del loro sistema economico che non subisce le pressioni da parte dell’imprenditoria privata come succede alle nostre latitudini. Come Svizzera dovremmo, nel nome della nostra neutralità e sovranità, favorire ed aumentare le relazioni con questi due Paesi, come in generale con tutti i Paesi emergenti, piuttosto che essere piegati di continuo agli interessi di USA e Unione Europea, che si dimostrano egoisti ed individualisti ed insistono a dettare legge ad altri popoli.

Mattias Codoni

Mattias Codoni, classe 2002, è membro del coordinamento della Gioventù Comunista. Ha studiato al Centro Professionale Commerciale (CPC) di Locarno ed è appassionato di musica metal e rock.